“Lo trovo una persona molto simpatica. Anche se non sono sempre d’accordo con lui”. Sarà anche come dice il presidente Usa Donald Trump, ma è un dato di fatto che negli ultimi giorni è scattata una vera e propria offensiva della Casa Bianca contro il dottor Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale per la salute e le malattie infettive. Fauci, prima accolto da The Donald nella task-force sull’emergenza Covid-19, è stato sempre più marginalizzato dallo stesso presidente e visto quasi come un ostacolo. E ora è nel mirino della Casa Bianca.
Presumibilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso risale a qualche giorno fa. Intervistato dal National Geographic, il celebre virologo ha messo in dubbio uno dei “cardini” della narrativa dei repubblicani sull’origine del Covid-19, ossia che il virus provenga da un laboratorio cinese di Wuhan. “Se si guarda all’evoluzione del virus nei pipistrelli e a cosa c’è là fuori adesso, le prove scientifiche vanno fortemente nella direzione secondo cui il virus non avrebbe potuto essere manipolato artificialmente o intenzionalmente”, ha dichiarato Fauci. “L’evoluzione graduale nel tempo indica che il virus si è evoluto in natura e ha poi fatto il salto di specie”, ha aggiunto.
Il “dossier” anonimo contro Fauci
Parole che evidentemente non sono affatto piaciute alla Casa Bianca, che ha risposto pochi giorni dopo facendo circolare un dossier contenente alcune affermazioni del virologo definite “false”, al fine di screditarlo. Come riporta Business Insider, in un documento distribuito ai giornalisti da un anonimo funzionario della Casa Bianca, l’amministrazione Trump ha elencato una serie di errori commessi da Fauci durante la crisi del coronavirus. Secondo quanto riportato dal New York Times, il virologo in un’intervista datata 29 febbraio avrebbe minimizzato la diffusione del coronavirus negli Stati Uniti, sostenendo che la gente non avrebbe avuto bisogno di apportare grossi cambiamenti al proprio stile di vita. Nello stesso periodo, escluse l’ipotesi di obbligare le persone a indossare mascherine anche se disse che il Covid-19 avrebbe potuto colpire duramente, e sottolineando che la situazione sarebbe potuta cambiare. La tipica confusione nella quale sono incappati anche la maggior parte degli esperti e virologi italiani, che dall’inizio della pandemia – chi più, chi meno – hanno raccontato tutto il contrario di tutto.
La Casa Bianca in guerra con gli esperti
Peter Navarro, consulente commerciale del presidente Donald Trump, ha rincarato la dose affermando che il dottor Anthony Fauci ha “torto su tutto”. “Il dottor Fauci ha un buon rapporto con il pubblico, ma si è sbagliato su tutto”, ha detto Navarro in una dichiarazione rilasciata al Washington Post. Ha poi aggiunto: “Ora Fauci sta dicendo che il calo del tasso di mortalità non ha importanza quando è la singola statistica più importante a guidare il ritmo della nostra riapertura economica. Quindi, quando mi si chiede se ascolto i consigli del dottor Fauci, la mia la risposta è sì, ma con cautela”. L’ammiraglio Brett Giroir, assistente segretario alla salute degli Stati Uniti e membro della task force sui virus, ha detto domenica alla Nbc che, pur rispettando il dottor Fauci, non ha sempre ragione. Come se ciò non bastasse, lunedì mattina il presidente Donald Trump ha ritwittato un post dall’ex conduttore Chuck Woolery, accusando i Centers for Disease Control, tra gli altri, di mentire sul virus nel tentativo di minare le prospettive di rielezione dello stesso tycoon.
La rottura sembra insanabile. E Fauci chiede maggiore cautela con le riaperture, l’esatto contrario di Donald Trump: “Gli Stati Uniti stanno vivendo un’impennata dei contagi di coronavirus perché il Paese non è stato mai chiuso interamente e in molti Stati si è riaperto troppo velocemente”. Ora, spiega, “dobbiamo fare qualche passo indietro e dire, ‘ok, non possiamo chiudere totalmente ma almeno dobbiamo riaprire gradualmente'”.