È assodato che la Nato ad est ha una spina nel fianco interna che risponde al nome di Recep Tayyip Erdogan. Ciò che sembra emergere nelle ultime settimane, è invece il fatto che l’Alleanza atlantica abbia ad occidente un’altra spina, non meno importante: quella cioè che risponde al nome di Emmanuel Macron.
La posizione francese sulla Nato
La settimana prossima a Londra si terrà il vertice dell’Alleanza Atlantica, giunta al suo settantesimo anno di vita. E sarà una due giorni, quella del 3 e del 4 dicembre, che si preannuncia molto difficile e non priva di tensioni. La riunione arriva a meno di due mesi dall’intervento turco nel nord della Siria, in cui la Nato e l’Europa sono rimaste ai margini. Erdogan, da membro dell’alleanza atlantica, ha fatto sapere di aver cestinato la lettera inviatagli dal presidente statunitense Trump che gli intimava di non avviare alcune operazione anti curda. Allo stesso tempo, la Turchia ha pressoché ignorato o quasi il vice di Trump, Mike Pence, e del segretario di Stato Usa Mike Pompeo, giunti ad Ankara per cercare un cessato il fuoco in Siria. Al contrario, Erdogan è volato pochi giorni dopo da Putin per concordare una tregua. E dalla Russia sono arrivati anche i primi S-400 acquistati dalla Turchia. Una Nato dunque che, nella penisola anatolica, ha sempre meno di atlantico.
Contemporaneamente sul versante francese le cose non sono poi andate diversamente. E questo non solo per le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da Emmanuel Macron, secondo cui la Nato è in uno stato di “morte cerebrale“. Parigi da un anno a questa parte appare impegnata a creare un sistema definito “complementare” ma non alternativo alla Nato. Si tratta della cosiddetta “Iniziativa di Intervento Europea“, meglio nota anche con l’acronimo di Ei2. Un sistema a cui il principale impulso è stato dato dall’Eliseo, fondato nello scorso mese di giugno ed a cui l’Italia ha aderito il 19 settembre 2019 con il via libera dato, senza passare dal parlamento, dal governo Conte II.
Si tratta di uno strumento con il quale Parigi vuole avere il timone della difesa europea, grazie anche al suo status di potenza nucleare. Ma non solo: l’Ei2 appare l’esempio più calzante di quella che è l’idea che il presidente francese Macron ha sul tema della difesa. Secondo l’attuale inquilino dell’Eliseo, l’Europa deve porsi nel mondo come potenza militare a sé stante, dunque essere autonoma dagli Usa e, di conseguenza, anche dalla Nato. Un’autonomia che Macron vorrebbe garantire con un meccanismo di difesa guidato per l’appunto dalla Francia. Tanto basta dunque per immaginare come, da qui ai prossimi anni, Parigi potrebbe muoversi in modo sempre meno collegato con l’Alleanza Atlantica.
I rapporti tra Parigi e Mosca
Possibile dunque accostare, sotto il profilo della strategia politica e difensiva, Macron con Erdogan? I due del resto hanno in comune la crescita degli investimenti nel settore militare, così come un cammino sempre più autonomo dai dettami e dalle volontà dell’alleanza atlantica. L’unica differenza da questo punto di vista sta nel fatto che il presidente turco non ha mai apertamente messo in evidenza lo scollamento dalla Nato, mentre Macron come detto ha addirittura parlato di stato di morte cerebrale. Un altro accostamento è possibile azzardarlo guardando ai rapporti con il Cremlino. Nel 2017, quando in Italia si assisteva all’avanzata nei sondaggi di Lega e M5s in vista delle elezioni, si pensava che il paese europeo in grado di riavvicinare il vecchio continente con Mosca fosse proprio il nostro. E questo sia per gli interessi dei nostri imprenditori, molti dei quali in crisi per via delle sanzioni contro la Russia, sia per quanto portato avanti dai partiti sopra citati.
Ed invece nel 2019 è la Francia ad aver assunto questo ruolo. A dispetto di una Nato ancora impegnata a far sottoscrivere ai propri membri un piano difensivo anti russo lungo i confini delle repubbliche baltiche, Macron appare sempre più vicino a Putin. I due hanno dato vita in estate ad un bilaterale definito “eccellente”, i vertici della difesa russa e francese appaiono avere ottimi rapporti, di recente Macron è riuscito ad impedire l’ingresso nell’Ue di Albania e Macedonia del Nord, paesi che Mosca non vedrebbe di buon occhio all’interno delle istituzioni comunitarie. Passi che sembrano portare dritti all’iniziativa francese per la rimozione delle sanzioni contro il gigante euroasiatico. L’unica differenza di vedute tra Eliseo e Cremlino si registra sulla moratoria sugli euromissili, proposta da Putin e bocciata da Macron.
In generale, è ben evidente come la Francia, su molti temi importanti, sembra muoversi sempre di più in modo autonomo da quel che resta di un’alleanza atlantica sempre più sfilacciata.