Rudy Giuliani è scatenato. L’ex sindaco di New York, ora consulente legale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, negli ultimi giorni si è lasciato andare in dichiarazioni semplicemente esplosive, sia sui social media che in alcune apparizioni televisive. Il tema è quello dell’impeachment ma soprattutto dei rapporti controversi della famiglia di Joe Biden con l’Ucraina, durante la presidenza Obama. “Ho scoperto un modello di corruzione che la stampa di Washington ha coperto per anni” ha annunciato l’ex primo cittadino della Grande Mela su Twitter. “Devasterà il partito democratico. Credete davvero che io sia intimidito?”.
La mafia, ha sottolineato, “non è riuscita ad uccidermi, quindi no, non sono preoccupato della swamp press (la stampa della palude)”. Sempre su Twitter, l’avvocato pubblica una lettera inviata a Lindsey Graham, il senatore capo del Comitato giudiziario del Senato degli Stati Uniti e molto vicino al presidente Donald Trump, nella quale Giuliani sostiene che vi siano “prove dirette” della “cospirazione criminale dei democratici con gli ucraini” ai danni di Trump. Nei giorni scorsi Graham ha avviato un’inchiesta che si concentra sui colloqui telefonici che Joe Biden ebbe con l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko riguardo al licenziamento del principale procuratore del Paese, nonché sulle comunicazioni che facevano riferimento all’indagine di Kiev su Burisma, la compagnia ucraina di gas naturale che assunse Hunter Biden, figlio del candidato alle primarie del partito democratico, a 50mila dollari al mese.
La lettera di Rudy Giuliani a Graham
“Mentre assistiamo alla montatura di Adam Schiff basata su prove inammissibili – sottolinea Rudolph Giuliani nella lettera inviata a Lindsey Graham, riferendosi all’impeachment – esiste una serie, reale, di crimini su cui indagare e, se necessario, perseguire. Vengono ignorati e nascosti. Ci sono almeno tre testimoni che hanno prove dirette della cospirazione criminale democratica con gli ucraini, volta a impedire a Donald Trump di diventare presidente, con l’alternativa di rimuoverlo dalla carica sulla base di accuse inventate”. Parole durissime, quelle dell’avvocato del presidente Usa, che sottolinea come “questi testimoni” siano in possesso di prove orali, “documentate e registrate del coinvolgimento della Famiglia Biden in attività di corruzione, riciclaggio di denaro sporco e altri possibili crimini. Non cercano l’anonimato, come l’informatore scomparso. Desiderano un visto che non viene concesso dall’ambasciatore Bill Taylor a Kiev”.
Questi testimoni, sottolinea Giuliani, “sono pronti e disposti a venir negli Stati Uniti” per informarci “della corruzione, dell’interferenza elettorale e di altri crimini che gli americani hanno commessi in Ucraina nel 2016. Tuttavia, la nostra ambasciata rifiuta di rilasciare loro i visti”. In un’intervista rilasciata a Fox News, Giuliani è tornato ad attaccare Joe Biden: “Dice di non essere a conoscenza degli affari di suoi figlio in Ucraina – ha spiegato – ma questo può essere smentito in almeno 10 modi. Questa è una falsa dichiarazione. Se Joe Biden non viene perseguito per questi crimini, allora nessuno negli Usa dovrebbe essere perseguito per corruzione”. È davvero oltraggioso, sottolinea, “il tipo di protezione che riceve” dai media.
Lo sceriffo al servizio di Trump
Già Procuratore Distrettuale di Manhattan e poi Procuratore Federale del South District di New York, lo “Sceriffo” Rudolph Giuliani diventa sindaco di New York grazie alla vittoria maturata alle elezioni del 1993. Due mandati nei quali Giuliani mette alla prova sulla grande città d’America la politica della “tolleranza zero” verso il grande crimine e per la corruzione.
Apprezzatissimo per come ha saputo affrontare e gestito la situazione drammatica dopo gli attentati terroristi dell’11 settembre, tanto che il Time gli dedica la copertina come persona dell’anno del 2001 – “l’indomito sindaco che ha speso i suoi giorni e le sue notti per mantenere la sua città unita” – Giuliani è diventato bersaglio dei media di orientamento liberal da quando, nel 2016, ha deciso di appoggiare la candidatura di Donald Trump. Rimane il fatto che Rudy Giuliani ha combattuto la corruzione e la criminalità organizzata per tutta la vita – ha collaborato anche con Falcone e Borsellino – e sembra non essere minimamente intimorito dagli attacchi dei dem per via dei suoi rapporti con il presidente Usa. E pronto ad andare fino in fondo.