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Si aggiunge un tassello alla vicenda riguardante il possibile acquisto, da parte della Turchia, di cacciabombardieri russi Su-35S. Secondo alcune fonti bene informate Mosca e Ankara sarebbero in una fase dei negoziati “avanzata” per la possibile finalizzazione dell’accordo.

“I colloqui sono relativamente maturi” ha riferito un anonimo responsabile turco del procurement a Defense News “un accordo non sembra essere troppo distante”. Tale accordo riguarderebbe l’acquisto di due stormi di Su-35S, il “Super Flanker” facente parte della numerosa famiglia derivante dal Su-27, per un totale di 48 velivoli con anche la possibilità di coproduzione di alcuni componenti dei caccia russi, incluse armi e munizioni di precisione da impiego aereo: requisito fondamentale perché Ankara decida di acquistare un qualsiasi tipo di armamento estero.

Secondo alcuni specialisti il probabile prezzo di vendita dei Su-35 si aggirerebbe tra i 50 e i 70 milioni di dollari a velivolo, e Mosca, che vede nella commessa un valore estremamente strategico per poter migliorare il suo export militare ma anche per poter entrare dalla porta principale nel mercato della Difesa di un Paese della Nato, potrebbe decidere di rivedere il contratto per la fornitura dei sistemi missilistici da difesa aerea S-400, attualmente in consegna ad Ankara, abbassandone il prezzo, che si aggira intorno ai 2,5 miliardi di dollari per due batterie complete.

Una vicenda travagliata

L’interessamento turco per il caccia Su-35S, o per meglio dire la proposta russa di vendita, è cominciato a luglio di quest’anno, quando, a fronte dell’estromissione di Ankara dal programma F-35 proprio a seguito della decisione di procedere all’acquisto degli S-400, Mosca, per voce di Sergei Chemezov, amministratore delegato di Rostec, ha proposto l’acquisto del cacciabombardiere multiruolo.

“Se i nostri colleghi turchi dimostrano interesse, siamo pronti a discutere le eventuali consegne del Su-35” sono state le esatte parole di Chemezov come riportato dalla Tass.

Successivamente, in occasione della visita del presidente Erdogan al Maks, il salone internazionale dell’aeronautica e dello spazio che si tiene nei pressi di Mosca, si era ventilata l’ipotesi addirittura dell’acquisto del caccia di quinta generazione Su-57. In quella occasione alla delegazione turca è stato mostrato anche il Su-35S come da programma rivelato dallo stesso vice primo ministro Yuri Borisov: “Mostreremo il Su-57 ed il Su-35” aggiungendo che “la possibile vendita dipende dall’esito dello show”.

Turchia che già aveva espresso interesse per il caccia di quinta generazione russo Sukhoi Su-57 a maggio dello scorso anno: in occasione delle prime avvisaglie di burrasca sugli F-35, sembra che Ankara avesse sondato il terreno russo che avrebbe offerto condizioni più favorevoli: il software del Su-57, al contrario di quanto accade per l’F-35, non è gestito dagli Stati Uniti che sono gli unici a possedere le chiavi elettroniche per il suo utilizzo e trasformazione.

A settembre, pochi giorni dopo il Maks, arriva quello che sembra un fulmine a ciel sereno: il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, durante la visita di Stato a Bled, in Slovenia, avrebbe affermato a Ria Novosti che non esistevano (ancora) trattative in corso tra i due Paesi perché “facciamo parte del programma F-35”.

Nello stesso periodo di tempo, però, Dimitry Shugaev, capo del Fsmtc (Federal Service for Military Technical Cooperation) ha affermato che le consultazioni pertinenti sarebbero già iniziate ma che fosse prematuro parlare dell’avvio di trattative contrattuali.

Shugaev nella stessa occasione ha aggiunto anche, come riporta Ria Novosti, che “sono iniziate le consultazioni sul Su-35 e come ulteriore argomento per il Su-57” ed in effetti Mosca sembrerebbe più interessata a vendere alla Turchia il vecchio ma ancora eccellente caccia del bureau Sukhoi.

Il silenzio sospetto di Mosca

Oggi, dopo le indiscrezioni riportate da Defense News, quello che risalta è il silenzio di Mosca. Un silenzio che si tinge di giallo se andiamo a guardare proprio alle dichiarazioni del 22 ottobre fatte dallo stesso Shugaev, che in occasione del vertice di Sochi che ha visto l’incontro tra il presidente Putin ed il suo omologo turco Erdogan, ha affermato che i due leader non hanno discusso delle consegne dei caccia russi Su-35 e Su-57.

A riportarlo è stata la Tass che aggiunge che Shugaev ritiene sia troppo presto per parlare di trattative contrattuali sulla fornitura di Su-35 e Su-57 alla Turchia. Tuttavia, le consultazioni sarebbero in corso. “Oggi è ancora prematuro parlare di eventuali trattative contrattuali”, ha precisato riferendo che “negoziati concreti non sono in corso, ma si tengono consultazioni su questo argomento”.

Un silenzio, quello di Mosca, che però è alquanto sospetto considerando che in altre occasioni la Russia ha preferito tenere un basso profilo riguardo la vendita di assetti militari a Paesi nell’orbita occidentale, come avvenuto anche per l’Egitto proprio per i cacciabombardieri di Sukhoi.

Secondo Shugaev, comunque, la parte turca sta studiando attivamente il problema delle forniture pertanto è molto probabile che gli accordi siano in via di definizione e che presto vedremo i caccia Su-35 nelle fila della Türk Hava Kuvvetleri, l’aeronautica militare turca.

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