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Già durante la visita (quasi) a sorpresa di Haftar a Roma, dagli ambienti vicini al presidente del consiglio si vociferava in merito la volontà, da parte dello stesso Giuseppe Conte, di far incontrare nuovamente Al Sarraj e il generale Haftar. C’è chi sostiene addirittura che, mentre l’uomo forte della Cirenaica era ancora nella capitale giovedì scorso, il capo del governo provava a far arrivare a Roma lo stesso Al Sarraj. Quest’ultimo infatti poche ore prima era a Bruxelles e si nutriva quindi la speranza di poter farlo atterrare in Italia, prima dell’arrivo a Tripoli. Ma Al Sarraj in quelle ore era già in volo per Kuwait City, dove da lì a breve avrebbe incontrato l’emiro locale. Pur tuttavia, il nuovo incontro tra i due principali attori dell’attuale scacchiere libico dovrebbe tenersi a breve. Non a caso, oggi, lo stesso Conte avvertiva la Camera: “La riduzione degli sbarchi nel Mediterraneo centrale è un risultato da preservare ma anche da non sopravvalutare. Vanno tenute bene a mente sia la dinamica dei vasi comunicanti – che ora vede prevalere la rotta del Mediterraneo centrale ma domani chissà – sia la fragilità della situazione libica e i complessi assetti dei Paesi limitrofi che possono riportare a un aumento del flusso migratorio”.

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L’incontro previsto a Bruxelles

A rivelare la concreta possibilità di una nuova stretta di mano tra Al Sarraj ed Haftar alla presenza di Conte, è un lancio dell’AdnKronos. In particolare, si fa riferimento ad un possibile vertice a tre a Bruxelles già entro questa settimana. Anzi, per la precisione, si azzarda già una data: quella di giovedì 13 dicembre. Una data che oltre ad essere (casualmente o meno) simbolica, visto che cadrebbe ad un mese esatto dalla stretta di mano avvenuta il 13 novembre durante il vertice di Palermo, sotto il profilo logistico si “incastrerebbe” perfettamente all’interno dell’agenda di Conte. Infatti, il 13 ed il 14 dicembre il presidente del consiglio sarà a Bruxelles per partecipare al consiglio europeo. Nella capitale belga, in particolare, mercoledì pomeriggio il premier incontra il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, mentre giovedì 14, sempre di pomeriggio, è in programma il vertice del consiglio. 

Possibile quindi che Conte, se l’eventualità di un incontro con i vertici libici venisse confermata, incontri Haftar ed Al Sarraj giovedì mattina. All’indiscrezione lanciata dall’AdnKronos non fa seguito, almeno per il momento, alcuna smentita da parte di Palazzo Chigi. Dalla Libia invece le principali testate non sembrano aver riportato la notizia. Se il governo italiano riuscisse nell’intento di far nuovamente incontrare i due principali personaggi libici, sarebbe per Roma certamente un successo. Ma anche in ottica libica l’eventuale terza stretta di mano in pochi mesi tra Al Sarraj ed Haftar, considerando anche quella di maggio a Parigi, non sarebbe una notizia di secondo piano e darebbe maggior vigore al comunque difficile processo di unificazione del Paese. 

Esercito unico e sicurezza sul tavolo del possibile vertice a tre

Se a Bruxelles il prossimo giovedì Hafar ed Al Sarraj tornano a sedersi attorno uno stesso tavolo, sul piatto quasi sicuramente ci sarà la questione relativa all’unificazione dell’esercito. Del resto durante la visita della settimana scorsa del generale Haftar a Roma, a Palazzo Chigi l’incontro con Conte verte proprio su questo. La volontà dell’uomo forte della Cirenaica è quella di piazzarsi alla guida delle eventuali nuove forze di sicurezza. Non è certo però un nodo facile da sciogliere. Da un lato riunificare milizie e gruppi sotto un’unica guida, che sia di Haftar o di altri generali, nella Libia frastagliata di oggi non appare impresa semplice. Dall’altro, potrebbero sorgere difficoltà nel giungere ad un compromesso: Al Sarraj sarebbe anche nella condizione di accettare un esercito guidato da Haftar, in cambio della sua permanenza in sella in seno al consiglio presidenziale. Ma non sarebbero dello stesso avviso molti dei suoi alleati di governo, a partire dai misuratini e, in special modo, da coloro che risultano essere vicini alla Fratellanza Musulmana.

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Per di più potrebbero sorgere importanti ostacoli di natura tecnico – politica, a cominciare dal fatto che gli accordi attualmente in vigore prevedono, quale capo delle forze armate, il numero uno del consiglio presidenziale. Ecco perché dunque la necessità di un incontro tra Al Sarraj ed Haftar. L’unificazione dell’esercito è una delle priorità, assieme all’organizzazione della conferenza nazionale ed all’approvazione della legge sul referendum costituzionale, contenute nel piano elaborato dall’Onu per la Libia. Haftar ha già incassato il via libera dei principali partner internazionali sulla creazione di un esercito unico posto sotto il suo comando: a Roma, giovedì scorso, ha avuto il disco verde dell’Italia, così come degli Usa a seguito dell’incontro nella capitale con l’ambasciatore statunitense a Tunisi. Favorevoli al progetto ovviamente anche Francia, Russia ed Egitto, da sempre tra i principali sponsor del generale. 

Manca quindi da affrontare il nodo, non certo secondario, delle resistenze interne alla Libia. Ed il fatto che sia il governo italiano a premere per un nuovo incontro tra i due principali protagonisti libici, per Roma è un altro punto a favore. 

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