Un canale navigabile che unirà Iran e Russia, il Golfo Persico al Mar Caspio.E’ questa la sfida lanciata all’Occidente da Putin e Rohani. E’ questo il vero congiungimento dell’Iran all’Eurasia.E l’intenzione del Governo di Teheran di costruire l’immensa opera infrastrutturale è stata dichiarata esplicitamente dall’ambasciatore iraniano in Russia Mehdi Sanaei, durante un incontro con degli studenti a San Pietroburgo.“Si, l’idea della costruzione del canale è in fase di discussione”, ha detto Sanei, come riportato dall’agenzia di stampa russa TASS.E la costruzione di un canale navigabile, che attraversi interamente l’Iran, non gioverebbe solo alla Russia. Infatti il Mar Caspio, la cui costa è lunga circa 7000 km, bagna anche il Kazakistan, il Turkmenistan e l’Azerbaigian.E finalmente dopo secoli la porta di accesso all’Oceano Indiano per la Russia potrebbe spalancarsi. Perché è a partire dagli ultimi decenni del diciannovesimo secolo che gli ingegneri russi hanno cercato di creare un canale navigabile che permettesse alla Russia –all’epoca zarista- di accedere agevolmente al Golfo persico, all’Oceano indiano, senza passare per il Bosforo.E sarebbe proprio la possibilità per le navi russe ed iraniane di evitare non solo il passaggio forzato dalle acque turche, ma anche da quelle egiziane, a spingere i due Paesi verso la definizione del progetto. Un’opera, quella del canale iraniano, che se terminata si rivelerebbe geopoliticamente strategica. La Russia avrebbe rapido accesso al Mediterraneo e all’Oceano Indiano senza transitare né dal Bosforo né dal Canale di Suez. Una cosa non da poco, considerando gli attuali rapporti del Cremlino con Ankara. E per quanto riguarda l’Egitto la Convenzione di Costantinopoli, stipulata nel 1888, prevede il libero transito attraverso il Canale di Suez delle navi di ogni Stato sia in tempi di pace che di guerra. Ma non si può mai sapere. E  tale incertezza fu confermata dalla storia quando nel 1948, appena terminata la guerra arabo-israeliana, l’Egitto chiuse il Canale alle navi battenti bandiera israeliana. Una storia passata, certo. Ma che può ripetersi.E naturalmente la costruzione del canale navigabile iraniano determinerebbe importanti vantaggi per il Paese degli ayatollah. Soprattutto economici. Secondo la rivista online “New Eastern Outlook” l’Iran, grazie alla costruzione del canale, potrebbe creare circa due milioni di posti di lavoro, sviluppando maggiormente le regioni orientali del Paese attraverso la costruzione di infrastrutture di supporto quali aeroporti o cantieri navali.E certo è stato l’Iran a pensare per primo all’opera, a proporla a Mosca. Ma non è stato Rohani. Il progetto, in realtà, fu approvato nel 2012 dall’allora Presidente Mahmud Ahmadinejad, quando ancora le sanzioni imposte dall’Occidente stringevano il cappio a Teheran. E infatti non appena le sanzioni sono state revocate – direttamente da Washington-  il progetto è ripartito. E sempre secondo “New Eastern Outlook” già nel 2012 la società edile della Guardia Rivoluzionaria Iraniana Corps (IRGC) Khatam-al Anbiya stimò il costo del progetto in circa 7 miliardi di dollari, per dieci anni di lavori.E il governo iraniano, già quattro anni fa, individuò due rotte che il canale attualmente potrebbe seguire, sfruttando lunghi corsi d’acqua. Il primo, il più breve, sarebbe ad occidente, e taglierebbe le alte catene montuose dell’ovest. Il secondo ad oriente, sarebbe più lungo, ma permetterebbe lo sfruttamento agricolo delle regioni desertiche, evitando lo stretto di Hormuz che l’Iran condivide con l’Oman.Insomma, Mosca e Teheran si stanno dando da fare per creare un’alternativa valida all’Occidente, quello stesso Occidente che, almeno stavolta, non può che stare a guardare.





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