Il politico dello Sri Lanka Sajith Premadasa, principale candidato per diventare il nuovo premier della piccola Repubblica al largo dell’India. Fin dal primo comizio elettorale, tenutosi nella capitale Colombo, egli ha dichiarato come tre siano i principali obiettivi del suo impegno politico: corruzione, droghe e soprattutto combattere l’estremismo islamico e dalle prime (sebbene illegali) foto pubblicate su internet dei voti per corrispondenza, Premadasa sembra aver già conquistato il cuore dei cittadini.
Chi è Sajith Premadasa?
Nato da una famiglia già introdotta nella strada della politica, infatti suo padre era stato infatti eletto primo ministro nel 1977 e divenne Presidente nel 1989. Fu l’uccisione del padre nel 1993 a convincerlo a seguire le sue orme, subentrandogli come membro dell’Unp (Partito nazionale unito). Nel 2000 ottiene la prima elezione in Parlamento, divenendo l’anno successivo vice-ministro della sanità e nel 2015 diventa sotto il governo di Ranil Shriyan Wickremesinghe ministro dell’Edilizia Abitativa.
I suoi slogan politici si possono facilmente evincere dalla sua storia personale. Figlio di un Presidente assassinato, odia alla morte tutto cosa riguarda il terrorismo e la corruzione e dal suo primo incarico governativo come vice ministro alla sanità ha imparato molto bene quali siano gli effetti delle droghe, soprattutto sulla popolazione giovanile del Paese.
Il terrorismo in Sri Lanka
Sin dalla sua istituzione, anche a causa della povertà del paese, lo Sri Lanka ha avuto problemi riguardanti il terrorismo interno ed è stato dilaniato da una lunghissima guerra civile dal 1983 al 2009, anno della resa del gruppo ribelle delle Tigri Tamil, di origine indiana, occupanti il Nord dell’isola.
Negli ultimi anni, nonostante i nuovi Governi siano stati in grado di dotare il paese di moderne infrastrutture e di rilanciare le esportazioni (soprattutto del tessile e della produzione di thé e cannella), le condizioni di vita della popolazione non hanno subito importanti miglioramenti. Ciò ha favorito, con il nascere soprattutto dello Stato Islamico in Iraq, lo sviluppo di cellule terroristiche affiliate all’Isis le quali combattono con lo scopo di sovvertire il regime democratico dello Sri Lanka, accusato di essere stato in grado di migliorare la situazione dell’isola. Nonostante la popolazione di fede islamica del paese non superi i 2 milioni di persone, la piaga ha raggiunto dimensioni notevoli, riuscendo a raccogliere adepti soprattutto nelle fasce meno agiate.
Nel giorno della Pasqua del 2019 attacchi terroristici effettuati principalmente fuori dalle chiese cattoliche hanno causato 290 morti, tra cui una 30 stranieri, portando alla luce il problema nel paese. Nonostante gli oltre 40 arresti, le cellule non sono state completamente debellate, ma la macchia peggiore dell’intelligence singalese deriva dal non aver agito in tempo, sebbene fosse stata informata con 17 giorni d’anticipo riguardo al pericolo di attacchi, soffiata che in un secondo momento si rivelò tragicamente fondata.
Un’elezione decisa dai giovani
Come in tutti i paesi del sub-continente indiano e limitrofi, la popolazione dello Sri Lanka è prevalentemente formata da giovani sotto i 35 anni. Con un tasso di alfabetizzazione totale del paese pari al 92% della popolazione il popolo cingalese risulta essere tra i più istruiti di tutta l’Asia.
Sebbene i recenti investimenti statali nelle infrastrutture non abbiano ancora raggiunto gli obiettivi preposti, la strada che si è andati tracciando è quella corretta e ciò è riconosciuto dalla maggioranza degli elettori. In questo clima e come si è già potuto notare dagli exit poll condotti riguardo alle intenzioni di voto in Sri Lanka, le tematiche messe in campo da Sajith Premadasa hanno fatto breccia nei giovani del paese. Adesso non resta che attendere il prossimo 16 novembre, quando il popolo singalese sarà chiamato alle votazioni per scegliere la strada da percorrere nel suo futuro.