In Giappone il caso Ghosn si arricchisce di nuovi particolari. Dietro alla presunta e fraudolenta condotta del super manager ci sarebbe dell’altro. La Francia, attraverso il cavallo di Troia Renault, avrebbe tentato di inghiottire Nissan e Mitsubishi in un cartello a guida francese. Nissan avrebbe così messo nei guai Ghosn, il manager che avrebbe spianato la strada a questa eventualità. Che adesso si trova in carcere e rischia fino a dieci anni di reclusione. 

L’arresto di Ghosn

Carlos Ghosn si trova nel centro di detenzione di Kosuge dallo scorso 19 novembre, dove è sottoposto a un rigido carcere duro. La prima accusa è di frode fiscale. L’ormai ex numero uno della super alleanza automobilistica Renault-Nissan-Mitsubishi avrebbe utilizzato i fondi della società per fini personali nel periodo compreso tra il 2010 e il 2015. Non solo: Ghosn avrebbe sottostimato l’ammontare dei suoi compensi. In questo lasso di tempo, anziché dichiarare entrate pari a dieci miliardi di yen, ne avrebbe dichiarate la metà. Il 10 dicembre la Procura di Tokyo ha imputato a Ghosn un’evasione di altri quattro miliardi di yen, tra il 2015 e il 2017. Si attende adesso che la giustizia faccia il suo corso per capire se Ghosn verrà liberato grazie a una cauzione o se dovrà scontare fino a 10 anni di carcere.

Anche Nissan nei guai

Ma la vicenda personale dell’ex Ceo sta avendo ricadute su qualcosa di molto più grande. Intanto anche la Nissan dovrà rispondere alle accuse di Ghosn. La casa automobilistica giapponese potrebbe ricevere una multa per un importo massimo di poco meno di 700 milioni di yen. Nissan è stata accusata di false comunicazioni alle autorità di Borsa in relazione ai compensi dell’ex manager. Ricordiamo che Carlos Ghosn era ceo di Renault e presidente del gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi.

L’assetto del gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi

Renault e Nissan detengono partecipazioni incrociate e quindi sono in relazione tra loro. La grande alleanza include anche Mistubishi e, in secondo piano, la russa Avtovaz e la cinese Dongfeng. Renault possiede il 43,4% di Nissan con pieno diritto di voto. Nissan detiene invece il 15% di Renault senza diritto di voto.

L’ambizione francese

Qui entra in gioco la Francia. Tre anni fa l’allora ministro dell’Economia Emmanuel Macron aumentò la partecipazione del governo francese in Renault. Da allora la bilancia si è spostata verso Parigi, lasciando Tokyo con un pugno di mosche. Proprio per questo l’arresto di Ghosn potrebbe essere una risposta alla troppa intraprendenza della Francia. Prima del suo arresto il manager aveva spinto affinché le partecipazioni a incastro si trasformassero in una fusione completa tra Renault, Nissan e Mitsubishi, con i primi a capo del tutto.

La reazione di Nissan

L’ambizione francese avrebbe dunque spinto i dirigenti Nissan a passare informazioni fiscali di Ghosn alla giustizia giapponese. L’obiettivo era piuttosto chiaro: togliere di mezzo il manager francese, che con il suo sogno avrebbe permesso a Renault di inghiottire Nissan e Mitsubishi. Ma nel calderone giudiziario è finita anche Nissan, perché Ghosn non avrebbe potuto stilare presunti rapporti finanziari falsi senza che l’amministratore delegato giapponese della stessa Nissan, Hiroto Saikawa, ne fosse informato. Eppure il colpo di mano ai danni di Ghosn sarebbe arrivato proprio da Saikawa.

Game Over per Macron

In tutto questo a uscirne sconfitto è anche Emmanuel Macron. Il presidente francese ha incontrato l’omologo giapponese Shinzo Abe a margine del G20 di Buenos Aires lo scorso 30 novembre. I due avrebbero parlato della vicenda Renault-Nissan e dell’arresto di Ghosn. Mentre Abe ha subito preso le distanze, Macron sarebbe uscito allo scoperto: Renault avrebbe dovuto mantenere il ruolo chiave nell’alleanza. Così non è stato e così, con ogni probabilità, non sarà mai dato che l’alleanza tra Renault e Nissan rischia di naufragare. Proprio come le ambizioni francesi. Inghiottire due aziende cinesi con un vero e proprio colpo di spugna? Non se ne parla nemmeno. Il Giappone non intende più fare sconti a nessuno.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.