Le elezioni francesi sono un terreno di scontro totale, dove ormai è quasi necessario prendere parte e schierarsi o per Marine Le Pen o per Emmanuel Macron. Una scelta che, a livello mediatico, è ormai stata fatta, visto come i media e i grandi gruppi di potere hanno dato il loro sostegno più o meno evidente a Macron. Nessun giornale si è schierato a favore di Marine Le Pen e tutti, anche quelli meno a favore di Macron, comunque hanno dato il loro benestare all’elezione dell’ex ministro di Hollande.In questa scelta fra i due candidati, anche le diverse confessioni religiose hanno un loro peso specifico e in molte sono scese in campo direttamente. Nella giornata di giovedì, i rappresentanti di tre confessioni francesi, la comunità protestante, quella ebraica e quella musulmana, hanno firmato una dichiarazione congiunta con cui hanno dato il loro pieno sostegno al candidato Macron. Il pastore François Clavairoly, presidente della Federazione protestante, Anouar Kbibech, del Consiglio francese del culto musulmano e Haïm Korsia, grande rabbino di Francia, il candidato all’Eliseo di “En Marche” è l’unica speranza per il ripristino dei valori repubblicani francesi ed hanno chiesto ai loro rispettivi fedeli di recarsi alle urne per sostenerlo. I tre leader religiosi, nella loro dichiarazione congiunta, si sono detti da una parte consapevoli del loro ruolo che dovrebbe essere neutrale di fronte alla politica, ma dall’altra parte, hanno ricordato come Macron sia l’unico baluardo contro l’ascesa di Marine Le Pen che, a detta dei tre capi spirituali, è un pericolo per la pace e la stabilità.Dichiarazioni molto forti che a poche ore dal voto possono dire molto su come si orienterà il voto di queste minoranze che, in Francia, rappresentano comunque pilastri della società di oggi e della cultura del Paese. Non sono comunità minime, ma si tratta di milioni di elettori nonché di personalità molto influenti nel panorama politico ed economico.Dichiarazioni forti che contrastano invece con la grande assente di questa dichiarazione, che è la Chiesa cattolica di Francia. Il cattolicesimo francese non si è schierato a favore di Macron e non ha sostenuto neanche Marine Le Pen. In molti hanno accusato la Chiesa di tatticismo e di eccessiva prudenza, ma in realtà, il tutto nasce dal fatto che i vescovi francesi hanno sempre affermato di non voler prendere posizione. Non lo fanno dai tempi del Concilio Vaticano II, come ha ricordato Georges Pontier, presidente della Conferenza episcopale francese, e non inizieranno quest’anno. La chiesa cattolica, a detta del rappresentante dei vescovi francese, ha sempre optato per la riflessione ed il discernimento, non per dire cosa votare. Il cattolico, secondo Pontier, deve votare in base a quanto sia in linea con la sua fede e con la fede della Chiesa, senza che quest’ultima prenda posizione in modo chiaro.Dello stesso parere non è stato per il cardinale Philippe Barbarin, che giorni fa ha deciso di firmare una dichiarazione in cui riteneva doveroso affermare che il Front National fosse un partito nazionalista, pericoloso e portatore di conseguenze disastrose. Stessa idea del quotidiano La Croix, che in un editoriale del suo direttore, ha chiesto ai cattolici di votare Macron perché più rispettoso dei valori della Francia.Il voto cattolico è uno dei punti chiave per comprendere chi vincerà il ballottaggio di domenica prossima. Perché è vero che Marine Le Pen sta cercando in ogni modo di raccogliere i voti di Mélenchon e della sinistra critica verso il liberismo di Macron, ma è anche vero che ci sono in ballo milioni di voti cattolici e conservatori che al primo turno sono andati a François Fillon. Le Pen sa che anche per questa tortuosa strada passa la sua speranza di arrivare all’Eliseo. E se islamici ed ebrei sembrano voltare le spalle, almeno ufficialmente, alla candidata presidente, la speranza ora è rivolta nei cattolici. Nella laicissima ed atea Francia dove i simboli religiosi sono un tabù per tutti, la fede, a quanto pare, conta ancora molto. Almeno in termini elettorali.
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