Dall’addestramento clandestino dei suoi piloti in Italia ai primi successi conseguiti sugli aerei “prodotti dal Reich”, dal bombardamento di siti nucleari in Medio Oriente al primato nell’impiego operativo dell’F-35 Adir: l’Israeli Air Force (IAF) – forza aerea dello Stato di Israele – è una delle aeronautiche più attive del mondo e sotto l’emblema della “Stella di Davide” difende lo spazio aereo israeliano intervenendo in tutti i teatri che hanno visto coinvolto Israele dal 1948: dalla guerra d’Indipendenza ai più recenti raid condotti in Siria sui siti sospettati d’essere centro di sviluppo per le “armi chimiche” di Assad.
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Nata informalmente e “sotto copertura” a Roma – dove i piloti israeliti venivano addestrati al volo nell’Aeroporto dell’Urbe da ALICA: quasi “clandestinamente” – si è distinta nella sua storia per missioni di insuperabile audacia e di rara complessità – una su tutte il raid contro il reattore nucleare iracheno di Osiraq avvenuto nel giugno 1981 (Operazione Babilonia) – per operazioni coraggiose come “Entebee” – dove perse la vita Yoni Netanyahu, fratello del premier Benjiamin – ma anche per i terribili bombardamenti sferrati contro le milizie di Hezbollah che misero in ginocchio Beirut nel corso della seconda guerra del Libano, quelli lanciati contro Hamas lungo la striscia di Gaza e le continue violazioni dello spazio aereo siriano.
La IAF ha ricevuto il battesimo del fuoco durante le Guerra d’Indipendenza israeliana e le guerre arabo-israeliane nel 48-49: quando le sue poche decine di piloti – che avevano volato durante il secondo conflitto mondiali nelle squadriglie alleate o erano stai addestrati clandestinamente in Italia – si scontrarono con le aeronautica egiziana sul Cairo, Damasco e Amman, a bordi dei pochi e dismessi caccia di produzione britannica Spitfire LF Mk IX e Avia S.199– derivazione dei caccia tedeschi della Luftwaffe Messerschmitt BF-109 – provenienti dalla Cecoslovacchia. Oggi può contare su una flotta di 320 aerei da combattimento – compresi i caccia di ultima generazione F-35 Lightning II – su altrettanti elicotteri d’assalto e sulle più letali piattaforme SAM – Surface-to-Air missile – per la difesa del proprio spazio aereo: come ‘Fionda di Davide’ e ‘Arrow 3’. Recentemente è stata protagonista di una serie di ‘raid’ contro installazioni militari dislocate in Siria, dove l’Intelligence israeliano sospettava si elaborassero armi di classificazione ‘chimica’.
La forza della IAF
Dislocata su 14 basi aeree sparse su tutto il territorio nazionale, è suddivisa in 13 Squadron da combattimento ‘attivi’ che operano sulle versioni da esportazione siglate con la lettera ‘I’ – esclusive per Israele – dei cacciabombardieri di produzione americana Boeing F-15I “Ra’am“, F-16I Lockheed delle versioni “Netz”, “Barak”, “Sufa” e sul caccia di 5ª generazione Lockheed Martin F-35I “Adir” ( 9 unità consegnate al ‘Golden Eagle Squadron’) ; su 12 Squadron equipaggiati con elicotteri d’attacco Boeing AH-64 (Apache) “Peten” e “Saraph”, elicotteri multiruolo Sikorsky UH-60 (Black Hawk) “Yanshuf” , CH-53 Sea Stallion ed Eurocopter AS-565 “Atalef” per operazioni ‘Search & Rescue’ della Unit 669; 4 Squadron UAV – Unmanned Aerial Vehicle – equipaggiati con droni medio/lungo-raggio prodotti dalla Israel Aerospace Industries e Elibit Systemes modello IAI Heron, IAI Eitan e Hermes 450 e 900. La IAF può poi contare su 7 squadron adibiti al trasporto dotati di C-130 Hercules, squadron dotati di aerei per missioni di spionaggio AWACS e 4 squadron di addestramento e per il volo sperimentale.
