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Il Boeing C-40C (Spar19) della Us Air Force con a bordo Nancy Pelosi è atterrato presso il Taipei Songshan Airport alle 22:44 ora locale, le 16:44 in Italia. La speaker della Camera Usa è così giunta a Taiwan nonostante gli avvertimenti della Cina e le perplessità espresse nei giorni scorsi da Joe Biden.

Pelosi, terza carica istituzionale degli Stati Uniti in ordine di importanza, ha fatto scalo a Taipei, nell’aeroporto utilizzato per fini civili e militari. Non ancora ufficializzata la sua tabella di marcia, anche se si parla di un incontro con l’attivista cinese Wuer Kaixi, di una visita della stessa Pelosi, e forse di un suo discorso, allo Yuan legislativo, ovvero il Parlamento monocamerale taiwanese, e di un meeting con la presidente di Taiwan, Tsai Ing Wen.

Nei pressi dell’isola, prima che l’aereo di Pelosi arrivasse a destinazione, sono avvenuti molteplici movimenti militari, sia da parte cinese che da parte statunitense, a conferma di una tensione palpabile.



Tensione nello Stretto di Taiwan

Intorno alle 20:00, otto caccia F-15 e ben 22 aerei da rifornimento Kc-135 delle forze aeree degli Stati Uniti si sono levati in volo dalla base di Kadena, prefettura di Okinawa, in Giappone, per dirigersi a Taiwan. In precedenza, nel pomeriggio, due aerei da trasporto C-2 di stanza sulla portaerei a propulsione nucleare Uss Ronald Reagan erano giunti alla base di Kadena. Un aereo da ricognizione elettronica Ep-3 della Marina Usa si è invece diretto verso il Mar Cinese Orientale.

Nelle ultime ore, il Comando Orientale dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese, che ha in carico le operazioni riguardanti la regione, ha dichiarato di essere pronto a “obbedire all’ordine di combattere”. I jet Su-35 fighter dell’esercito cinese, intanto, stanno attraversato lo Stretto di Taiwan, mentre Pechino ha chiuso la spazio aereo sopra lo Streeto ai voli civili.

Eppure, nonostante le minacce verbali, molteplici attacchi hacker contro i siti governativi taiwanesi, e pure un allarme bomba al Taipei Songshan Airportevidentemente rientrato – l’aereo di Pelosi è arrivato a destinazione in perfetto orario. “Speaker Pelosi, Benvenuta a Taiwan. Taiwan ama gli Usa “, si legge sul Tapei 101, il grattacielo più alto dell’isola, illuminatosi proprio per accogliere la signora Pelosi.

Pelosi: “Mio viaggio riflette impegno per democrazia”

Appena arrivata a Taiwan, Pelosi è stata chiarissima: “Il mio viaggio riflette il mio impegno per una vibrante democrazia“. Pelosi ha detto che “i nostri colloqui con i leader taiwanesi riguarderanno il nostro impegno per promuovere gli interessi comuni, come quello di avere una regione indo-pacifica libera e aperta”. “La visita è stata organizzata nel quadro di un viaggio nella regione indopacifica che prevede tappe a Singapore, in Malesia, in Corea del Sud e in Giappone: visite che saranno dedicate alla sicurezza, alla governance democratica e alla cooperazione economica con questi Paesi”, ha spiegato ancora Pelosi, ribadendo il sostegno di Washington ad una regione indopacifica “libera e trasparente”. La solidarietà statunitense nei confronti dei 23 milioni di cittadini taiwanesi, ha continuato, è “importante oggi più che mai, in un momento in cui il mondo deve scegliere tra autocrazia e democrazia”. La visita a Taipei, ha concluso, è “assolutamente coerente con la politica estera che gli Stati Uniti hanno sempre portato avanti: Washington continua ad opporsi fermamente a qualsiasi sforzo unilaterale per cambiare lo status quo nella regione”.

Da Pechino la Cina ha rinnovato la propria “ferma opposizione” e la “ferma condanna” per la visita a Taiwan della presidente della Camera dei Rappresentanti Usa. In un comunicato diffuso dal Ministero degli Esteri cinese, la Repubblica Popolare ha presentato una forte protesta contro gli Stati Uniti. In precedenza il ministro degli Esteri, Wang Yi, aveva puntato il dito contro Washington: “Il tradimento degli Stati Uniti sulla questione di Taiwan è deplorevole e può solo far fallire ulteriormente la loro credibilità”. “Esporre al mondo il volto prepotente degli Stati Uniti non può che rendere più chiaro ai popoli di tutti i Paesi che gli Stati Uniti sono oggi il più grande distruttore della pace”, ha aggiunto Wang.

Il Comando Orientale dell’esercito cinese ha annunciato che condurrà esercitazioni militari nella zona di Taiwan, testerà missili convenzionali nel mare a est dell’isola e proiettili veri a lunga gittata nello Stretto. Le operazioni dureranno quattro giorni, a partire da stanotte, dopo la partenza di Pelosi dall’isola.

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