Nonostante l’allargamento a Est che la Russia sta operando dal momento in cui le sanzioni europee hanno cominciato a mordere, il Cremlino mantiene sempre un occhio verso Occidente, dove la rapida e controversa evoluzione della politica del continente offre vari spunti di ragionamento interessante, specialmente per uno statista esperto come Vladimir Putin.Per approfondire: Col Brexit gli Usa dicono addio all’UeL’evento politico che ha destabilizzato maggiormente la struttura dell’Unione è stato il voto di giugno con il quale i cittadini inglesi hanno espresso la loro inclinazione verso l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. A detta di molti, tale risultato è stato accolto con i migliori auspici dal Presidente russo, convinti come sono della volontà di Putin di continuare a portare avanti una presunta politica del “divide et impera”.I più, quindi, a partire da un ex ambasciatore britannico a Mosca, si affrettano a dare al nuovo Primo Ministro inglese Theresa May consigli di approccio su come approcciarsi al dialogo con Vladimir Vladimirovich, e di come non cascare nelle sue trappole di pragmatismo e risolutezza. Tutti temono Putin e la sua bramosia di tendere le braccia verso Londra, con la quale la Russia non ha mai intrattenuto dei rapporti particolarmente idilliaci. Dalla Guerra di Crimea in poi, solo propaganda e dissapore, in una voglia di primeggiare che non ha mai abbandonato nessuno dei due Paesi.Il summit del G20 di Hangzhou, Cina, del 4 settembre scorso ha offerto un importante spunto di dialogo tra Theresa May e Vladimir Putin, parallelamente alle rispettive delegazioni politiche che hanno discusso in materia di sicurezza, economia e cooperazione, oltre che del contesto siriano e mediorientale in senso lato. Le dichiarazioni di Putin si sono dunque orientate verso l’opportunità e la voglia da parte della Russia di intensificare il dialogo con la Gran Bretagna e di cooperare su vasta scala, cercando di recuperare delle relazioni che possano rivelarsi proficue per entrambi i Paesi.Al contrario di ciò che possano però pensare in molti, la Russia non cerca di recuperare terreno su Londra a causa di Brexit. La divisione dell’Europa non costituisce un vantaggio per Mosca che, da quando esiste l’Europa così come la conosciamo, ha sempre intrattenuto delle ottime relazioni politiche ed economiche. Identificare nella Nato e nella forte ingerenza americana sul continente europeo il principale ostacolo nei rapporti tra Mosca e Bruxelles è forse da ritenere più valido come motivo, in quanto si sa come le difficoltà tra i due interlocutori siano cresciute in seguito all’attuazione delle strategie di espansione del Patto Atlantico verso Est. Il vantaggio del Cremlino rispetto a Brexit potrebbe derivare proprio da ciò, ovvero l’assenza, nella politica continentale di Londra, il miglior interlocutore di Washington in Europa, oggi molto più germanocentrica. Nonostante il fatto che Putin e Angela Merkel abbiano tutt’altro che un buon rapporto, Mosca e Berlino godo storicamente di ottimi rapporti – vedasi Bismarck! -.È dunque, forse, interesse della Gran Bretagna riuscire a riprendere dei buoni contatti con il Cremlino, viste anche le malcelate simpatie del movimento “Leave” per Putin e la Russia, sebbene Theresa May abbia proseguito coi piedi di piombo nell’affermare che ci possa essere una totale apertura di Londra alla Federazione Russa. Sebbene sia stata espressa la speranza di continuare nel processo di instaurazione di un dialogo bilaterale, in alcuni punti del discorso i due paesi restano molto distanti.
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