No a un “superstato europeo” e al centralismo di Bruxelles. Sì a una politica estera europea e a una gestione comune dell’immigrazione. Questa, in estrema sintesi, la ricetta dell’erede della Cancelliera tedesca Angela Markel Annegret Kramp-Karrenbauer, presidente della Cdu tedesca, pubblicata Die Welt am Sonntag e tradotta da Repubblica per contrastare l’ascesa delle forze populiste – e, perché no, salvaguardare l’egemonia di Berlino sul continente europeo. Una sorta di manifesto programmatico che sancisce lo spostamento a destra, pur nella sfera liberale, della Cdu post-Angela Merkel.
Kramp-Karrenbauer ha sposato soltanto alcune delle proposte lanciate di recente dal presidente francese Emmanuel Macron, in particolare la riforma di Schengen e il rafforzamento del sistema di asilo e immigrazione dell’Ue. Ma ha anche messo in guardia Macron e le forze europeiste da un’integrazione forzata che rischia di essere controproducente. Così come la guerra – perdente – contro i “populisti”. “Il tema – ha spiegato – non può essere la difesa dello status quo incompleto dell’odierna Ue contro le accuse dei populisti. La questione del ‘per’ o ‘contro’ l’Europa non si pone affatto per la maggior parte dei cittadini”.
“Se vogliamo che le nostre aziende europee continuino in futuro ad essere finanziate dalle banche europee, dobbiamo creare un mercato unico per le banche”. Allo stesso tempo, ha sottolineato, “dobbiamo puntare in maniera coerente a un sistema di sussidiarietà, auto-responsabilizzazione e responsabilità civile a queste connessa. Centralismo europeo, statalismo europeo, comunitarizzazione dei debiti, europeizzazione dei sistemi sociali e del salario minimo costituirebbero la strada sbagliata”.
La ricetta della Cdu per salvare l’Ue: rispettare le sovranità
A dispetto di ciò che dicono molti europeisti, un superstato europeo più volte evocato rischia di rappresentare la fine dell’Ue. Akk lo ha capito e rivendica la legittimità e l’importanza degli stati nazionali: “Nessun superstato europeo soddisfa l’obiettivo di un’Europa in grado di agire” ha sottolineato. “Il lavoro delle istituzioni europee non può rivendicare la superiorità morale nei riguardi della cooperazione dei governi nazionali. Una rifondazione dell’Europa non può prescindere dagli stati nazionali: essi creano legittimità democratica e identificazione”.
Sono gli Stati membri, ha proseguito, “che formulano e riuniscono i propri interessi a livello europeo. Solo allora emerge il peso internazionale degli europei. L’Europa deve puntare sulla sussidiarietà e sulla responsabilizzazione degli Stati nazionali ed essere al contempo in grado di agire nell’interesse comune”.
Sì a Schengen e gestione comune delle domande di asilo
Akk, come la chiamano in Germania, eletta leader della Cdu lo scorso dicembre, ha sottolineato nel suo intervento che Macron ha ragione quando afferma che in Europa “c’è bisogno di agire con urgenza”. In particolare, concorda con il presidente francese sulla necessità di riformare il sistema di immigrazione in Europa: “Sono espressamente d’accordo con Emmanuel Macron – ha sottolineato – il nostro senso di comunità e sicurezza in Europa ha bisogno di confini esterni sicuri. Dobbiamo completare Schengen. Per questo abbiamo bisogno, nell’Ue, di un accordo senza lacune sulla protezione delle frontiere. Là, dove la frontiera esterna non può o non deve essere protetta da soli mezzi nazionali, deve essere costruita rapidamente e dispiegata come polizia di frontiera operativa Frontex”.
“Già ai confini di Schengen – ha ribadito – occorre verificare se vi sia una domanda di asilo, uno status di rifugiato o qualsiasi altro motivo ai fini dell’ingresso”. A dispetto di Macron, la segretaria della Cdu propone un’agenda più conservatrice, a cominciare proprio dall’assimilazione dell’immigrazione. Kramp-Karrenbauer ha ribadito che l’integrazione degli immigrati ha rappresentato “una sfida chiave per molti stati europei, soprattutto perché alcune forme di Islam sono incompatibili con le nostre idee di una società aperta”.
Akk provoca la Francia su Strasburgo
Una delle grandi questioni del futuro, ha osservato Akk, “è quella per cui vi potranno essere, a partire dall’Europa stessa, impulsi per una manifestazione dell’Islam che possa essere compatibile con i nostri modelli valoriali. Per fare questo, ha spiegato, “dovremmo creare delle cattedre universitarie europee, le cosiddette cattedre di Nathan, seguendo la tradizione dell’illuminismo e della tolleranza, nel solco del cui stesso spirito formare i nostri stessi imam e insegnanti”.
L’erede di Angela Merkel non rinuncia a proporre questioni che irritano parecchio la Francia , come l’abolizione delle sedute presso l’Europarlamento a Strasburgo. “Allo stesso tempo, dovremmo anche prendere decisioni a lungo attese e abolire gli anacronismi. Questi includono la concentrazione del Parlamento europeo su Bruxelles e la tassazione del reddito dei funzionari dell’Ue”. Sebbene in un’ottica di rilancio del progetto europeo, le idee di Annegret Kramp-Karrenbauer sembrano pertanto essere diverse da quelle di Macron.