Il popolo del Kosovo ha votato e ha mandato un segnale forte e chiaro ai partiti che fino a oggi hanno guidato saldamente il Paese. A votare, in ogni caso, è stata una minoranza degli aventi diritti: il 44%. In aumento rispetto al 2017.
Il primo exit poll è apparso subito dopo la chiusura dei seggi e indicava una lotta a due, dall’esito incerto, tra la Lega Democratica del Kosovo (Ldk) e Vetevendosje (Vv), entrambi attestati al 30%. A seguire, nettamente staccati, il Partito Democratico del Kosovo (Pdk) e la coalizione guidata da Ramush Haradinaj.
Vetevendosje in testa, Lega Democratica del Kosvo segue
Alle undici di sera circa tre quarti delle schede elettorali sono già scrutinate e la Commissione Elettorale Centrale segna il passaggio di Vetevendosje ai danni della Lega Democratica del Kosovo. Se al di fuori della sede elettorale di Vv l’entusiasmo si rafforza, nel quartier generale di Ldk, Vjosa Osmani convoca una conferenza stampa. Per lei si tratta di una sconfitta, benché lo scarto tra i due schieramenti non vada oltre l’un per cento.
Con il passare dei minuti, la vittoria di Albin Kurti è apparsa definitiva e dalla pagina Facebook del partito è comparso l’invito a portarsi in piazza Skanderbeg per festeggiare la notte del cambiamento. In ogni caso, il primato di Vv è minimo (come detto neppure dell’un per cento), Kurti lo comprende perfettamente e nella prima intervista rilasciata a T7 apre fin da subito alla Osmani: “È da salutare positivamente il fatto che… insieme avremo almeno 60 seggi”. Un’apertura necessaria che lancia la palla bollente alla candidata del partito di Ibrahim Rugova.
La sconfitta delle forze di governo
I sondaggi davano in discesa sia il Partito Democratico del Kosovo (Pdk) sia la coalizione formata dall’Alleanza per il Futuro del Kosovo (Aak) e il Partito Socialdemocrativo del Kosovo (Psd), le urne hanno confermato le attese.
Appena chiusi i seggi, Kadri Veseli (Pdk) era fiducioso del risultato: “Siamo convinti che il Pdk ha vinto le elezioni con una lieve differenze rispetto al secondo partito”. La dichiarazione, però è arrivata troppo presto per essere ritenuta affidabile. E a fine serata il conteggio del voto ha mostrato come il maggior partito dello Stato si è fermato intorno al 21%.
Lo stesso è accaduto per la coalizione guidata da Ramush Haradinaj (Aak-Psd), il cui staff nei giorni precedenti aveva affermato di essere primo nei sondaggi. Il voto non ha premiato l’entità politica che al termine della giornata aveva poco oltre il 10% dei voti. Haradinaj, che è il Primo ministro uscente, ha poi scritto su Facebook che “la decisione di restituire il processo decisionale ai cittadini si è rivelata giusta”.
Una ventina di arresti
La prova più importante per il Kosovo era riuscire a svolgere le elezioni in maniera tranquilla e pacifica. Così è stato a parte qualche episodio sporadico che non ha messo in pericolo il processo di voto. In particolare a Mitrovica un gruppo di attivisti del Pdk ha attaccato e ferito gravemente il fratello di Safet Kamberi, candidato di Ldk. A ciò si sono aggiunti gli arresti di chi è stato colto mentre fotografava la propria scheda elettorale, atto vietato dalla legge.
Anche nella parte settentrionale del Kosovo e nelle enclavi serbe, le procedure di voto non hanno subito impedimenti di sorta. Gli unici problemi si sono riscontrati quando a Nord Mitrovica e a Gracanica gruppi di elettori si sono presentati accompagnati da rappresentanti arrivati da Belgrado in sostegno della Lista Serba. Il candidato della coalizione avversaria Sloboda, Nenad Rasic, ha criticato l’azione affermando che “la presenza dei rappresentanti ha messo pressione sulle elezioni di oggi”.