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A causa di una serie di mosse incomprensibili e prive di ogni logica, l’Europa sta per perdere definitivamente quella poca influenza che aveva su due aree geografiche strategiche per i suoi interessi: i Balcani e il Mediterraneo orientale.

Se da una parte troviamo un’Unione Europea allo sbando, incapace di far valere i propri interessi in campo internazionale, dall’altra Russia e Turchia sono pronte a riempire i vuoti lasciati da Bruxelles.

Come giustamente sottolinea il quotidiano Italia Oggi, Mosca e Ankara non sono superpotenze globali, e probabilmente non lo saranno mai. Eppure a Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdoga è bastato soltanto occupare i posti in prima fila sullo scacchiere europeo per accaparrarsi un paio di privilegi non da poco.

Sui Balcani e sul Mediterraneo, adesso spetta a loro non solo decidere le regole del gioco, ma anche fare le prime mosse. In altre parole, russi e turchi hanno acquisito i vantaggi che fino a qualche anno fa spettavano all’Europa.

Di fronte all’espansione dello Zar e del Sultano, l’Ue non sa come reagire ed è incapace di definire quali sono le proprie aree di influenza economica. Il rischio? Regalare intere aree economiche ad altri soggetti.

Il disastro di Bruxelles nei Balcani

Mentre la Francia sta rallentando in tutti i modi l’allargamento dell’Unione Europea nei Balcani, Russia e Turchia stanno passando all’incasso.

Giusto per fare un esempio, Parigi ha stoppato la candidatura di Macedonia del Nord e Albania con una motivazione banale: prima di accogliere nuovi membri è necessario attuare una linea di “approfondimento dell’Ue”. Ricordiamo che i francesi otterranno la presidenza di turno dell’Ue nel 2021, e che approfitteranno di ricordare a tutti gli altri la loro idea riguardo l’espansione europea verso oriente.

La Germania, invece, che ricoprirà questo ruolo nel 2020, sarebbe anche favorevole all’inclusione di nuovi Stati all’interno dell’Ue, ma sta seriamente pensando di escludere alcune nazioni balcaniche (dal Montenegro al Kosovo, dalla Bosnia alle citate Albania e Macedonia del Nord). Il motivo? Berlino vorrebbe trasformarle in “zone cuscinetto” dedicate esclusivamente ad accogliere migranti.

Considerando che l’Europa non ha intenzione di toccare l’Ucraina per evitare nuove tensioni, che la Serbia è già molto vicina alla Russia e che proprio Mosca sta corteggiando esplicitamente Ungheria e Slovacchia, le altre nazioni in ballo sono contese tra Cremlino e Ankara. La Turchia è infatti molto interessata a mettere radici nelle aree islamiche balcaniche.

Il flop nel Mediterraneo

A proposito di Turchia, Erdogan ha già definito idealmente un’area di sfruttamento marino turco-libico attraverso la quale vorrebbe condizionare le risorse energetiche dell’intero Mediterraneo orientale. Ecco perché Ankara supporta il governo di al Serraj: è lui ad aver siglato il convenientissimo trattato con il Sultano.

L’Europa? Qui, a differenza della situazione balcanica, non è pervenuta. Si registrano sporadici tentativi isolati dei vari Paesi europei, ognuno dei quali è tuttavia più attento a tutelare i propri interessi che non quelli comunitari.

Due possibili soluzioni

In ogni caso c’è il rischio che l’Europa perda influenza (e terreno) nei Balcani così come nel bacino mediterraneo. A questo punto Bruxelles ha solo due soluzioni per rimediare (non è detto che ciò sia possibile): far cadere il governo di al Serraj in Libia, così da danneggiare il trattato marino siglato dalla Turchia, e creare una coalizione europea favorevole all’inclusione di tutti i Paesi balcanici, comprese Serbia e Ucraina.

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