La Fionda di Davide e la difesa antimissile di Israele
Alla IAF è affidata inoltre la difesa anti-missile dello Stato di Israele che attraverso una rete a ‘tre livelli’ garantisce la protezione contro missili balistici e razzi a corta, media e lunga gittata. Al sistema ‘Iron Dome’, sviluppato dall’israeliana Rafael e basato su missili lanciatori multipli di missili “Tamir” – 20 per lanciatore – è affidata la protezione da missili balistici a corto raggio e munizioni d’artiglieria a lunga gittata. Alla “Fionda di Davide” – David’s Sling Weapon System, DSWS – sistema antimissilistico Surface-to-Air sviluppato da una collaborazione tra Rafael e la statunitense Raytheon viene garantita la protezione contro missili balistici e razzi a media gittata attraverso lanciatori dotati di 16 missili ipersonici Stunner con tecnologia “hit-to-kill”. Il terzo livello, che si occupa di minacce a lungo raggio come i missili SCUD, è affidato al sistema Arrow-3 : che può sventare la minaccia di missili balistici che viaggiano nell’alta stratosfera. Recentemente le difese anti-aeree della IAF sono intervenute con missili ‘PATRIOT’ per abbattere droni decollati da Damasco che avevano violato lo spazio aereo sulle alture del Golan – lungo la zona cuscinetto demilitarizza chiamata ‘linea Bravo’.
Le operazione condotte dai piloti con la “Stella di Davide”
Le IAF ha condotto missioni in ogni conflitto che ha visto coinvolto lo stato di Israele. La prima ‘vittoria’ è dell’Air Force israeliana si è registrata durante le prima fasi della guerra d’Indipendenza a bordo si aerei di produzione cecoslovacca derivati dai Messerschmitt impiegati dall’aeronautica della Germania nazista durante il secondo conflitto mondiale (3 giugno 1948), proseguendo per tutte le guerre arabo-israeliane a bordo degli Spifire inglesi e dei P-51 Mustang di produzione statunitense. Nel 1973 l’IAF fermò le divisioni siriane e egiziane che avanzavano nel Sinai e sulle alture del Golan durante la guerra del Kippur con i Phantom II e gli Skyhawk con la famosa livrea mimetica a 3 colori che si scontrarono con i Sukhoi siriani di produzione di sovietica.
L’operazione considerata tra le più temerarie delle aviazioni militari di tutto il mondo rimane l’Operazione Babilonia: il raid condotto da formazione mista di “F-16A “Netz” e F-15 che senza rifornirsi i volo – al limite delle loro capacità di autonomia – penetrarono in pieno giorno a bassissima quota nello spazio aereo iracheno fortemente difeso per colpire il reattore nucleare di produzione francese ‘Osirac’, installato in un sito protetto da un alto terrapieno, e distruggere il ‘programma nucleare’ di Saddam Hussein. Il bombardamento che si rivelò un successo senza perdite venne duramente criticato dall’ONU che condannò Israele con la risoluzione n. 36/27 del 13 novembre 1981. L’IAF fu responsabile dei pesanti bombardamenti condotti su Beirut e altre aeree del ‘paese dei cedri’ durante la prima e la seconda guerra del Libano lanciati in risposta all’Operazione ‘Just Reward’ lanciata dagli Hezbollah libanesi. In quell’occasione gli F-16 israeliani bombardarono obiettivi militari e l’aeroporto di Beirut dove si riteneva venissero trasportate armi per combattere Israele.
Secondo diverse fonti la IAF dal 2013 a oggi avrebbe condotto quasi cento ‘raid’ sul territorio siriano per colpire miliziani di Hezbollah e terroristi dell’Isis. L’ultimo “strike” condotto lo scorso settembre è stato lanciato contro un’installazione nei pressi di Masyaf che, secondo l’intelligence israeliano, produceva armi chimiche. Il 21 ottobre un jet israeliano ha confermato la distruzione di un batteria anti-aerea in territorio siriano.