Misurata è dal 2011 forse la città più importante della Tripolitania, più della stessa Tripoli. Con la caduta di Gheddafi, questo porto industriale posto a metà strada tra la capitale libica e Sirte diventa a tutti gli effetti una “città Stato“. Proprie milizie per la propria sicurezza, proprie istituzioni e proprio aeroporto che, quando quello di Tripoli è oggetto di lancio di mortai, diventa anche l’unico dell’ovest della Libia. Questo perchè da subito Misurata ha recitato nel 2011 un ruolo da protagonista nella guerra civile, riuscendo (non senza aiuto della propaganda anche occidentale) a passare anche come “città martire”. Da qui sono partite le milizie che hanno assassinato Gheddafi a Sirte, da qui anche quelle che hanno sconfitto l’Isis sempre a Sirte nel 2016. Misurata, in vista del vertice sulla Libia di Palermo, è un vero e proprio ago della bilancia: tra milizie estremiste e politici “moderati”, da qui passa il futuro del paese.
Il volto “politico” di Misurata: Ahmed Maitig
All’interno di Misurata convivono almeno 250 gruppi differenti. Alcuni corrispondono a singole tribù, altre a fazioni ed altre ancora a partiti politici oppure gruppi armati “slegati” dal resto della città. Dentro questa vera e propria galassia, non mancano gruppi islamisti. Alcuni di questi, quale ad esempio quello della brigata Al Sumud di Saleh Badi, provano da anni ad entrare a Tripoli ed anche di recente sono stati protagonisti degli scontri di settembre. C’è però un’ala più “moderata” e politica, che in questo momento è parte ben integrante del governo di Al Serraj. Tra tutti spicca la figura di Ahmed Maitig. Vice di Al Serraj, nel 2014 è stato nominato anche primo ministro ma il suo incarico è durato appena pochi giorni. La sua famiglia è una delle più in vista di Misurata: suo padre in città vanta numerosi importanti incarichi durante il periodo di Re Idris. Ecco perchè, caduto Gheddafi, riesce a ricevere appoggio e ad essere eletto nella nuova camera dei rappresentanti.
Da qui una scalata che, per l’appunto, lo porta prima ad essere primo ministro e poi vice di Al Serraj nel 2016. Sono con lui molti imprenditori di Misurata e molte famiglie ricche della città. Maitig rappresenta a Tripoli la parte moderata di Misurata che adesso pare piacere anche ad Haftar. La città è uno zoccolo duro per il generale della Cirenaica: le sue milizie compongono l’ossatura delle forze di difesa di Al Serraj e vantano esperienza sul campo per via del ruolo anti Isis esercitato nel 2016. In poche parole, da Misurata arrivano quelle che possono considerarsi le uniche forze realmente in grado di contrastare militarmente Haftar. Per questo da Bengasi si vorrebbe in qualche modo avvicinare l’ala moderata di Misurata ed iniziare quindi un dialogo con alcuni dei più importanti rappresentanti della città Stato.
Il ruolo chiave che potrebbe avere Maitig a Palermo
Maitig dunque potrebbe essere l’anello di congiunzione tra Misurata ed Haftar. Al generale la figura del politico misuratino piace e sa quanto conta non solo nella stessa Misurata, ma anche a Tripoli. Numero due, come detto, di Al Serraj, Maitig in questi anni nella capitale libica è riuscito a tessere una ragnatela di contatti in grado di potergli conferire una discreta influenza sull’esecutivo. A Palermo Maitig ci sarà, anche perchè (e questa per Roma è una buona notizia) in Italia il vice di Al Serraj è di casa. Lo scorso anno ha rappresentato la Libia ad Agrigento durante il forum italo libico, anche di recente Maitig è stato a Roma ed ha incontrato Matteo Salvini. Il fatto che il possibile mediatore tra Al Serraj ed Haftar sia Maitig, per l’Italia vorrebbe dire poter giocare un’ulteriore carta nello scacchiere libico.
Di Ahmed Maitig si sentirà forse parlare ancora a lungo. Misurata vuole contare molto nel futuro della Libia e lui è il volto più politico (e forse presentabile) di Misurata. A Palermo, se davvero le forze libiche in campo vorranno cercare anche una prima bozza di accordo per alcuni punti salienti per il futuro del paese, Maitig sarà tra i politici più in vista durante l’intera durata del summit.
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