Infine è arrivato anche il turno di Angela Merkel e della sua Germania. Anche loro ora si trovano in una situazione di forte incertezza politica con possibili ricadute sull’economia nazionale ed europea. È ancora piuttosto fresco il ricordo di quando la stessa Cancelliera sorrideva (o meglio rideva) insieme al collega Nicolas Sarkozy della politica italiana.

Ancora fresco è il ricordo di come  ministri del Governo Merkel abbiano in qualche modo “augurato” instabilità politica all’Italia qualora i cittadini avessero votato “no” al Referendum costituzionale del dicembre 2016.

Angela Merkel ha fallito i negoziati

Dopo tutte queste ostentazioni di forza e superiorità non si può ora non provare un pizzico di soddisfazione nel vedere che anche “il Paese del rigore” è soggetto alle debolezze un tempo imputate solo ai PIIGS. Strappa così un sorriso (o una risata a secondo dei punti di vista) uno scenario in cui Angela Merkel, quella che fino a poco tempo fa era la leader indiscussa di tutta l’Europa, sia ora sul punto di implorare il Presidente federale tedesco e i nemici di un tempo per tentare di salvare la poltrona.

Sono infatti falliti i negoziati che avrebbero dovuto portare ad una coalizione di maggioranza nel Bundestag. Una trattativa che avrebbe dovuto mettere assieme la cosiddetta alleanza “Jamaica”, così chiamata per i colori dei partiti simili a quelli della bandiera. I cristiano-democratici (CDU) di Angela Merkel insieme ai cristiano-sociali (CSU), ai Verdi e al partito liberale FDP.

Il Partito liberale ha rinunciato al Governo con la Merkel

Troppi però sono stati i temi da affrontare e troppe le divergenze di vedute su di essi. Dall’immigrazione, al cambiamento climatico fino alla politica estera. Il partito liberale tedesco ha infine detto “no” ad Angela Merkel. Emblematica la dichiarazione twittata da Christian Lindner, presidente del FDP, “È meglio non governare piuttosto che governare male e in modo sbagliato. Le settimane scorse hanno dimostrato l’impossibilità di raggiungere un compromesso fra i diversi partiti e anche molte delle intese già raggiunte sarebbero in realtà dannose per il Paese”.

Per il bene del Paese dunque il partito liberale ha rinunciato al “Jamaica”. Difficile in effetti immaginare una comunanza d’intenti soprattutto con i Verdi, in particolare in materia economica. Liberali, quasi liberisti, l’FDP, mentre i Verdi, ovviamente, vedono l’attività economica subordinata all’agenda per la tutela dell’ambiente.

Ecco ora gli scenari

I principali quotidiani parlano dunque ora dei possibili scenari dopo il fallimento dei negoziati. Uno, in realtà già fallito, avrebbe previsto un tentativo di riavvicinamento con l’SPD di Martin Schulz per arrivare ad una maxi coalizione. Schulz però ha già detto di “no” aggiungendo che l’SPD spera ora di arrivare a nuove elezioni. Il ritorno alle urne è un altro degli scenari possibili. Un caso che però allarma ovviamente il CDU di Angela Merkel, che potrebbe incorrere in un crollo delle preferenze. Nuove elezioni allarmano poi i vertici di Bruxelles e i media.

Il ritorno al voto potrebbe essere infatti un’opportunità per gli euroscettici dell’AFD, che infatti hanno espresso il desiderio immediato di votare. Resta dunque un ultimo scenario, mai visto prima in Germania. Un Governo di minoranza.

La Merkel non molla e vuole un Governo di minoranza

Si tratta dell’ultima volontà espressa proprio da Angela Merkel che, come riportato da Bloomberg, si sarebbe rivolta al Presidente federale Frank-Walter Steinmeier per “trovare un modo affinché possa governare in minoranza”. Seguendo questo iter il Parlamento tedesco dovrebbe dare la fiducia al Cancelliere, Angela Merkel in questo caso, consapevole che andrà a creare un governo che potrà essere messo in minoranza su qualsiasi proposta di legge.

C’è da capire dunque se i parlamentari tedeschi sono disposti ad accettare questo clima di incertezza politica. In caso di mancata maggioranza per l’elezione del Cancelliere, il Presidente federale dovrà intervenire con la possibilità di sciogliere il Bundestag e indire nuove elezioni entro 60 giorni. Il panico si è già propagato da Berlino fino all’Eliseo. Emmanuel Macron è infatti preoccupatissimo, lui che aveva scommesso tutto sulla continuità politica di Angela Merkel. Sul piatto c’è infatti il futuro di un Europa ancor più franco-tedesca. Senza la Merkel tutte le iniziative di Macron, come la creazione di un Ministro dell’Economia, di un Fondo monetario europeo e il completamento dell’unione bancaria, rimarrebbero nell’immaginario dell’enfant prodige.