Il “partito dello spread” torna a farsi sentire. E da Palazzo Chigi risuona l’allarme generale. Servono alleati e servono alla svelta: perché il rischio di subire un vortice di giudizi di agenzie di rating, spread in rialzo e isolamento in Ue è molto alto. Specialmente alla vigilia delle elezioni europee, che sono il vero e proprio giro di boa di questa legislatura ma anche del rapporto con l’Unione europea. Come scrive Dagospia, la voce che circola nel governo è questa: “Il partito dello spread è tornato a farsi sentire ed è pronto a colpire l’Italia, magari subito prima delle europee di maggio per dare una lezione a populisti e sovranisti di tutta Europa; non bisognerà farsi trovare impreparati”
Da parte del governo continuano ad arrivare parole estremamente negative nei confronti dei giudizi delle agenzie di rating. L’ultimo, quello di Fitch, che ha anche previsto le elezioni anticipate, ha destato scalpore ma anche allarme. E se da parte del Movimento Cinque Stelle e della Lega le risposte sono state molto nette, passando da “fantascienza” a “non ci sarà alcun voto”, in realtà ora qualcuno inizia a temere seriamente che possa essere l’anticamera di una serie di colpi in arrivo dai mercati finanziari.
E a questo punto, con un’Europa che ha già messo in stato d’accusa il governo giallo-verde, a partire dalla manovra economica, da Roma è arrivato l’input di costruire una rete di alleanze internazionali che riesca a calmare i giudizi negativi delle agenzie di rating. E il primo a essere identificato come sponda è il governo americano guidato da Donald Trump.
Da diverso tempo, gli Stati Uniti hanno confermato il loro asse con l’esecutivo di Giuseppe Conte. A Washington, il governo giallo-verde piace per molte ragioni, e questi rapporti molto positivi sono stati confermati negli incontri fra il premier e il presidente Usa, ma anche nei vari vertici tenuti fra i funzionari Usa e quelli italiani. La strategia del governo si sposa abbastanza bene con l’agenda politica della Casa Bianca.
E in un momento in cui l’assedio dell’Ue verso Roma sembra destinato ad aumentare in vista delle elezioni di maggio, tutto fa credere che quest’asse sia destinato ad aumentare. Visto che Wall Street e le grandi agenzie di rating operano proprio in territorio americano.
A conferma di questo piano d’emergenza di Roma, arriva anche ,a notizia del prossimo viaggio del sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti a New York. Dopo il tour del sottosegretario Guglielmo Picchi (sempre in quota Lega) per incontri di alto profilo negli Stati Uniti e riaffermare l’asse fra Carroccio e repubblicani, ora è la volta di Giorgetti, che fra due giorni prenderà l’aereo: destinazione Usa.
Come raccontato da Repubblica, il ragionamento di Giorgetti è molto chiaro: “Dirò di fidarsi dell’ Italia. Dirò che il governo è responsabile. Che la Lega è garanzia di stabilità”. Insomma, una sorta di ambasciatore politico che servirà sia al governo tout-court, sia alla stessa Lega, desiderosa di confermarsi come interlocutore privilegiato dell’amministrazione americana in Italia e anche all’interno della stessa Unione europea.
Secondo le indiscrezioni, il viaggio del potente sottosegretario leghista sarebbe il frutto di una decisione arrivata dopo un nuovo rialzo dello spread, che si avvicina pericolosamente a quota 300. E il calendario di fuoco fra marzo e aprile sui diversi giudizi di rating, ha reso chiaro il bisogno di una svolta. “Il 15 marzo toccherà all’agenzia di rating Moody’ s esprimersi sul debito sovrano italiano, poi il 26 aprile sarà la volta di Standard & Poor’s. In mezzo, le “pagelle” dell’ Europa e la recessione che minaccia di mordere”, spiegano a Repubblica.
Per Giorgetti il viaggio prevede una breve tapa a Londra, per incontrare i vertici della City che posano garantire stabilità ai giudizi nei confronti dell’Italia. Poi volerà a New York con tre giorni di appuntamenti che lo vedranno incontrare hedge fund e fondi pensionistici. Un piano che aveva già preparato lo stesso Picchi, che nel suo viaggio di gennaio aveva incontrato anche potenti uomini d’affari della borsa statunitense. Ed è possibile che lo stesso sottosegretario partecipi alla convention dei conservatori al posto di Matteo Salvini. Un modo per far capire a Washington e all’alleato americano che la Lega c’è come alleato e che si sta distanziando sempre più dall’ala movimento del Cinque Stelle.