L’ambiguità di alcuni alleati americani è ormai un dato di fatto. Ma ogni giorno arrivano importanti novità. Per l’agenzia americana Bloomberg, infatti, gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein avrebbero finanziato – e continuerebbero a farlo – i talebani in Afghanistan.Notizia di una certa importanza se pensiamo che la guerra nel Paese asiatico, iniziata nel 2001, è costata la vita ad oltre duemila soldati statunitensi e le spese belliche ammonterebbero a circa settecento miliardi di dollari.Secondo Bloomberg, che ha intervistato telefonicamente il portavoce dei talebani Zabih Allah Mujahid, l’ex capo Akhtar Mohammad Mansour, ucciso in un raid aereo statunitense lo scorso 23 maggio, si sarebbe recato negli ultimi dieci anni almeno 18 volte a Dubai per incontrare diversi finanziatori.Per approfondire: Così i sauditi comprano la politica estera UsaNell’intervista il portavoce ha spiegato che l’ex leader dei talebani si è incontrato a Dubai con uomini d’affari afghani e di altre nazionalità arabe per “discutere della nostra guerra santa, per raccogliere i fondi necessari alle operazioni dei talebani afghani per liberare l’Afghanistan dall’Occidente”.Per i suoi spostamenti, Mansour – ora rimpiazzato da Hibat Allah Akhuanzade – avrebbe utilizzato un passaporto pakistano a nome di Wali Mohammed, con partenze e arrivi dall’aeroporto di Karachi, in Pakistan.In una nota di Nafis Zakaria, portavoce del ministero pakistano degli Affari Esteri, viene confermato che una persona di nome Wali Mohammed è entrata in Pakistan poche ore prima dell’annuncio dell’uccisione di Mansour.Intanto Zafir Hashemi, vice-portavoce del presidente afghano Ashraf Ali, ha riferito che le autorità di Kabul stanno “svolgendo le dovute indagini sui viaggi all’estero del mullah Mansur”. Ed ha aggiunto che attualmente non è possibile “fornire ulteriori informazioni al riguardo”.La notizia dei finanziamenti riportata dall’agenzia statunitense, se confermata, oltre a spiegare gli enormi fondi economici in possesso dei talebani, rimarcherebbe il doppio gioco di alcuni “partner” degli Stati Uniti. Un doppio gioco pericolosissimo.@fabio_polese





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