Le sanzioni statunitensi incombono sull’Iran e così la Repubblica Islamica ha deciso di percorrere strade alternative. L’idea, come spiegato da PressTv, è quella di lanciare una criptovaluta nazionale. Teheran, infatti, si sta preparando a sviluppare la propria moneta digitale per arginare le sanzioni statunitensi che, secondo la Repubblica Islamica, hanno l’obiettivo di paralizzare l’economia del Paese. Washington si prepara ufficialmente ad abbandonare l’accordo sul nucleare iraniano e a punire chiunque faccia affari con Teheran: l’obiettivo dell’amministrazione Trump è quello di applicare la massima pressione contro il Paese con gravi conseguenze sull’esportazione di petrolio, per il settore bancario e manifatturiero.
A PressTv, Alireza Daliri, vicepresidente per gli investimenti presso la Direzione per gli affari scientifici e tecnologici dell’Ufficio presidenziale di Teheran, ha detto che l’Iran “si sta adoperando per utilizzare una valuta digitale nazionale. Questa valuta faciliterebbe il trasferimento di denaro (da e verso) chiunque nel mondo. Inoltre, può aiutarci al momento dell’introduzione delle sanzioni”.
Iran come il Venezuela
L’Iran non è il primo Paese a sviluppare la propria criptovaluta al fine di eludere le sanzioni americane. Come spiega Asia Times, il Venezuela ha lanciato una valuta digitale chiamata Petro alla fine dello scorso anno nel tentativo di rilanciare la sua economia, che era in profonda crisi dopo il crollo del prezzo del petrolio del 2014. Il Paese sudamericano sta cercando di rallentare l’inflazione che, secondo il Fondo Monetario Internazionale, raggiungerà il milione per cento su base annua entro dicembre.
La mossa dell’Iran rappresenta una svolta importante, dato che l’agenzia stampa della Repubblica islamica aveva riferito in aprile che Bitcoin e altre cripto-valute erano state bandite. Secondo l’agenzia stampa, i motivi dietro a questo divieto vanno ricondotti al “riciclaggio di denaro” e al “terrorismo”, dunque motivi di sicurezza nazionale. Lo scorso maggio anche il Pakistan, nonostante la Banca di stato pakistana abbia vietato le monete digitali, ha annunciato l’introduzione della propria criptovaluta nazionale.
La strategia dell’amministrazione Usa verso l’Iran
La strategia dell’amministrazione americana è quella da un lato di rafforzare la pressione economica contro il governo iraniano e, dall’altro, fare ampio uso dell’informazione e della propaganda, supportando gli oppositori degli ayatollah. In tal senso, come vi avevamo già anticipato su Gli Occhi della Guerra, il Congresso vuole finanziare i programmi di all news in lingua persiana, aprendo un nuovo fronte nel duro confronto tra l’amministrazione Trump e Teheran.
Al centro della strategia americana c’è quella di potenziare la Broadcasting Board of Governors (o Bbg), l’agenzia governativa che supervisiona Voice of America Persian e Radio Farda, emittenti che si rivolgono al pubblico iraniano ma che hanno sede a Washington D.C e a Praga, in Repubblica Ceca.
In un video-messaggio, il Segretario di stato Mike Pompeo ha dichiarato che “l’obiettivo dei nostri sforzi è di vedere un giorno gli iraniani in Iran godere della stessa qualità di vita di cui godono ora gli iraniani in America. La nostra missione è chiara”, ha ribadito Pompeo. “Si tratta di negare alla leadership iraniana le risorse, la ricchezza, i fondi, la capacità di continuare a fomentare il terrorismo in tutto il mondo e di negare alla gente in Iran le libertà che tanto meritano”.