Il Ministero della Difesa russo ripristinerà il radar di allerta precoce della stazione di Sebastopoli, in Crimea. L’impianto ospitava la prima generazione di radar di prima allerta e sorveglianza dello spazio durante l’era sovietica grazie al sistema Dnepr, evoluzione del Dnestr-M. I lavori di ammodernamento consentiranno la rilevazione di un missile balistico lanciato dal Mar Nero e dal Mar Mediterraneo. La stazione di allerta precoce di Sebastopoli era stata progettata per proteggere il lato sud/sud-orientale dell’Unione Sovietica. Il radar Dnepr basato sul sistema TsSO-P, garantiva un angolo di 60° di copertura per indirizzare i missili intercettori nelle retrovie .La stazione radar di Sebastopoli entrò ufficialmente in servizio il 16 gennaio del 1979. Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, nel 1991, gli impianti passarono in mano all’Ucraina che li affittò ai Russi fino al 2008, quando Mosca decise di dismettere la stazione radar.Il Cremlino sopperì con i nuovi radar Voronezh collocati ad Armavir, nel 2013, nel territorio di Krasnodar. I radar Voronezh, seimila chilometri di scoperta con capacità di tracciare simultaneamente 500 target, sono attivi nella regione di Leningrado, Kaliningrad e Irkutsk.Secondo i nuovi piani, la stazione di Sebastopoli andrà ad integrarsi con il radar di Armavir, operante in UHF.Non è ancora chiara l’intenzione dei russi. Lo stesso Ministero della Difesa ha proposto due opzioni: la prima (più costosa), sarebbe quella di costruire una nuova stazione basata sul sistema Voronezh. I militari russi spingerebbero in tal senso. La seconda opzione (più economica), prevede l’ottimizzazione delle installazione mai completate risalenti all’epoca sovietica, vicino a Irkutsk. Spetterà a Putin stabilire le direttive.I radar Voronezh possono essere rapidamente ridistribuiti e richiedono un equipaggio ridotto rispetto alla generazione precedente. La Russia conta di mettere in servizio di combattimento sette radar classe Voronezh entro il 2020. I nuovi radar sostituiranno gli obsoleti sistemi classe “Dnepr” e “Daryal”.L’area di Mosca dovrebbe essere protetta da 68 missili intercettori contro un possibile attacco portato da un nemico (Stati Uniti/NATO) dotato di armi nucleari. La Russia ha attualmente un solo sistema dello stesso tipo attivo nella zona di Mosca: l’A-135, attivo 24 ore su 24 (totalmente inefficace contro un attacco multitestata). Mosca ha sempre preteso garanzie legalmente vincolanti in merito allo scudo in Europa, mentre la NATO ha ribadito il pieno rispetto del Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF), quelli che un tempo erano chiamati Euromissili. Il timore è che gli elementi di difesa missilistica in Europa possano violare l’equilibrio strategico e minare la stabilità internazionale.

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