Jean-Marie Le Pen invita a votare la figlia, Marine, al ballottaggio. Sembrerebbe un endorsement scontato, eppure, negli ultimi tempi non è stato così. La famiglia Le Pen vive ormai da qualche tempo una frattura interna dovuta alle scelte politiche della candidata all’Eliseo che per ani ha tentato in tutti i modi di sganciarsi dalle scelte discutibili del padre. Non è un caso che la campagna elettorale del Front National per il 2017 sia stata incentrata sul nome di “Marine”, senza il cognome, quasi a voler dire che il padre è ormai parte del passato.strip_reporter_dayIl processo di cambiamento del Front National è ormai un dato certo, grazie soprattutto al ruolo sempre più forte dato da Marine a tutta una serie di circuiti intellettuali e politici che hanno deciso di superare l’origine di destra radicale del movimento, per abbracciare tematiche più complesse, dettano dall’evolversi del tempo. La vittoria di Marine nel partito è la vittoria del tempo sulla storia. Jean-Marie per anni non ha voluto accettare questo dato anagrafico e ha fatto sì che molto spesso si cadesse nella crisi politica per colpa delle beghe di famiglia. In particolare, tutti ricordano l’ultimo grande “schiaffo” di Marine al padre, quando gli vietò di candidarsi come presidente di regione per la Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Lì, in una delle regioni dove il Front National ha sempre ottenuto un alto numero di voti, Jean-Marie avrebbe voluto proporsi di nuovo come guida del suo partito, ma ha ricevuto il veto di Marine e del suo entourage.Il cambiamento del Front National, il suo rinnovamento, passava per forza attraverso la fine di Jean-Marie. Per puntare all’Eliseo non più come candidatura di bandiera ma per presentarsi come alternativa credibile, Marine ha deciso di relegare il padre al ruolo di grande vecchio ormai decaduto. Ed ora, sembra che anche il padre lo abbia compreso. Ad urne chiuse, una volta che gli scrutini avevano dato per certo il passaggio di Marine al ballottaggio contro Macron, Jean-Marie Le Pen ha rotto il silenzio ed ha fatto un appello a tutti i suoi sostenitori per votare la figlia. Un appello che sa di riconciliazione familiare ma che ha anche un peso culturale importante, perché è la dichiarazione di resa di un retaggio antico e la consegna dello scettro al nuovo che avanza.L’anziano leader ha detto che ora tutti i voti dei patrioti dovrebbero convergere sulla figlia contro Macron, un candidato che per Jean-Marie è simbolo del sistema, di quella Francia elitaria e liberista che per anni il Front National ha combattuto. Parlando della figlia in corsa per la Presidenza, il padre di Marine e del Front National ha detto che “Se i francesi hanno gli occhi aperti, hanno la possibilità di farne il presidente della Repubblica contro un candidato misterioso”. Per Le Pen padre, Macron altro non è che un premier socialista “abile a nasconderlo, che avanza mascherato e sorridente”. E per questo ha deciso di serrare i ranghi del partito e di puntare il mirino su tutti coloro che, non votando il Front National al primo turno, sono ancora indecisi su cosa fare il 7 maggio. Pace fatta in famiglia? Forse. Ma ci sono adesso problemi ben più importanti: c’è il destino di un partito e di un Paese, e Jean-Marie Le Pen sembra aver finalmente compreso che per vincere deve seguire quanto fatto dalla figlia, evitando gli errori che condannarono la sa candidatura del 2002 all’umiliante sconfitta contro il patto repubblicano a favore di Chirac.

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