Un battaglione formato da 800 soldati inglesi equipaggiati con droni e carri armati Challenger 2 sarà operativo in Estonia dalla prossima primavera. È quanto comunica il Segretario alla Difesa Michael Fallon. La mossa rientra nel più grande rafforzamento militare della NATO ai confini della Russia dai tempi della Guerra fredda. Il battaglione inglese, supportato dalle truppe francesi e danesi, sarà operativo dal prossimo mese di maggio.LEGGI ANCHE: Quale futuro per la Nato?Nei prossimi mesi si assisterà ad un graduale aumento della presenza militare lungo i fianchi orientali e meridionali della NATO. Poche ore fa, Londra ha confermato l’invio di 28 caccia Typhoon in Romania per pattugliare l’area del Mar Nero (in parte a sostegno della Turchia). I quattro gruppi tattici della Nato volti a scoraggiare una possibile aggressione russa nella regione dei Paesi Baltici, saranno rischierati alcuni mesi prima, ma ritenuti in grado di rispondere ad uno scenario di crisi, entro maggio. Gli Stati Uniti invieranno il primo battaglione. I mille soldati statunitensi faranno parte del 2° Reggimento di Cavalleria con sede a Vilseck, in Germania. Altri mille soldati tedeschi saranno schierati in Lituania. La partecipazione tedesca è particolarmente importante secondo l’Alleanza, per creare un deterrente efficace contro la Russia per un ruolo emergente di Berlino nella Nato. In Lettonia giungerà un battaglione canadese, mentre mille soldati inglesi saranno schierati in Estonia. Per la seconda turnazione Norvegia, Danimarca e Francia hanno già dato la loro disponibilità. Tutti gli alleati della Nato dovranno dare il loro contributo.LEGGI ANCHE: Quei battaglioni della Nato in funzione antirussaI Paesi che non potranno sostenere il dispiegamento di un battaglione svolgeranno ruoli logistici per sostenere le truppe. I quattro battaglioni saranno sempre in rotazione ed agiranno sotto egida Nato. Il comando e controllo delle truppe spetterà al quartier generale supremo delle potenze alleate in Europa, affidato al generale Curtis Scaparrotti. Le regole di ingaggio per i quattro battaglioni sono state strutturate in modo diverso da quelle in vigore per le attuali forze internazionali. Nel bilancio per l’anno fiscale 2017, il Pentagono ha rimodulato la richiesta dei fondi per il dispiegamento di ulteriori truppe in Europa come parte di un massiccio aumento delle posizioni di difesa nel vecchio continente. Nel nuovo strumento finanziario, il Pentagono ha richiesto 3,4 miliardi di dollari di budget per l’European Reassurance Initiative, operazione lanciata dagli Stati Uniti per aumentare le capacità militari dei suoi alleati in Europa orientale nel contesto della crisi ucraina. Nell’anno fiscale 2016, per l’European Reassurance Initiative sono stati stanziati 780 milioni di dollari. Secondo la visione occidentale, i quattro battaglioni in rotazione non violerebbero il Nato-Russia Founding Act, che vieta un numero considerevole di truppe da combattimento schierate permanente ai ridosso dei confini con la Russia. Nel documento del 1997 non si fa riferimento ad un numero preciso di truppe, ma per l’Alleanza un forza di quattro battaglioni in rotazione è in linea con tali restrizioni. Mosca non è della stessa idea. Per controbilanciare la maggiore presenza militare della Nato in prossimità delle frontiere, il Ministero della Difesa russo ha deciso di costituire due nuove divisioni nel Distretto Militare Occidentale ed una terza nel Distretto Militare del Sud. Le tre divisioni russe, circa trentamila soldati in totale, saranno schierate a Rostov sul Don e nelle regioni di Smolensk e Voronezh entro la fine dell’anno.LEGGI ANCHE: La Russia spiazza (ancora) la NatoQuei quattromila soldati, al di là dei proclami dell’Alleanza che li identifica come forza combattente, non avranno lo scopo (non ne avrebbero la capacità) di impedire una possibile invasione, ma rappresentano un discreto livello di determinazione. Una sorta di garanzia per intenderci: un attacco russo, qualora avvenisse, comporterebbe un’escalation ed all’inevitabile impiego di testate nucleari. Ritenere i battaglioni come un efficace deterrente sarebbe utopistico e fin troppo presuntuoso, considerando che migliaia di soldati russi e centinaia di blindati potrebbero raggiungere le capitali baltiche entro sessanta ore.”Gli impegni della NATO – ha affermato ieri il Segretario Generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg – sono una chiara dimostrazione del nostro legame transatlantico. Il nostro è un deterrente credibile, non per provocare un conflitto, ma per prevenirlo”.Stoltenberg ha poi confermato che i quattro battaglioni saranno supportati da una forza di reazione rapida della NATO formata da 40 mila soldati e, se necessario, da ulteriori unità che potrebbero trasferirsi nei paesi balitici ed in Polonia. Non è ancora nota l’esatta composizione della forza di reazione rapida. Albania, Italia, Polonia, Slovenia, Belgio, Croazia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Norvegia potrebbero fare parte della seconda turnazione, mentre nella prima rotazione dovrebbero garantire supporto logistico. Danimarca e Francia garantiranno unità navali. Romania e Gran Bretagna aumenteranno le truppe degli Stati Uniti in Polonia.banner_cristianiStoltenberg ha concluso il suo intervento comunicando che fino a sei paesi della NATO (Canada, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Turchia e Stati Uniti), sono disposti a mandare le loro unità terrestri, navali ed aeree nel Mar Nero il prossimo anno.Nel Mar Baltico, intanto, Mosca ha inviato le corvette  Serpukhov e Zeleny Dol equipaggiate con missili da crociera Kalibr. Pochi giorni fa, il Ministero della Difesa russo ha annunciato il rafforzamento delle difese costiere della Flotta del Mar Baltico con sistemi missilistici terrestri Bastion (SS-C-5 Stooge) e Bal (SSC-6 Stooge).





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