Una parte cospicua delle immense ricchezze naturali contenute nel sottosuolo dell’Africa ha una locazione precisa: l’area centrale del continente. Dal Ciad alle estremitĂ meridionali della Repubblica democratica del Congo, nel tormentato cuore del continente nero si trovano effusi a macchia d’olio depositi di metalli preziosi e risorse minerarie di altissimo valore, dai diamanti alle terre rare.
Non è un caso che l’Africa centrale, alla luce delle preziositĂ che custodisce gelosamente, sia anche la piĂą storicamente instabile, in quanto afflitta in maniera cronica e capillare da guerre civili, colpi di Stato, violenze interetniche e terrorismo. Qui, ex dominio di belgi, francesi e portoghesi, si sta scrivendo uno dei capitoli piĂą importanti (e sanguinolenti) della corsa all’Africa 2.0, complici la presenza della Cina, l’espansione della Turchia, l’intensificazione delle attivitĂ dell’internazionale jihadista e l’arrivo della Russia.
Dal Ciad al Congo: sfruttare l’instabilitĂ
L’Africa centrale è avvolta dalla piaga dell’instabilitĂ sin dall’epoca della transizione all’indipendenza. Il sangue scorre a fiumi lungo le strade che portano da N’Djamena a Luanda, nessuna esclusa, e il Cremlino sta cercando di trarre vantaggio dal clima di perenne insurgenza – dovuto ad una mescolanza di fattori politici, sociali, religiosi, etnici ed energetici – a mezzo di una strategia collaudata con successo nel resto del continente: armi, combattenti, addestratori, non interferenza, cultura e aiuti umanitari.
Le nazioni in cui l’approccio russo all’Africa sta producendo risultati tangibili e di spessore sono molteplici:
- L’Angola, uno dei principali acquirenti di armi di fabbricazione russa, fra il 2019 e il 2021 ha acquistato una squadra di otto Sukhoi Su-30 e siglato degli accordi in materia di coooperazione nelle tecomunicazioni e nel prossimo futuro, economia permettendo, vorrebbe procedere all’acquisto del sistema S400. Qui piĂą che altrove è palese e appariscente la presenza del Cremlino, dato che il gigante russo Alrosa possiede il 32,8% il deposito diamantifero di Catoca – quarto al mondo per dimensioni – e che è stata segnalata la presenza del Gruppo Wagner.
- Il Gabon, che nel 2019 ha ricevuto il primo carico di armamenti di provenienza russa della sua storia, nel febbraio 2021 è divenuto il quarto Paese africano ad approvare per l’utilizzo lo Sputnik V.
- La Repubblica Democratica del Congo, il cui interscambio commerciale con la Russia è quasi raddoppiato dal 2017 al 2018 – da 18,5 milioni di dollari a 33,5 milioni di dollari –, è uno dei teatri d’azione storicamente piĂą importanti per il Cremlino. Qui i giganti russi sono stati ufficialmente invitati a partecipare alla costruzione delle faraoniche dighe Inga, la cui materializzazione darebbe vita alla “piĂą grande centrale idroelettrica del mondo”, e sono interessati allo sfruttamento dei giacimenti di cobalto, oro e diamanti e all’ammodernamento della rete ferroviaria nazionale – in ballo, a quest’ultimo proposito, v’è un memorandum d’intesa da 500 milioni di dollari siglato in occasione del vertice Russia-Africa. Minerario e infrastrutture a parte, l’impronta russa nel Congo democratico è particolarmente marcata anche negli ambiti dell’istruzione (44 borse di studio offerte a universitari congolesi nel solo anno accademico 2018-19), dell’assistenza umanitaria (dal contrasto alle crisi alimentari alla lotta contro le epidemie, specie di ebola) e dell’addestramento di forze dell’ordine e forze armate.
- La Repubblica del Congo, (ri)entrata nel mirino del Cremlino nel 2012, anno di una visita ufficiale a Mosca dell’allora presidente Denis Sassou-Nguesso, è legata alla Russia da accordi di cooperazione nel nucleare civile, negli idrocarburi, nelle telecomunicazioni, nell’agricoltura e nell’assistenza tecnico-militare. Qui Mosca ha inviato consulenti militari e ha ottenuto di essere coinvolta nella costruzione del paragrafo congolese dell’oleodotto (ancora su carta) Pointe-Noire–Brazzaville–Oyo–Ouesso.
La Russia e la Repubblica Centrafricana
Il 17 maggio 2021, mentre Sergej Lavrov si trovava in Sierra Leone, nella pivotale ma tormentata Repubblica centrafricana atterrava un carico di armamenti proveniente dalla Russia. Totalmente gratuito, ovvero regalato, il carico era comprensivo di munizioni, proiettili e granate e di cinquemila pezzi, fra pistole, fucili d’assalto, mitragliatrici, fucili di precisione e lanciagranate portatili anticarro.
Non era la prima donazione di questo genere inviata da Mosca a Bangui: nel 2019 furono regalate centinaia di armi da fuoco di vario tipo, destinate a forze dell’ordine e forze armate, e l’anno dopo furono dati gratuitamente dieci autoblindi BRDM-2 all’esercito centrafricano. A fare da sfondo e complemento ai rifornimenti di armi a Bangui, bisognosa di aiuto perchĂ© avvolta da una virulenta guerra civile da quasi un decennio, la presenza di combattenti, addestratori e consulenti del Gruppo Wagner, l’esercito privato del Cremlino.
Perché la Russia stia supportando concretamente e significativamente il legittimo governo centrafricano può essere esplicato a mezzo di una breve descrizione dei possedimenti minerari della nazione: presenza sistematica di ingenti depositi diamantiferi – dai quali dipende quasi un terzo del pil –, nonché di oro, rame, uranio e terre rare. Investire sulla pacificazione di Bangui, che mai ha potuto mappare completamente il proprio sottosuolo né accelerare i ritmi estrattivi a causa di una storia postcoloniale molto turbolenta, equivale ad investire sul futuro.
E se una parte del futuro dell’Africa si sta giocando a Bangui, Mosca, il cui mirino geopolitico è sempre piĂą puntato sul continente nero, non ha intenzione di fare da spettatore, ma di fare lo spettacolo. Questo è il motivo per cui, oltre al supporto rilevante dato alla campagna governativa di riconquista territoriale e stabilizzazione etno-sociale, il Cremlino è pronto ad investire fino a undici miliardi di dollari nella ricostruzione postbellica, mettendo la propria firma su strade, autostrade, ferrovie e cittĂ , e sigillando in tale maniera il proprio “posto al Sole”.