Tra il 28 e il 30 giugno in Russia sono stati arrestati due scienziati: Anatoly Maslov, capo scienziato presso l’istituto di meccanica teorica e applicata di Novosibirsk, e Dmitry Kolker, capo del laboratorio di tecnologie ottiche quantistiche dell’Università statale di Novosibirsk. La notizia potrebbe tranquillamente essere relegata nella cronaca nuda e cruda. A ben vedere ci sono tuttavia diversi dettagli particolarmente curiosi.
Intanto, sia Maslov che Kolker sono stati accusati di tradimento. Ad entrambi, poi, si imputa il fatto di aver fornito alla Cina dati e informazioni coperti dal segreto di stato. Dulcis in fundo, tutti e due erano attivi in campo accademico, o comunque avevano collegamenti con la città di Novosibirsk. Se due indizi non fanno una prova, tre iniziano ad alimentare strani sospetti. Anche perché la Cina, fino a prova contraria, è una partner della Russia, e non si capisce per quale motivo Pechino dovrebbe effettuare spionaggio nei confronti di Mosca. A maggior ragione adesso che i due Paesi dovrebbero spalleggiarsi a vicenda, come ribadito da Vladimir Putin e Xi Jinping, per fronteggiare gli Stati Uniti e i suoi alleati, ma soprattutto per gettare le basi di un nuovo ordine globale non più a trazione statunitense.
È pur vero che, dal punto di vista militare, gli esperti definiscono la Russia la seconda potenza militare del mondo, e dunque le tecnologie e gli strumenti controllati dal Cremlino potrebbero far gola a Pechino. Ricordiamo, inoltre, che nel recente passato vecchie storie di spionaggio russe hanno tirato in ballo la Cina e coinvolto ricercatori e vari personaggi di spicco su temi delicati, dall’Artico alla Difesa.
Alto tradimento e spionaggio
Gli ufficiali dell’Fsb, i servizi segreti russi, hanno prelevato Dmitry Kolker direttamente dall’ospedale, dove l’uomo era ricoverato in quanto malato terminale di cancro. Tre giorni più tardi, lo scienziato è morto nel carcere di Lefortovo, a Mosca, dove era stato trasportato in attesa del processo che si sarebbe tenuto alla fine di agosto. Pare che Kolker fosse proprietario di numerosi brevetti e responsabile di un centro di ricerca prestigioso. Nel corso della sua carriera aveva inoltre tenuto lezioni universitarie in Cina, in particolare sulla spettroscopia laser e sui principi di base del lidar.
Il figlio dello scienziato, Maxim Kolker, ha spiegato che il padre è stato arrestato per “aver fornito alla Repubblica popolare cinese dati contenenti segreti di Stato”. Le lezioni tenute dallo scienziato oltre la Muraglia, però, a detta di Maxim si sarebbero svolte in lingua russa, su precisa richiesta della “guardia di sicurezza” che accompagnava Kolker. In più, a ulteriore tutela, sembra che le presentazioni dell’esperto fossero state sempre “certificate” dall’Fsb prima di ogni lezione. “Assolutamente tutti i rapporti alle conferenze internazionali sono certificati in dipartimenti speciali, ovvero che non contengono segreti di Stato. Un ufficiale dell’Fsb era con lui ovunque, aveva volato con lui in Cina e gli aveva proibito di parlare in inglese”, ha fatto sapere Maxim.
In Russia essere accusati di alto tradimento può costare carissimo, fino a 20 anni di carcere, che è la pena che adesso rischia Anatoly Maslov, incarcerato ma, a differenza del collega, ancora vivo e vegeto. Il secondo scienziato, in realtà il primo ad essere arrestato, “è sospettato di aver fornito (alla Cina ndr) dati coperti da segreto di stato”, ha scritto l’agenzia russa Tass, chiarendo che i dati erano legati al settore dell'”ipersonico“.
Cosa c’entra la Cina?
Il doppio arresto con l’accusa di spionaggio in favore della Cina è arrivato pochi mesi dopo l’annuncio di una partnership strategica “senza limiti” perpetuata da Putin e Xi. Dalla Cina non sono filtrati commenti di alcun tipo riguardo la vicenda.
Scavando negli archivi, è facile notare come, nel corso degli ultimi anni, vari scienziati russi siano stati arrestati e accusati di tradimento, per aver presumibilmente passato materiale sensibile ad attori stranieri. Alexander Kuranov, il direttore di un laboratorio di ricerca ipersonico, è stato arrestato lo scorso agosto con l’accusa di tradimento; le autorità russe non hanno indicato il Paese straniero coinvolto, forse gli Stati Uniti. Lo scorso aprile Valery Golubkin e Anatoly Gurbanov, che lavoravano presso lo Zhukovsky Central Aerohydrodynamic Institute, sono stati accusati di aver passato segreti a cittadini stranieri senza nome.
Nel giugno 2020 la Russia ha accusato di tradimento uno dei suoi principali ricercatori artici, sostenendo di aver fornito informazioni sensibili alla Cina. Secondo le ricostruzioni, all’inizio del 2018 Valery Mitko, presidente dell’Accademia delle scienze artica di San Pietroburgo, avrebbe fornito un documento contenente segreti di stato all’intelligence cinese presso l’Università marittima cinese di Dalian. Stando a quanto riferito dalla Cnn, il documento riguardava l’idroacustica, lo studio del suono nell’acqua comunemente applicato alla navigazione subacquea, alle comunicazioni e al monitoraggio dell’attività sottomarina. Sempre nel 2020, Vladimir Lapygin, 79 anni, è stato rilasciato in libertà vigilata anticipata, a seguito di una condanna rimediata nel 2016 per aver trasmesso alla Cina dettagli tecnici su una navicella spaziale russa.
In attesa di saperne di più sulla vicenda dei due scienziati appena arrestati, la sensazione è che le accuse russe di spionaggio contro ricercatori ed esperti potrebbero evidenziare una crescente competizione tra Mosca e Pechino su molteplici tematiche: dalla corsa all’Artico al rafforzamento militare. E questo al netto di un’amicizia “senza limiti” presentata al mondo intero.