Ancora lei, Hillary Clinton, e ancora lo stesso ambito, quel mondo dello show-business che tanto piace ai democratici americani. Questa volta l’ex candidata alla Casa Bianca sconfitta da Donald Trump ed ex-segretario di Stato Usa è entrata direttamente in scena, intervenendo a sorpresa in un video durante la cerimonia di premiazione dei Grammy al Madison Square Garden di New York. E l’ha fatto con una sceneggiata decisamente avvilente, in cui la candidata democratica si è improvvisata attrice leggendo un brano dell’ormai famigerato e controverso libro di Michael Wolff, “Fire and Fury”, dove si descrivono i lati oscuri e pungenti del primo anno di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti. Libro pubblicamente definito dal presidente Usa e dal suo entourage come un testo riempito di fake-news per screditare l’amministrazione repubblicana. Hillary Clinton ha scelto un brano particolare: “Per molto tempo aveva paura di essere avvelenato, per questa ragione mangiava al McDonald’s: nessuno sapeva che sarebbe entrato e il cibo era preparato in modo sicuro”. La scenetta interpretata dalla signora Clinton, s’inseriva come ultimo momento di un video preregistrato e presentato da James Corden, conduttore della serata dei Grammy, in cui una serie di personaggi del mondo dello spettacolo e del divertimento made in Usa hanno letto brevi passaggi di “Fire and Fury”. Così, dopo John Legend, Cher, Snoop Dogg e Dj Khaled che fingono di fare un provino per un audiolibro di Fire and Fury, ecco che arriva, a conclusione del tutto, Hillary Clinton, che con un sorriso beffardo legge il brano come ultimo tentativo di denigrare il presidente degli Stati Uniti d’America.

La triste performance di Hillary Clinton s’inseriva nell’ennesima serata dello show-business americano costruita ad hoc per colpire il presidente Trump. Ormai il giochino è talmente evidente che lascia perplessi che ancora esistano attori e cantanti che si prestino a queste sceneggiate pensando di sorprendere i media e l’opinione pubblica nazionale. Ma è una scelta di campo che, alla lunga, rischia di essere controproducente come lo è stata la barricata costruita da Hollywood durante la corsa per la Casa Bianca. Hillary Clinton si è piegata a questo meccanismo che ha alimentato e, va detto, poteva serenamente evitare, anche per rispetto di altri candidati democratici che pagano la sua pessima performance (reale) durante le elezioni. E in tutto questo, non deve chiaramente sorprendere il commento del figlio di Trump, Donald Trump Jr, che su Twitter ha commentato: “Leggere un estratto del libro #fakenews al Grammy sembra un grande premio di consolazione per aver perso la presidenza“, aggiungendo, ironicamente, “Più Clinton appare in TV più gli americani si rendono conto di quanto sia fantastico avere Donald Trump in carica”. E probabilmente ha ragione lui, come hanno ragione coloro che hanno criticato l’ennesima scelta di campo del mondo dello spettacolo, che sembra dimenticarsi che metà della popolazione americana ha votato per Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America.

L’ennesima occasione persa per riavvicinarsi alla classe media americana e che serve invece a perseverare nella logica dello scontro frontale non contro un semplice avversario politico, ma contro un vero e proprio nemico che va abbattuto, eliminato, sacrificato sugli altari dello spettacolo, dove i teatri americani sembrano essersi trasformati in grandi templi per rituali catartici contro il trumpismo e tutto ciò che esso comporta. È una scelta che non paga, come dimostrato alle elezioni di novembre del 2016, eppure sembra che non esista un’alternativa a questa strategia dell’establishment e di quel mondo dello spettacolo che da anti-convenzionale qual era si è trasformato in uno dei più grandi templi del conformismo e del mainstream. L’America meritava un presidente migliore? Può darsi, nessuno può dire con certezza. Ma certamente meritava un’opposizione degna di questo nome, non certo Hillary Clinton che sbeffeggia il presidente degli Stati Uniti con Snoop Dogg, Oprah e Cher.

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