Il prossimo 16 ottobre ci saranno le elezioni presidenziali in Montenegro. Elezioni importanti perché il Paese si trova davanti a due importanti sfide.La prima sfida riguarda il primo ministro montenegrino, Milo Djukanovic, sempre più spesso al centro di indagini giudiziarie per contrabbando di tabacco. L’immagine di Djukanovic all’estero sta sprofondando sempre di più ed è per questo che il premier montenegrino sta cercando nuove e sempre più forti sponde con l’Unione Europea e la Nato.Ed è proprio l’argomento “Nato” (la seconda sfida del Montenegro) ad aver creato parecchi fastidi a Djukanovic:  il 24 ottobre 2015 a Pogdorica, ci sono state importanti manifestazioni di piazza contro la decisione di far entrare il Paese nella Nato. Una decisione, questa, che preoccupa non poco i montenegrini, che chiedono una maggior neutralità politica.Lo scorso 8 ottobre, Djukanovic, in un’intervista rilasciata all’emittente televisiva Atlas Tv, è tornato a parlare dell’ingresso del Montenegro nella Nato, dicendo che “l’amicizia tradizionale con la Russia non deve far perdere di vista l’intenzione principale del Montenegro”. In quella occasione il premier ha anche affermato che “la nostra intenzione è quella di adottare un nuovo sistema di valori per creare i presupposti per la piena integrazione del Montenegro nella civiltà europea ed euro-atlantica e questo, ovviamente, non significa che vogliamo bruciare i ponti con alleati tradizionali, a meno che non lo vogliano loro, date le circostanze”. Nel corso dell’intervista, le parole di Djukanovic si sono fatte sempre più dure nei confronti di Mosca: “L’interesse primario della Russia è quello di mostrare la propria forza e il proprio potere all’Unione europea e alla Nato. Sfortunatamente, noi ci siamo trovati in prima linea in questa dinamica, da soli”.In questa complessa situazione, lo scorso 6 ottobre, il Fronte democratico, uno dei partiti dell’opposizione che maggiormente contrasta l’adesione del Paese alla Nato, ha proposto alla coalizione Chiave (Kljuc) di formare un’intesa per affrontare il Partito democratico dei socialisti (Dps), lo schieramento guidato da Djukanovic.Le elezioni del prossimo 16 ottobre sono fondamentali per il Montenegro. Per comprendere la posta in gioco basta citare un fatto: ad inizio ottobre alcuni esponenti del Fronte democratico hanno accusato alcuni membri della coalizione Chiave di volersi coalizzare con il Dps. Questa proposta di coalizione di governo sarebbe stata spinta dall’ambasciata Usa di Podgorica. Ovviamente, l’ambasciata Usa ha in seguito reagito a queste affermazioni, rendendo noto che Washington non intende influenzare il processo di formazione del nuovo governo.Sarà sicuramente così. Ma non bisogna dimenticare come l’ingresso del Montenegro nella Nato rappresenta agli occhi di Mosca un’ulteriore segno di sfida. Del resto aveva già detto tutto parecchi anni fa Zvigniew Brzezinski, politologo amato anche dall’attuale candidata alla presidenza americana Hillary Clinton: “Ciò che avverrà nella distribuzione del potere dell’intera Eurasia sarà di decisiva importanza per la supremazia globale dell’America e per il suo destino storico”. Le elezioni in Montenegro si inseriscono in questo contesto. E un’eventuale vittoria di  Djukanovic rischia di inasprire ancora di più i rapporti tra Russia e Occidente.





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