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Da sabato 4 febbraio, quando i poliziotti della regione dell’Espirito Santo hanno incrociato le braccia “a tempo indeterminato” per rivendicare aumenti salariali, la capitale Vitoria – solitamente tranquilla, almeno a guardare le statistiche dei morti ammazzati che fanno del Brasile uno dei paesi più violenti al mondo – si è trasformata in un inferno. Oltre 270 gli esercizi pubblici saccheggiati, 75 i morti ufficiali in appena quattro giorni, cadaveri adagiati sui marciapiedi di fronte alle morgue, strapiene, una violenza da Far-West che dallo scorso fine settimana ha invaso le strade di questa parte del paese del samba tra le regioni di San Paolo e Rio de Janeiro dove, come se non bastasse, dopodomani i poliziotti carioca potrebbero anche loro cominciare uno sciopero a tempo indeterminato.

La tensione è insomma alle stelle e, nonostante Brasilia abbia inviato ieri 2mila soldati di esercito e Guardia Nazionale, nulla lascia presagire una fine in tempi brevi dello sciopero e, anzi, il timore è che si estenda anche a Rio, città già alle prese con una situazione catastrofica per quanto concerne l’ordine pubblico se è vero che da quattro giorni si spara neanche fossimo a Mosul nel Complexo do Alemao, la favela che stando a Wikipedia (e al marketing olimpico verde-oro) è “pacificata” dal 2011.La realtà del Brasile, purtroppo, è ben differente da quella raccontata dai grandi media mainstream, portatori sempre di interessi più o meno mascherati come, ad esempio, il Financial Times, un tempo autorevole ma da quando ha cambiato proprietà assai meno visto che proprio ieri se n’è uscito con un il gioioso e rasserenante titolo “Business bets on Brazil economic rally”. In attesa che l’auspicio del FT si trasformi in realtà – con una produttività del lavoro ferma dagli anni ’70, una corruzione che la locale Mani Pulite ha solo evidenziato ma non scalfito, costi di produzione di gran lunga i più elevati degli altri emergenti ed una burocrazia infernale e sbloccabile solo a suon di stecche – resta il dramma a pochi giorni dal Carnevale che vivono Vitoria e tutto l’Espirito Santo.Qui centinaia di delinquenti, con precedenti penali e senza scrupolo, hanno approfittato dell’assenza della polizia nelle strade per seminare il terrore ovunque. Nella capitale la situazione è drammatica come racconta un commerciante la cui pizzeria è stata presa d’assalto e rapinata: “Non c’è polizia per strada, siamo abbandonati a noi stessi, io sono stato appena rapinato, non possiamo più lavorare, devo per forza chiudere e fuggire”.Ad appoggiare lo sciopero sono soprattutto le famiglie dei poliziotti letteralmente allo stremo visto che, da quattro anni, il loro salario non è adeguato all’inflazione ufficiale, sempre inferiore a quella percepita. A detta dell’Ipca, l’indice dei prezzi al consumatore, si tratta di un mancato aumento del 28,5% dal giugno del 2013, quando fu stabilito quello che è ancora l’attuale stipendio di chi scende in strada per garantire l’ordine pubblico, ovvero l’equivalente di 795 euro al mese. Una miseria se si considera che il costo della vita in Brasile è simile a quello italiano. Anche per questo, ieri, sono venuti alle mani alcuni abitanti di Vitoria, esasperati dal caos e le mogli dei poliziotti, proprio di fronte alla caserma dove i loro mariti sono rinchiusi da quattro giorni, rifiutandosi di scendere in strada.Quello che si teme è che se lo sciopero dovesse estendersi a Rio, la situazione potrebbe presto diventare peggiore di quella di Espirito Santo, trasformando in un incubo il Carnevale ormai alle porte. Innanzitutto perché nello stato carioca la media di morti ammazzati è comunque di 13 al giorno, anche quando ci sono in strada a garantire la sicurezza i poliziotti che oggi minacciano di incrociare le braccia. E poi perché a Rio più che a Vitoria il narcotraffico potrebbe approfittare dell’occasione per una dimostrazione di forza simile a quella avvenuta nel maggio 2006 a San Paolo, quando il gruppo criminale del PCC, il Primeiro Comando da Capital, paralizzò la capitale economico-finanziaria del Brasile per alcuni giorni.Di fronte a scenari come questi – sarebbe un disastro per l’economia, solo a Vitoria tra saccheggi e mancate vendite i commercianti hanno già perso 110 milioni di reais, oltre 33 milioni di euro – è naturale che tanto i Paracadutisti come la “Tropa d’Elite” siano già mobilitati per intervenire nella città che lo scorso anno ha ospitato le Olimpiadi.E tutto questo accade mentre il Brasile vive un momento politico delicatissimo. Con il ministro della Giustizia Alexandre de Moraes – accusato in passato di aver difeso alcune cooperative di autobus legate alla fazione criminale del PCC; Primeiro Comando da Capital – candidato adesso dal presidente Michel Temer a nuovo ministro del Supremo Tribunale Federale. Al posto di quel Teori Zavascki morto settimane fa, in un incidente aereo di cui ormai non parla/scrive più nessuno in Brasile ma che continua ad essere inspiegabile.





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