L’accelerazione nella sfida dei dazi tra Cina e Stati Uniti circa due mesi fa è dovuta, in primis, alle manovre di Bob Lighthizer, ex procuratore e stimato uomo dell’amministrazione di Washington che nel 2017 è stato nominato da Donald J. Trump nel ruolo di United States Trade Representative e confermato dal Senato con un’ampia maggioranza bipartisan.
Da Reagan a Trump, la carriera di Bob Lighthizer
Originario dell’Ohio e laureato alla Georgetown University nel 1973, il 71enne Lighthizer ha alle spalle una carriera pluridecennale da consulente attivo nel settore del diritto economico internazionale, principalmente nella regolazione del commercio.
Il suo ingresso nei palazzi del potere di Washington risale al 1981, quando l’allora Senatore e futuro candidato repubblicano alla Casa Bianca Bob Dole lo assunse nello staff del comitato del Campidoglio incaricato di gestire le finanze degli Stati Uniti, di cui presto arrivò a dirigere il personale. Questo fu il preludio al suo ingresso negli apparati dell’amministrazione Reagan: nel 1983 fu infatti nominato nell’ufficio da lui oggi preceduto come vice-rappresentante.
Un articolo del Washington Post del 1987 analizzò l’allora giovane carriera di Lighthizer, segnalando come questi fosse in grado di muoversi agevolmente tra le negoziazioni di accordi commerciali per Washington, la gestione delle attività di lobbying da parte degli imprenditori statunitensi e la comunicazione tra settore pubblico e settore privato. Proprio nel privato Lighthizer tornò a lavorare in quell’anno, avviando una carriera trentennale nella Skadden, grande impresa di consulenza legale di New York, in cui si specializzò nel commercio e nel contrasto alle pratiche sleali nei confronti delle imprese statunitensi.
Così, quando nel 2017 Donald J. Trump decise di nominarlo nell’ufficio cruciale per la consulenza del Presidente sulle politiche commerciali, Lighthizer risultò l’uomo ideale per portare avanti una delle grandi priorità della nuova amministrazione: la sfida commerciale alla Cina di Xi Jinping.
Lighthizer, l’uomo chiave dei dazi di Trump
Lo scorso agosto Lighthizer avrebbe spiegato ai consiglieri di gabinetto della Casa Bianca riuniti nella Roosvelt Room, che “decenni di calmi negoziati non hanno portato niente”. La Cina, ha detto, “ci ha menato per il naso», promettendoci regolarmente dei cambiamenti che poi non ci ha mai concesso”. Per questo ha proposto un’inchiesta sulle pratiche commerciali cinesi, che Donald Trump ha fatto partire pochi giorni dopo, affidandogli la regia del comitato d’indagine.
La consulenza attiva dello United States Trade Representative, principale “falco” anti-cinese nello staff di Trump assieme a Peter Navarro, sulle politiche di imposizione di dazi ai prodotti cinesi è confermata dal legame venutosi a creare tra le conclusioni del comitato che ha indagato sulla violazione cinese di diritti di proprietà intellettuale statunitensi e i dazi da 50 miliardi di dollari imposti da Trump martedì scorso, riguardanti principalmente prodotti elettronici.
La Cina schiera Wang Qishan contro gli Usa?
Definito trade warrior dal South China Morning Post per le sue prese di posizioni contrarie agli eccessivi deficit commerciali statunitensi, tanto negli Anni Ottanta nei confronti del Giappone quanto oggigiorno verso la Cina, Lighthizer è destinato ad incontrare sulla sua strada degli ossi duri: sino ad ora la Cina ha replicato colpo su colpo in maniera ponderata, mirando a dimostrare la volontà di non cedere alle pressioni statunitense attraverso dazi di entità minore ma ben calibrati e cercando di portare la questione in sede WTO.
Per gestire il dossier commerciale, Xi Jinping ha di recente nominato vicepresidente il suo fedelissimo Wang Qishan, che ha costruito nel corso della sua carriera la fama di specialista in situazioni di emergenza, avendo portato a compimento con successo, dai primi Anni Duemila ad oggi, la gestione dell’epidemia di Sars a Pechino, l’organizzazione dell’apparato di sicurezza per le Olimpiadi del 2008 e la vistosa campagna anti-corruzione interna al Partito Comunista Cinese.
Ora, come segnala Business Insider, Wang Qishan gestirà le negoziazioni commerciali con Washington avendo a disposizione l’esperienza accumulata in passato. Uomo dalla personalità ruvida, razionale calcolatore, Wang è la migliore risposta che Pechino può contrapporre a Lighthizer. I due sono simili: diretti, preparati, tenaci. Potrebbero anche finire per intendersi: non ci stupiremmo se fossero i falchi di Washington e Pechino, in ultima istanza, a evitare la deflagrazione della guerra commerciale.