La decisione della Corte Suprema Usa di cancellare la sentenza Roe vs Wade, che dal 1973 garantisce su scala federale la facoltà per le donne incinte di praticare l’aborto, riaccende la “guerra culturale” fra progressisti e conservatori che imperversa negli Stati Uniti. Una decisione storica che, inevitabilmente, polarizzerà più di quanto non lo sia ora il dibattito americano fra i due schieramenti, con tensioni ideologico-politiche che potrebbero sfociare anche in violenze. A testimoniarlo, le reazioni di queste ore. I media e gli organi di stampa conservatori non hanno nascosto la loro gioia per la notizia. “Lode a Dio”, ha twittato la caporedattrice del Federalist, Mollie Hemingway. “Il Paese ha un enorme debito verso tutti gli attivisti per i diritti umani pro-vita, studiosi, avvocati, politici, genitori, pastori, operatori sanitari, ecc., che hanno lavorato per 50 lunghi e duri anni per portare il Paese a questo momento di liberazione da Roe. Grazie”, ha aggiunto.
E i conservatori festeggiano
“Questo è un giorno straordinario per i diritti umani in America. È una vittoria per la gentilezza, la decenza e l’umanità, e una sconfitta per la crudeltà”, ha scritto Dan McLaughlin di National Review. “Un giorno glorioso assoluto per la vita in America! Lode a Dio!”, ha twittato il caporedattore di NewsBusters Curtis Houck.
This is a tremendous day for human rights in America. It is a victory for kindness, decency, & humanity, & a defeat for cruelty.
— Dan McLaughlin (@baseballcrank) June 24, 2022
“È un grande giorno per la vita. Un grande giorno per il ripristino della giurisprudenza costituzionale. È semplicemente un grande giorno”, ha detto l’ex procuratore americano Andrew McCarthy. Intervistato da Fox News, anche l’ex presidente Donald Trump ha elogiato la decisione della Corte Suprema. “Questo è seguire la Costituzione e restituire i diritti quando avrebbero dovuto essere dati molto tempo fa”, ha detto Trump a Fox News. “Dio ha preso la sua decisione” ha aggiunto, rimarcando il fatto che ora la palla passa agli stati federali. Trump gioisce perché è, di fatto, uno degli artefici di questa svolta storica: durante la sua presidenza ha infatti nominato alla Corte Suprema i giudici conservatori Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett.
Con quelle nomine, ricorda Fox News, la corte è diventata a maggioranza conservatrice, con il giudice capo John Roberts, il giudice Samuel Alito, il giudice Clarence Thomas, Gorsuch, Kavanaugh e Barrett. L’evangelista cristiano Franklin Graham, Ceo e presidente di Samaritan’s Purse, nonché Ceo e presidente della Billy Graham Evangelistic Association, ha dichiarato che la “sinistra radicale chiede una notte di rabbia, i centri per la gravidanza sono già stati vandalizzati e attaccati e i nostri giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti sono presi di mira con minacce e intimidazioni”. Ha poi aggiunto: “Roe v. Wade, approvata 49 anni fa, ha provocato la morte di oltre 63 milioni di bambini innocenti in questo paese. Purtroppo, questa decisione non pone fine all’aborto, ma riporta la battaglia negli Stati Uniti”.
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Obama e i progressisti all’attacco
Anche l’ex presidente Barack Obama ha deciso di far sentire la sua voce. “Oggi, la Corte Suprema non solo ha annullato quasi 50 anni di storia, ma ha relegato la decisione più personale che una persona possa prendere ai capricci di politici e ideologi, attaccando le libertà essenziali di milioni di americani”, ha affermato Obama in una nota. “Da più di un mese sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, ma questo non lo rende meno devastante”, ha continuato. La governatrice di New York Kathy Hochul ha commentato la decisione della Corte Suprema dichiarando il suo stato un “porto sicuro” per coloro che vogliono abortire, riaffermando il suo impegno per il diritto all’aborto e definendo la decisione dei giudici “ripugnante”. Per il New York Times, la democrazia americana è a rischio. “È attraente credere che i giudici possano elevarsi al di sopra della politica, interpretando la legge e nient’altro, e rimanere indifferenti alle conseguenze delle loro decisioni. Ma è chiaro che nel corso degli anni la Corte Suprema è diventata l’ennesima istituzione partigiana” si legge.
La svolta storica della Corte Suprema
Come ha spiegato Andrea Muratore su InsideOver, la Corte Suprema ha stabilito che non esiste alcun diritto costituzionalmente garantito all’aborto negli Stati Uniti, dove manca una legge ad hoc a quasi mezzo secolo dalla sentenza del 1973 che garantì una facoltà mai normata da una legge di carattere nazionale. La Roe vs Wade impediva a qualsiasi Stato federale di promuovere leggi capaci di abolire sul suo territorio l’interruzione di gravidenza, demandando ai singoli membri dell’Unione la decisione sulle leggi da promuovere in forma più o meno restrittiva.
La sentenza della corte è arrivata nel caso cruciale Dobbs vs Jackson Women’s Health Organization, in cui l’ultima clinica per aborti nel Mississippi si è opposta agli sforzi dello stato dell’America profonda di vietare l’interruzione delle gravidanze dopo 15 settimane e di rovesciare Roe, risultando sconfitta nel processo.