La Nato è “in stato di morte cerebrale” e l’Europa “è destinata a scomparire”. No, non è Donald Trump ad aver detto queste parole, ma il presidente francese Emmanuel Macron che, in un’intervista all’Economist, ha dipinto un quadro a dir poco nefasto delle due grandi alleanze su cui si conformano il continente europeo e, in generale, l’Occidente. E le picconate di Macron – arrivando da uno Stato fondatore dell’Unione europea e soprattutto dalla seconda potenza militare del Vecchio continente dopo il Regno Unito – non possono certo indurre all’ottimismo per quanto riguarda il futuro dei due sistemi. Alleanze che ormai sono sempre meno in grado di rappresentare gli interessi dei singoli Stati e sempre meno capaci di orientare l’Europa in un mondo che sta cambiando repentinamente.
La durezze delle parole di Macron non è da sottovalutare. Ma è soprattutto in grado di dirci alcune cose fondamentali sul presente e sul futuro dell’Occidente e, in particolare, sull’Europa.
Innanzitutto, il presidente francese, definito da tutti come il difensore dell’Europa, dice per la prima volta che l’Unione europea così come la conosciamo è destinata a scomparire “se non pensa come superpotenza”. Secondo l’Eliseo, così l’Europa non funziona. E lo confermano anche le ultime mosse del capo dello Stato francese per quanto riguarda l’espansione nei Balcani: un veto che per Macron doveva essere il segnale su cosa debba essere l’Ue secondo la strategia francese.
L’impressione è che Macron abbia dato un segnale chiarissimo su cosa voglia la Francia. Perché è chiaro che quando il presidente francese dice che l’Europa debba essere una superpotenza se non vuole soccombere di fronte alle grandi nazioni esterne all’Ue, di fatto indica due cose: la prima, che l’Ue può cessare di esistere; la seconda, che l’Unione europea può mantenersi in vita e continuare a crescere solo se seguirà la linea dettata da Parigi. Perché quella di Macron è un’intervista che va letta tra le righe, interpretata. Il suo non è un vero e proprio afflato europeista, ma un messaggio rivolto all’Europa fondata sulla strategia dell’Eliseo che da sempre vede nell’Ue come moltiplicatore di potenza e non come punto d’arrivo della propria politica. La Francia vede nell’Europa la sua grande piattaforma strategica e l’Unione europea è il mezzo attraverso il quale ergersi di nuovo a potenza internazionale dopo anni in cui il gioco delle superpotenze ha relegato gli Stati europei a un livello secondario, almeno sul fronte economico e militare.
Macron lo sa e per questo mette metaforicamente le mani avanti. È perfettamente consapevole che la Francia, da sola, non possa competere con Stati Uniti, Russia e Cina. Ma è anche altrettanto consapevole del fatto che l’Europa sia utile alla Francia solo se guidata dall’Eliseo. Quindi il suo, quello della Francia, è sostanzialmente un aut aut: o l’Europa è come la pensa Macron e come la immaginano gli strateghi francesi oppure tanto vale che essa scompaia. Perché se l’Europa diventa superpotenza lo può essere esclusivamente in base alle teorie proposte sulle rive della Senna. Soprattutto a partire dalla Difesa. Un settore su cui la Francia punta da sempre tantissimo per assumere il primato europeo e la guida strategia del continente. Le frasi di Macron su Nato e Ue non fanno che confermare questa linea programmatica transalpina: “Nella mia opinione, l’Europa ha la capacità di difendersi da sola” e, continua il presidente, può arrivare a questo scopo “se velocizza lo sviluppo della difesa europea”.
Su questo progetto, Parigi non transige. Da una parte ha un piano strategico da mandare in avanti e che è simbolizzato nello “European Intervention Initiative” cui partecipa, dopo l’arrivo di Lorenzo Guerini, anche l’Italia. Dall’altra parte, la Francia ha un’industria bellica da sostenere, sia con progetti europei (con Italia e Germania) sia per l’aumento del proprio export. Ed è anche per questo che Macron ha deciso di dare un segnale chiaro all’Alleanza atlantica che sa di sfida aperta nei confronti di Trump e degli Stati Uniti. Secondo il presidente francese, la Casa Bianca ritiene la Nato “un progetto in cui gli Stati Uniti assicurano una sorta di ombrello geostrategico, ma come contropartita c’è un’esclusiva commerciale. Bisogna comprare americano. La Francia non ha firmato per questo”. Il che significa, in maniera molto evidente, che la Francia non solo vuole che l’Europa sia unita in base ai suoi piani, ma anche che compri francese. Perché è altrettanto chiaro che l’Eliseo non voglia che altre potenze europee possano entrare in competizione o togliere fette di mercato con progetti bellici da cui è esclusa l’industria transalpina.