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L’India ha ufficialmente ripreso ad installare radar costieri sulle isole Maldive rientranti nel progetto di Nuova Delhi per la costruzione di una lunga catena radar che comprende anche lo Sri Lanka, le Mauritius e le Seychelles.

In particolare saranno 10 i radar, costruiti dall’indiana Bharat Electronics Limited, che saranno posizionati lungo l’arcipelago delle Maldive ed insieme agli altri 15 (otto per le Mauritius, sei per lo Sri Lanka ed uno per le Seychelles) andranno a completare un sistema di sorveglianza marittima gestito da Nuova Delhi per il controllo del traffico navale in quel settore dell’Oceano Indiano.

Il sistema sarà coordinato dal neonato centro di comando e coordinamento denominato Fusion Centre – Indian Ocean Region (Fc-Ior) di Gurugram – o Gurgaon – che da dicembre dell’anno scorso provvede a condividere in tempo reale le informazioni acquisite dai radar già esistenti con le nazioni alleate dell’India nella regione.

I radar indiani

Sette dei dieci radar che andranno a completare la catena di sorveglianza saranno equipaggiati con gli ultimi sistemi elettronici in grado di trasmettere informazioni e immagini in tempo reale al centro di comando di Gurugram.

Per quanto riguarda gli altri tre radar, già operativi, la tecnologia che li gestisce permette solamente di fornire dati relativi all’Ais, l’Automatic Identification System, ovvero il transpondernavale che segnala velocità, posizione e codice identificativo di un natante, e che ha il grosso svantaggio di poter essere spento dal personale di bordo.

La Bharat Electronic Limited è quindi in procinto di aggiornare anche questi ultimi in modo che tutta la catena radar possa lavorare in modo attivo per controllare il traffico marittimo.

Questi radar ad alta risoluzione, che lavorano in banda X per poter eliminare le interferenze generate dalle onde del mare, sono capaci di individuare tutti i natanti di dimensioni pari o maggiori di un gonfiabile a motore, il classico “gommone” usato da pirati e scafisti, in condizioni ognitempo grazie a particolari caratteristiche come la variazione della Pulse Repetition Frequency (frequenza di ripetizione degli impulsi) e la programmazione della Pulse Width (ampiezza di impulso).

Scacco alla Cina

La notizia della ripresa dei lavori di installazione dei radar indiani alle Maldive arriva a sei mesi dalla cacciata del presidente Abdulla Yameen, noto per le sue simpatie cinesi.

L’India vede quindi compiersi un importante progetto di sorveglianza nel quadro del contenimento dell’espansionismo della Cina nella regione dell’Oceano Indiano e non solo.

La politica di Pechino del “Filo di perle”, che ha come obiettivo quello di stabilire delle basi lungo le rotte della Nuova Via della Seta che vanno dal Mar Cinese Orientale sino al Mediterraneo ed oltre, è anche soprattutto un’azione di penetrazione profonda non solo a livello economico: la costruzione di porti, come quello di Gibuti o come quello che vorrebbe costruire in Cambogia, è sicuramente fatta con lo scopo di avere un dual use.

Se da un lato serviranno da tappa per i mercantili carichi di merci che faranno la spola tra i porti europei, come quello di Trieste, e quelli cinesi, dall’altro saranno perfettamente in grado di accogliere le navi militari battenti bandiera rossa stellata.

Del resto attraverso l’Oceano Indiano ed i suoi due importantissimi e vitali stretti di Bab el-Mandeb e della Malacca, transita più del 75% del traffico merci del mondo e più del 50% di quello petrolifero, pertanto il controllo di tutta la regione risulta fondamentale per una nazione che si vuole ergere a potenza globale insidiando la supremazia americana in quel ruolo.

Lo sanno a Washington, che ormai è ai ferri corti con la Cina non solo per la questione delle isole artificiali militarizzate nel Mar Cinese Meridionale, e lo sanno a Nuova Delhi.

Infatti la costruzione di questa catena di radar di sorveglianza è solo l’ultima mossa di una partita a scacchi con Pechino che ha visto anche la costruzione di infrastrutture portuali, da parte dell’India, proprio nel vitale stretto della Malacca, a Sabang in Indonesia.

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