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Il Cairo- L’Egitto sta intensificando il proprio supporto al Sudan, il Paese vicino che poco più a sud sta affrontando un’inesorabile instabilità politica dal futuro incerto.

Il 3 aprile, l’ambasciatore egiziano a Khartoum, Hossam Essa, ha rivelato che l’esercito del proprio Paese ha costruito una serie di panifici in alcune città sudanesi, e che avrebbe anche intenzione di costruire degli impianti di energia elettrica; secondo Essa, queste iniziative arriverebbero in risposta alle richieste da parte del governo sudanese.

Dalla metà dello scorso dicembre, il Sudan sta infatti attraversando un picco di instabilità, con migliaia di persone scese in strada a protestare contro il deterioramento della situazione economica e contro i piani del presidente del Sudan Omar al-Bashir –  in carica dal 1989 –  di ottenere un ulteriore mandato presidenziale quinquennale e di introdurre nella costituzione degli emendamenti che rafforzino la sua presa al potere; di questi manifestanti, alcuni sono stati uccisi, a decine sono stati feriti e a centinaia sbattuti in prigione, nel mezzo di una pesante repressione da parte delle autorità sudanesi.

Dal momento che questo suo duro approccio ha portato ben pochi risultati, Bashir ha dovuto attenuare il tono del proprio governo adottando una serie di misure per convincere i manifestanti ad abbandonare le strade: queste misure comprendono una riorganizzazione della struttura governativa, la nomina di un nuovo vice-presidente e la promessa di non candidarsi nuovamente alle elezioni del 2020; Bashir ha anche promesso di guidare il Paese fuori dall’attuale scompiglio economico, promulgando delle direttive di azione governativa che pongano fine alle carenze dei beni di prima necessità, abbassandone i prezzi al tempo stesso. Tuttavia, tutte queste misure non hanno fermato le proteste che hanno dato vita ad uno stop generale nelle università, e minacciano anzi di far deragliare ancor più l’economia sudanese.

Pare che Bashir sia a corto di soluzioni e stia aspettando un aiuto esterno, che arriva infatti dal vicino a nord, l’Egitto — anch’esso con le proprie difficoltà economiche: oltre alla costruzione di panifici e di impianti di energia elettrica, l’Egitto sta inviando al Sudan riserve di farina e sta progettando anche di inviare dei medici per supplire alla grave mancanza di personale negli ospedali sudanesi.

Secondo gli analisti politici egiziani, il Sudan è un Paese molto importante per l’Egitto: “Rafforzare le relazioni tra Egitto e Sudan ha dei risvolti positivi sulle relazioni dell’Egitto con gli altri Stati africani”, ha dichiarato Ramadan Qurani, esperto di relazioni afro-egiziane. In un certo senso, il miglioramento delle relazioni tra Egitto e Sudan è un piccolo tassello all’interno di un grande mosaico volto a consolidare i legami dell’Egitto con gli altri Stati dell’Africa. Da quando è salito al potere a metà 2014, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha ristabilito relazioni diplomatiche con gli altri Paesi africani dopo anni di ostilità e ha incontrato Bashir in 25 occasioni — di cui 6 in Sudan — come segno dell’importanza che la sua amministrazione attribuisce ai rapporti con Khartoum.

L’Egitto ha investito circa 10 miliardi di dollari in Sudan, dove ha un interscambio commerciale annuale di un miliardo di dollari, con l’impegno di raddoppiare questa cifra negli anni a venire. Ciononostante, gli statisti politici affermano che la continua instabilità in Sudan attribuisca ancora maggiore importanza a questi rapporti; l’Egitto ha dei problemi lungo il confine con la Libia dovuti alla tensione nello Stato nordafricano, e teme che un peggioramento delle condizioni di sicurezza in Sudan possa avere un impatto negativo su questa questione.

Milioni di cittadini sudanesi vivono già in Egitto, e l’incubo del Cairo è che dal Sudan arrivino al confine egiziano altre centinaia di migliaia di rifugiati — o addirittura milioni, aggiungono gli esperti.

La strategia dell’Egitto di compiacere il Sudan scaturisce proprio dall’indignazione sudanese: secondo dei report, l’Egitto avrebbe infatti invitato compagnie internazionali di petrolio a perlustrare riserve minerarie in un territorio al confine che il Sudan rivendica invece come proprio. L’ambasciatore Essa ha dichiarato l’infondatezza di tali report; tuttavia, l’Egitto faticherà a convincere i cittadini sudanesi — alcuni già accusano il Cairo di dare una mano al presidente sudanese — che il proprio supporto non abbia nulla a che fare con la possibilità che al-Bashir rimanga al potere.

“Il supporto dell’Egitto ha provocato la rabbia dei cittadini sudanesi”, dichiara l’attivista politico sudanese Wayel Ali, “a quanto pare, ci attendono tempi difficili”.

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