La politica libanese sembra aver deciso di tornare a correre dopo anni di immobilismo più totale. Dopo l’elezione del nuovo presidente della repubblica, che spetta per legge alla comunità cristiana maronita, il nuovo capo dello stato Michel Aoun ha dato a Sa’ad Hariri il compito di formare il nuovo governo. Per la costituzione il primo ministro deve appartenere alla comunità sunnita. La nomina era ampiamente prevista in quanto faceva parte del patto tra le due coalizioni, quella filo saudita del 14 Marzo e quella filo siriana e iraniana del 8 Marzo.LEGGI ANCHE: Chi è il nuovo presidente del LibanoHariri ha però avuto per ora il sostegno di un’ampia e trasversale maggioranza dei pariti, ma non di Hezbollah, che è un peso massimo nella politica libanese. Nei prossimi mesi si vedrà se riuscirà a formare un governo stabile.Sa’ad Hariri è il figlio di Rafiq Hariri ex premier libanese ucciso nel 2005 e fautore della ricostruzione del Paese dopo la guerra civile grazie all’immobiliare di famiglia Solidere. La famiglia Hariri è una delle più ricche del Medio Oriente e vanta antichi legami con l’Arabia Saudita. Secondo Forbes Sa’ad Hariri è il 522° uomo più ricco del mondo con un patrimonio netto di 1,4 miliardi di dollari.Hariri entra in politica alla morte del padre, diventando il capo del partito sunnita Per il Futuro e si allea con le forze libanesi di Samir Geagea e con il Partito Socialista Progressista del leader druso Walid jumblatt. Nacque così la coalizione del 14 marzo di orientamento filo-occidentale e anti siriano. A seguito delle sommosse popolari per l’uccisione del padre di Hariri, la coalizione del figlio Sa’ad vinse le elezioni, ma lui non venne nominato primo ministro per la poca esperienza politica.LEGGI ANCHE: I riflessi del conflitto siriano sul LibanoNel 2006 la situazione in Libano precipitò a seguito della guerra con Israele e l”uccisione del ministro dell’industria Pierre Amine Gemayel. Nel maggio del 2008 addirittura le milizie sciite di Hezbollah distrussero la sede di Future Tv, emittente della famiglia Hariri. La situazione si calmò grazie agli accordi di Doha.Sa’ad Hariri vinse anche le elezioni del 2009 e fu nominato per la prima volta primo ministro. Per evitare ulteriori tensioni al paese propose all’opposizione, compresa Hezbollah di formare un governo di unità nazionale.La formazione del governo fu estremamente difficile, non solamente per le tensioni tra Iran e Arabia Saudita che influenzavano rispettivamente le coalizioni del 8 Marzo e del 14 Marzo, ma anche per la volontà dell’attuale presidente di ottenere il ministero dell’interno e delle comunicazioni. Alla fine il governo di unità nazionale nacque cinque mesi dopo le elezioni parlamentari. Il patto prevedeva tra l’altro il diritto di Hezbollah a mantenere i sui armamenti.Nel 2011 il governo entrò però in crisi. Il “casus belli” scoppiò per la decisione di Hariri di collaborare e non disconoscere il Tribunale Speciale per il Libano, il cui scopo è ritrovare e condannare gli assassini di suo padre Rafiq Hariri. I membri del governo di Hezbollah si dimisero dal momento che i procuratori del tribunale accusarono Hezbollah di essere uno dei principali attori dell’attentato che uccise Rafiq Hariri.Oggi, a seguito del patto tra la coalizione del 14 Marzo e di quella dell’8 Marzo, sull’elezione del presidente cristiano Michel Aoun, Sa’ad Hariri ha una nuova possibilità. Hezbollah rimane sempre l’ostacolo più grande sulla strada del suo governo, ma questa volta può contare sull’appoggio del nuovo presidente Aoun, cristiano e alleato di Hezbollah. Alcuni osservatori pensano che ci vorrà molto tempo per formare il nuovo governo. Inoltre, bisognerà, prima o poi, procedere con le elezioni del parlamento, che ha terminato il suo mandato nel 2013, ma ha visto prorogare il suo mandato di qualche anno per l’impasse politica che il paese vive.LEGGI ANCHE: Così il Libano prova a rinascereQuesta volta molti osservatori pensano che il bisogno di rassicurare i mercati che le crisi e le guerre scoppiate un po’ dovunque nel mondo islamico e il milione mezzo di profughi presenti nel piccolo Libano, non facciano crollare il Paese, potrebbe aiutare Hariri nella sua battaglia per formare un governo stabile. Solamente i prossimi mesi diranno se la Repubblica dei Cedri troverà un po’ di pace.
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