Il Marocco ha richiamato il proprio ambasciatore in Arabia Saudita per consultazioni, incrinando le relazioni diplomatiche con l’alleato mediorientale.

La notizia, ancora non confermata ufficialmente dal ministero degli Esteri marocchino, sarebbe stata avvalorata dal diplomatico in questione, Mustapha Mansouri, che, al sito di informazione nazionale Le360, ha parlato di una “crisi passeggera” tra i due Paesi.

Stando alle informazioni riferite a Reuters da una fonte del governo, l’ambasciatore marocchino si troverebbe in patria già da una settimana. Anche se le ragioni del richiamo non sono state ancora chiarite, potrebbero dipendere dalla diffusione, da parte del canale televisivo saudita Al-Arabiya, di un documentario sulla questione del Sahara occidentale.

La questione del Sahara occidentale

Dal video in questione si evincerebbe un cambio di posizione da parte di Riad, che tradizionalmente ha sempre supportato la sovranità del Marocco sul territorio conteso.

La disputa sulla legittimità del governo all’interno del Sahara occidentale risale agli anni 1975-76, quando il Marocco, in seguito al ritiro del dominio spagnolo, aveva preso il controllo di due terzi dell’area, rivendicandola come parte del Regno. Nello stesso periodo, il Fronte Polisario aveva annunciato la nascita della Sahara Arab Democratic Republic (Sadr), instaurando un governo indipendente.  

Le tensioni tra i due attori della disputa si sono intensificate a partire dall’agosto 2016, in seguito all’invasione, da parte del Marocco, della zona indipendente del Sahara Occidentale. Ad oggi, il territorio è ancora diviso in diverse zone, alcune autonome altre occupate dalle truppe marocchine.

Lo scorso dicembre, tuttavia, Marocco e fronte Polisario, insieme ai ministri degli Esteri di Algeria e Mauritania, che confinano con il Sahara occidentale, hanno dato inizio a trattative per una soluzione della disputa.

Il conflitto in Yemen

La mancata sintonia tra i due Paesi sulla questione del Sahara occidentale, tuttavia, avrebbe un precedente. Lo scorso gennaio, il canale televisivo qatariota Al Jazeera ha trasmesso un’intervista al ministro degli Esteri marocchino, Nasser Bourita, il quale ha espresso preoccupazione per l’inasprirsi della crisi umanitaria in Yemen.

La situazione dello Yemen è stata definita dalle Nazioni Unite “la più grave crisi umanitaria a livello mondiale”. Secondo i dati forniti dall’Onu, le vittime del conflitto sarebbero circa 10mila e più del 75% della popolazione yemenita, ovvero 22 milioni di persone, necessitano di aiuti umanitari. Di queste, circa 10 milioni sarebbero sull’orlo della carestia.

In questa occasione, il politico ha affermato che il Marocco, membro della coalizione araba a guida saudita, che combatte nella guerra civile yemenita, avrebbe cambiato la modalità di partecipazione alle operazioni nel Paese martoriato dalla guerra. Secondo Bourita, il cambiamento della posizione di Rabat sarebbe dovuto a “una valutazione degli sviluppi in loco”.

La crisi del Golfo

Un ulteriore avvenimento che ha causato tensioni tra Marocco e Arabia Saudita è la posizione assunta da Rabat nella crisi del Golfo.

Il 5 giugno 2017 Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto hanno interrotto i rapporti diplomatici con il Qatar, accusato di sostenere il terrorismo nella regione e di finanziare le organizzazioni terroristiche. 

Subito dopo la proclamazione dell’embargo, il Marocco ha adottato ufficialmente una “posizione neutrale e costruttiva”. Nella crisi è intervenuto direttamente solo con l’invio di generi alimentari al Qatar.

Le relazioni tra Marocco e Arabia Saudita

Storicamente, i due Paesi intrattengono relazioni solide e durature,  che tuttavia hanno cominciato a mostrare qualche crepa a partire dalla nomina, il 21 giugno 2017, di Mohammed Bin Salman quale principe ereditario alla corona saudita.

Nel novembre sorso, il Marocco non ha ricevuto il principe ereditario, mentre questi si trovava in visita nel Nord Africa. La motivazione dietro al rifiuto sarebbe stata la condanna internazionale dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, avvenuto lo scorso 2 ottobre all’interno dell’ambasciata saudita a Istanbul. Secondo le Nazioni Unite, il delitto sarebbe stato “pianificato e perpetrato dalle autorità saudite”.

Come sottolineato dall’ambasciatore marocchino a Riad, “è normale che tra Paesi sorgano difficoltà”. Difficile dire, al momento, se si tratti di semplici divergenze o di una frattura più profonda tra case regnanti .

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