L’ex presidente sudafricano Jacob Zuma dovrà affrontare 16 accuse di corruzione relative ad un accordo di armi da diversi miliardi di dollari. L’affare riguarda per la precisione 2,5 miliardi di dollari ed era finalizzato a modernizzare la difesa del paese alla fine degli anni ’90. Le accuse includono frode, racket e riciclaggio di denaro sporco. Il caso di corruzione ha fatto deragliare la presidenza di Zuma che è stato costretto alle dimissioni e ha offuscato l’immagine del suo partito, il Congresso nazionale africano, ANC, al potere in Sudafrica. Zuma già in passato con abilità era riuscito a salire al potere nonostante l’accordo sulle armi e un processo per accuse di stupro. Si era posto come vittima e aveva sfruttato il profondo sostegno da parte dei poveri sudafricani e nel 2009 è diventato presidente.
A febbraio Zuma è stato estromesso dal suo incarico dopo aver perso una lotta di potere con il suo successore Cyril Ramaphosa, che ha saputo sfruttare a suo vantaggio la crescente disillusione dell’opinione pubblica per la corruzione endemica nel paese. C’è anche dire che l’ex presidente ha usato escamotage legali e il potere della presidenza per evitare il processo per anni. Era stato originariamente accusato nel 2007, ma si era dichiarato sempre innocente. All’epoca però era stato costretto a dimettersi da vicepresidente dall’allora presidente Thabo Mbeki. Il caso si è intrecciato in una lotta di potere tra i due uomini.
Ma ora il procuratore capo del processo Shaun Abraham ha affermato che ci sono “prospettive ragionevoli per un procedimento giudiziario di successo”. E’ coinvolto nell’affare anche il fornitore di armi francese Thales. Thales si è rifiutato di commentare. Zuma è accusato di aver chiesto tangenti a Thales per sostenere uno stile di vita sopra le righe e stravagante. Il suo consulente finanziario dell’epoca è stato giudicato colpevole per aver sollecitato le tangenti nel 2005.
Ma poco chiari sono anche i rapporti tra Zuma e la famiglia di origine indiana Gupta. Nel 2016, un rapporto di un’organizzazione anti-corruzione sosteneva che i miliardari Gupta avessero sfruttato i legami con Zuma per ottenere contratti da parte dello stato. Ma sia i Gupta che Zuma negano ogni accusa. Nel frattempo la più alta corte del Sudafrica ha stabilito che Zuma ha violato la costituzione quando non è riuscito a restituire i soldi del governo spesi per la sua casa privata. Zuma ha speso 23 milioni di dollari per le ristrutturazioni, tra cui una piscina e un anfiteatro. Da allora ha ripagato solo in parte le spese.
Ma con questo processo si è ad un punto di svolta in Sudafrica. ”L’accordo sulle armi è stata la perdita più significativa di innocenza del Sudafrica post-apartheid e ha presagito la corruzione che stiamo vedendo oggi”, ha affermato David Lewis, direttore esecutivo di Corruption Watch, un’organizzazione senza scopo di lucro con sede a Johannesburg. “Questa è la prima volta che vediamo individuare delle responsabilità nell’affare delle armi”. Lewis ha definito “significativa” la decisione del pubblico ministero e ha aggiunto: “La più grande causa di corruzione è l’impunità dei potenti, quindi questo caso invia un messaggio importante ”.
Pierre de Vos, un erudito costituzionalista dell’Università di Città del Capo, ha detto che il caso di corruzione contro Zuma potrebbe ancora trascinarsi per anni. Zuma potrebbe ancora ricorrere a stratagemmi legali, incluso eventualmente rivolgersi alla Corte costituzionale. “È stata la strategia dell’ex presidente quella di usare ogni scappatoia legale per evitare davvero che il suo caso venisse ascoltato in tribunale”, ha affermato de Vos. “Se ha i soldi per gli avvocati, potrebbe rimanere fuori dal tribunale per sempre.” In Parlamento Ramaphosa ha dichiarato che il governo ha speso 1,3 milioni di dollari per la difesa di Zuma, e ha aggiunto che il governo continuerà a pagare le spese legali, ma se l’ex presidente sarà riconosciuto colpevole dovrà rimborsarle.