Il grande problema dell’Italia? No, non è più l’aumento dello spread, come accadde nel 2012, ma l’impennata del rapporto debito/pil. In un contesto del genere, con la pandemia di Covid-19 che ha colpito l’intera economia globale, il sistema economico italiano rischia di uscire a pezzi. A quel punto, senza le adeguate contromisure, l’Euroscetticismo incarnato dal nostro Paese potrebbe aumentare a dismisura.

È questa, in estrema sintesi, la teoria espressa dall’opinionista del Financial Times, Wolfang Munchau, secondo il quale la diffidenza di Roma nei confronti di Bruxelles “non scomparirà” con le riaperture, perché in Italia, “come è successo in Gran Bretagna con la Brexit”, si sta “iniziando a incolpare l’Ue per tutto ciò che non va”.

Il Movimento 5 Stelle si ritroverebbe di fronte a sé una prateria per “cavalcare” il crescente sentimento anti-Ue e considerarlo “un’opportunità” per rilanciarsi elettoralmente. Insomma, “l’Italia – ha scritto Munchau – è più in pericolo di quanto pensi l’Eurozona”.

Il problema del rapporto debito/Pil

Scendendo nel dettaglio, l’analisi dell’opinionista del Ft, parte da una considerazione: quella del citato e sballato rapporto debito/Pil. Munchau ha notato che alla fine del 2019 il debito pubblico italiano era pari al 136% del Pil. Bene: questo, alla fine del 2020, potrebbe schizzare al 180%, presumendo che il Pil, come sostiene il Fmi, potrebbe scendere del 10% e il debito salire del 20% a causa del’emergenza coronavirus. Tra l’altro, sul Pil italiano, anche Confindustria vede nero e per il 2020 stima un calo del 6%, ma solo se il lockdown finirà a maggio, mentre nei primi 3 mesi dell’anno stima un arretramento del 10% del Pil.

Che cosa dovrebbe fare, quindi, l’Italia? A detta di Munchau ci sono tre opzioni. La prima è affidarsi alla Banca centrale europea e alle cosiddette Omt, cioè transazioni monetarie definitive. In tal caso la Bce effettuerebbe acquisti illimitati del debito italiano, a condizione, sottolinea ancora il Ft, che l’Italia accetti una linea di credito a condizioni rafforzate del Mes con lievi condizionalità. L’ipotesi è tuttavia poco praticabile, visto che nel parlamento italiano non c’è una maggioranza chiara in favore del Mes e visto che non è ancora chiaro se la Bce deciderà di attivare le Omt.

L’ombra dell’euroscetticismo

L’Italia potrebbe, e questa è la seconda strada, ristrutturare il proprio debito. Una strada del genere implicherebbe però sia il coinvolgimento della solita Bce, sia quello delle banche italiane, le quali detengono gran parte del debito sovrano del Paese. Il rischio è che un eventuale default possa portare a fallimenti bancari. Terza e ultima ipotesi: l’uscita dell’Italia dalla zona euro. L’evento è altamente improbabile ma il recente passato offre l’esempio della Brexit.

I grillini, e questo è il cuore del pezzo di Munchau, potrebbero sfruttare il crescente sentimento anti-Ue degli italiani per rilanciarsi nell’arena politica. Anche perché quando i governi del Nord parlano di eurobond, questi inquadrano il dibattito in termini di solidarietà; considerano cioè lo strumento dell’eurobond come un dono da recapitare agli scellerati Paesi dello schieramento anti rigorista. Detto altrimenti, il fronte rigorista non considera affatto lo strumento sognato dall’Italia ”come un’assicurazione contro i rischi”. Ecco: in uno scenario del genere, il clima dell’euroscetticismo potrebbe trovare tantissimo terreno fertile.





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