L’Azerbaigian rispetta tutte le disposizioni della dichiarazione congiunta con Russia e Armenia in merito al Karabakh. Lo ha affermato sabato il Ministero della Difesa azerbaigiano. “L’Azerbaigian non ha violato nessuna delle clausole della Dichiarazione Trilaterale del 10 novembre 2020. Al contrario, ci rammarichiamo per la presenza dell’esercito armeno e di altre formazioni armate illegali armene che non si sono ancora ritirati dalla regione del Karabakh dell’Azerbaigian in conformità con la Clausola 4 di detta Dichiarazione. È l’Armenia che viola le clausole della Dichiarazione”, ha affermato lo stesso Ministero. Secondo la dichiarazione trilaterale, il ministero della Difesa russo deve garantire “il ritiro completo dell’esercito armeno e delle formazioni armate illegali dell’Armenia dal territorio azerbaigiano riconosciuto a livello internazionale”, ha detto ancora.
Le accuse di Mosca
Ricordiamo che la Russia aveva accusato l’Azerbaigian di aver violato un accordo di cessate il fuoco entrando nella zona della missione russa di mantenimento della pace nella regione separatista del Nagorno-Karabakh, utilizzando droni di fabbricazione turca per colpire le truppe del Karabakh. Mosca aveva quindi esortato l’Azerbaigian a ritirare le truppe.
“Violando le disposizioni di una dichiarazione trilaterale dei leader di Russia, Azerbaigian e Armenia del 9 novembre 2020, le forze armate dell’Azerbaigian tra il 24 e il 25 marzo sono entrate nella zona di responsabilità del contingente di mantenimento della pace russo nel Nagorno-Karabakh e hanno istituito un posto di osservazione”, aveva spiegato il Ministero della Difesa russo in una nota. Scendendo nel dettaglio, il Cremlino aveva parlato di quattro attacchi effettuati con un veicolo aereo senza pilota Bayraktar TB2 “contro le formazioni armate del Nagorno-Karabakh fuori Furukh”.
La risposta dell’Azerbaigian
L’Azerbaigian ha seccamente smentito la ricostruzione russa. Secondo il Ministero della Difesa azerbaigiano, la versione dei fatti diffusa dalla Russia “non riflette la realtà”. Il 25 marzo – sottolineano da Baku – durante una conversazione telefonica tra il ministro della Difesa azerbaigiano, Zakir Hasanov, e l’omologo russo, Sergej Shoigu, è stata discussa la situazione lungo i territori dell’Azerbaigian, dove si trova temporaneamente il contingente di mantenimento della pace russo.
Secondo la nota del Ministero della Difesa di Baku, la mattina del 26 marzo “membri di gruppi armati armeni illegali hanno tentato di sabotare le unità dell’esercito dell’Azerbaigian. A seguito di misure immediate, i membri dei gruppi armati armeni illegali sono stati costretti a ritirarsi”. “Informiamo con rammarico – si legge nella nota – che il ritiro delle parti restanti dell’esercito dell’Armenia e dei gruppi armati armeni illegali dal territorio dell’Azerbaigian, in conformità con l’articolo 4 della presente dichiarazione, non è stato ancora completato. Pertanto, è l’Armenia, non l’Azerbaigian, a violare le disposizioni della dichiarazione”.
Lo stesso Ministero della Difesa dell’Azerbaigian afferma inoltre che la dichiarazione del ministero della Difesa della Federazione Russa contraddice l’essenza delle relazioni bilaterali e la dichiarazione sull’interazione alleata firmata tra i due paesi il 22 febbraio 2022. “Non esiste un’unità amministrativa e territoriale denominata ‘Nagorno-Karabakh’ nel territorio dell’Azerbaigian. Il nome del villaggio menzionato nella dichiarazione non è Furukh, ma Farrukh”, viene precisato.
Il ripristino della fornitura di gas a Khankendi
A proposito del Karabakh, nei giorni scorsi il malfunzionamento delle linee di distribuzione del gas nei territori compresi nella regione economica del Karabakh – da molti anni in funzione senza un’adeguata manutenzione -, ha causato problemi di fornitura del gas. Nonostante le nevicate, ha scritto Trend, i dipendenti di Azerigaz inviati sul sito stanno adottando le misure necessarie per risolvere il problema. Il 28 marzo verrà ripristinata la fornitura di gas naturale a Khankendi e ad altri insediamenti vicini e, prima di tutto, verranno eseguiti lavori di prova. La fornitura di gas naturale al territorio della regione economica del Karabakh sarà completamente ripristinata dopo il completamento dei lavori di prova il 29 marzo.