In Argentina ha vinto le primarie il trumpista Javier Milei, portando l’ultradestra vicina alla vittoria delle prossime elezioni. Dopo due anni di governo talebano, l’Afghanistan rischia di collassare tra povertà e violazioni dei diritti umani. La Norvegia si avvicina ai cieli russi e Mosca risponde con un caccia MiG-29 per intimorire. In Pakistan c’è un nuovo primo ministro ad interim che però la popolazione non vuole. Cracovia e Kiev intercettato e arrestano spie russe in una guerra che va oltre le bombe: ecco le cinque notizie del giorno

L’ultradestra arriva in Argentina, dove vince le elezioni il trumpista Javier Milei

Javier Milei. Questo il nome del nuovo probabile presidente dell’Argentina che ha vinto le primarie per la scelta dei candidati alle presidenziali di ottobre. Il suo è un profilo trumpista: nega il cambiamento climatico, considera l’educazione sessuale un complotto contro la famiglia, vuole vietare l’aborto, liberalizzare il possesso di armi e “dollarizzare” l’economia argentina. Il 52enne ha ottenuto il 30% di voti alle primarie col partito populista e ultraliberista “La libertad avanza”. Con grande sorpresa ha battuto tutti cavalcando l’onda del malcontento argentino nei confronti della galoppante inflazione arrivata al 100%. “E’ la fine della casta inutile, parassita e corrotta che governa l’Argentina”, ha giubilato Milei, promettendo di “ricostruire il paese” se sarà eletto.

Due anni di orrori: l’Afghanistan sul punto di non ritorno

A due anni dalla presa del potere dei talebani, l’Afghanistan è sull’orlo della rovina. Ad annunciarlo Amnesty International che dichiara una nuova era di violenze e diritti umani perpetrata dai talebani. Questi continuano a violare sistematicamente molti diritti umani. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, il divario tra le promesse e le pratica delle autorità afghane si è nettamente ampliato e la vera natura dei talebani smascherata. “Due anni fa i talebani hanno preso il potere in Afghanistan e da allora le politiche che hanno imposto alla popolazione afghana hanno portato a una continua, sistematica e scioccante revoca di una moltitudine di diritti umani, compresi i diritti all’istruzione, al lavoro e alle libertà di espressione, assemblea e associazione”, si legge nel testo delle Nazioni Unite. I più colpiti, come previsto, sono donne, ragazze e bambine, ma anche persone con disabilità, difensori dei diritti umani, giornalisti e molti altri. “I fatti sul campo hanno dimostrato un sistema accelerato, sistematico e totalizzante di segregazione, emarginazione e persecuzione”, dichiarano le Nazioni Unite. 

Guerra fredda tra i cieli di confine russo

La presenza di un aereo norvegese è stata rilevata sul Mare di Barents dalle autorità russe. L’aereo di darebbe avvicinato al confine russe e avrebbe poi effettuato un’inversione a U per tornare indietro. “L’equipaggio del jet da combattimento russo ha identificato l’obiettivo aereo come un velivolo di pattugliamento della base R-8A Poseidon dell’aeronautica norvegese”, si legge in una nota diffusa da Mosca. A quel punto le forze russe si sarebbero mobilitate con un caccia MiG-29 per intercettare l’aereo norvegese per “prevenire una violazione” del confine da parte di un aereo di pattuglia norvegese”, come ha specificato il ministero della difesa russo. Le tensioni tra i cieli di confine rimangono molto alti ed episodi simili non sono sporadici.

Presta giuramento il nuovo premier di un Pakistan in rivolta

In attesa delle elezioni di novembre, l’ex senatore Anwarul Haq Kakar ha prestato giuramento a Islamabad come premier ad interim. Ha ricevuto l’incarico dal presidente Arif Alvi nel giorno dell’indipendenza del Pakistan dalla Gran Bretagna avvenuta nel 1947. La nomina è avvenuta durante una cerimonia a cui era presente anche l’ex primo ministro Shehbaz Sharif. Karkar ha dichiarato di aver rinunciato alla sua appartenenza al Balochistan Awami Party (Bap) per prendersi carico del ruolo di primo ministro. “Mi sforzerò di preservare l’ideologia islamica che è alla base della creazione del Pakistan”, ha promesso Kakar nel discorso tenuto durante la cerimonia. Il giuramento avviene in un periodo caldo in Pakistan dopo la condanna dell’ex primo ministro Imran Khan che ha provocato tensioni e scontri nelle piazze del Paese.

Guerra alle spie filo russe

La guerra la si fa anche nelle retrovie in un gioco di spionaggio che coinvolge tutte le parti in causa. È il caso dell’uomo condannato a 12 anni di carcere in Ucraina. Si tratta di Valery Shaitanov, ex funzionario dell’intelligence ucraina riconosciuto colpevole di aver condotto azioni di spionaggio per la Russia per 30 anni. Shaitanov era stato arrestato nell’aprile 2022 dopo “prove evidenti” che avesse pianificato “atti terroristici” in Ucraina dietro il compenso di 200mila dollari e un passaporto russo” ha dichiarato il procuratorie generale di Kiev. Anche la Polonia è alle prese con presunte spie. Cracovia ha arrestato due cittadini russi che, secondo le autorità polacche, stavano “distribuendo materiale di propaganda del gruppo Wagner” a Varsavia e Cracovia. Entrambi sono quindi stati accusati di spionaggio e e arrestati.

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