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(Il Cairo)  Il governo egiziano afferma di aver disegnato un piano per ridurre notevolmente il il proprio debito entro il 2022.

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Questo piano, aggiunge, proverà ad abbassare il debito dall’attuale 93% all’80% del Prodotto interno lordo (Pil) entro il 2022.

“Ridurre il rapporto debito/Pil contribuirà a ridurre anche il servizio del debito”, ha detto il viceministro della finanza per politiche fiscali Ahmed Kouchouk. “Aprirà anche le porte ad un flusso di liquidità sufficiente per finanziare le attività economiche”.

Il debito del governo ha cominciato a crescere esponenzialmente nel 2011, subito dopo la rivolta che ha posto fine alla guida dell’autocrate Hosni Mubarak.

La maggior parte delle attività economiche di questo Paese densamente abitato si sono improvvisamente bloccate a causa del dilagante tumulto e del deterioramento delle condizioni di sicurezza nel periodo successivo alle rivolte.

Il settore turistico è stato duramente colpito da queste agitazioni, le esportazioni sono crollate e molte fabbriche hanno chiuso a causa del calo del potere d’acquisto nazionale.

Il debito estero era di 93 miliardi  di dollari a settembre 2018 e quello interno di 210 miliardi di dollari, arrivando insieme al 97% del Pil totale.

Tuttavia, il rapporto debito/Pil è crollato vertiginosamente per alcuni anni, secondo il ministero della Finanza.

La proporzione era del 108% a giugno 2017, il 3% in più rispetto all’anno precedente. Ciononostante, è scesa al 97% nel 2018 e il Ministero della Finanza vuole abbassarla all’88% il prossimo anno e poi all’80% nel 2022.

Il ministro della finanza Mohamed Mo’eit ha detto che il calo del 2018 è stato causato dalla presenza di un surplus di bilancio di 224 milioni di dollari, un fatto senza precedenti negli ultimi quindici anni. Ha anche aggiunto che in quell’anno l’economia è cresciuta del 5,2%.

Il ministro ha detto, in un dichiarazione rilasciata il 3 febbraio, che il suo ministero spera di mantenere questa rotta ottenendo un surplus di budget del 2% nel 2022.

“Vogliamo che anche l’economia cresca di un iniziale 6% nello stesso anno,” ha detto. L’Egitto ha lanciato delle aggressive riforme per ristrutturare l’economia, ridurre il deficit di bilancio e attirare gli investimenti internazionali.

Finora le riforme hanno incluso la liberalizzazione della sterlina egiziana contro tutte le valute straniere, il taglio di una considerevole porzione di sussidi per petrolio, elettricità e acqua, e l’introduzione di un’imposta sul valore aggiunto (Iva).

Le stesse riforme hanno tuttavia dimostrato di avere avuto un impatto molto duro sulle tasche della classe povera e media, alzando i prezzi dei prodotti di prima necessità.

Per attutire gli effetti del programma di riforma sulla popolazione più povera, il governo ha aumentato i sussidi alimentari e creato nuovi programmi di assistenza sociale. Ha anche aumentato i finanziamenti ai piccoli progetti.

Kouchouk ha affermato che un calo del rapporto debito/Pil genererebbe abbastanza liquidità per finanziare attività di produzione e assistenza sociale per i poveri.

“La stessa liquidità sarebbe usata per accrescere gli investimenti del governo e migliorare l’infrastruttura nazionale”, ha detto.

Gli economisti del Cairo, nel frattempo, hanno però sollevato seri dubbi sulla capacità del governo di abbassare il debito in modo così drastico. Abbassare il rapporto debito/Pil non sarà possibile fintanto che continueranno i prestiti.

“Per questo dico che porre un freno ai prestiti deve essere una componente importante del nuovo piano”, ha detto Alia al-Mahdi, professore di economia all’Università del Cairo. “Abbiamo bisogno di basarci sulle nostre risorse finanziarie; tagliare sulle spese; alzare la produzione, e attrarre più investimenti.”

Il debito estero dell’Egitto, che ammontava a 46 miliardi di dollari nel 2014, è più che raddoppiato negli ultimi cinque anni e ora è al 34% del Pil. Anche il debito interno è cresciuto drasticamente nello stesso periodo.

Gli economisti attribuiscono questo aumento del debito estero e interno a quella che descrivono come una “mania dei prestiti” del governo. Questa, tuttavia, è una politica che sta apparentemente cambiando.

Il governo ridurrà il rapporto debito/Pil limitando prestiti, con una migliore gestione delle risorse e riducendo le spese governative, secondo Hesham Wali, un membro della Commissione per gli Affari Economici nel parlamento egiziano, la Casa dei Deputati.

“Il successo del piano di riduzione del debito avrà effetti positivi sulla situazione finanziaria del nostro Paese”, ha detto Wali. “Condurrà alla riduzione dell’inflazione e del tasso di disoccupazione, generando un maggiore flusso di liquidità per gli investimenti nazionali.”

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