La Macedonia sarebbe disposta a fare “carte false” per allearsi alla Nato. Anche mascherarsi da qualcos’altro pur di farlo. È l’obiettivo che si è proposto il nuovo governo socialdemocratico di Zoran Zaev, supportato da due partiti della minoranza albanese, che dopo undici anni è riuscito a scalzare il governo conservatore di Gruevski.Sembra dunque tirare un’aria nuova dalle parti di Skopje. Primo obiettivo tra tutti, quindi, sarebbe un riassetto politico-militare all’interno della regione balcanica. Da tempo le ambizioni della piccola Repubblica ex jugoslava prevedevano una maggiore frequenza dei contatti con la grande organizzazione militare atlantica, ma non ha mai potuto soddisfare a pieno le proprie mire per questioni di contese semantiche e territoriali con la confinante Grecia.Sul confine macedone-greco, a ridosso dei Balcani, vi è una regione del Nord-Est dello stato di Atene che porta lo stesso nome della repubblica macedone, che ha creato un contenzioso sulla nomenclatura territoriale tra i due stati, con la Grecia che accusa Skopje di minare all’integrità territoriale greca, di appropriarsi della cultura e delle tradizioni elleniche, oltre che della paternità di un eroe dell’età classica come Alessandro il Grande. Questi sono i principali motivi per cui da sempre Atene pone il divieto all’ingresso della Macedonia nell’Alleanza Atlantica; l’ultima volta ciò è avvenuto nel 2008.Per ovviare a questo problema, il nuovo governo di sinistra appena insediatosi a Skopje sarebbe disposto a cambiare momentaneamente il proprio nome al fine di risolvere la disputa con la Grecia, che dunque sarebbe pronta a fare un passo indietro da questa strenua resistenza. La Macedonia sarebbe dunque in procinto di cambiare il proprio nome ufficiale in FYROM, un acronimo che in lingua inglese significa Former Yugoslav Republic of Macedonia, Repubblica ex jugoslava di Macedonia.Tale provvedimento fu già adottato da Skopje al fine di poter acquisire la membership alle Nazioni Unite, ma il governo nazionalista conservatore del Paese ha tenuto una linea dura per ciò che riguardasse il proprio status politico e militare nei confronti della NATO.Tra le ragioni che spingono il governo di Zaev verso un compromesso con Atene sono i problemi di stabilità di natura etnico-sociale. I timori del nuovo governo di intesa multietnica riguardano delle presunte interferenze russe nella regione, atte a fomentare lo scontro etnico tra slavi e albanesi. Il contesto regionale dei Balcani, infatti, risulta perennemente contrassegnato da un equilibrio più che precario. Dopo l’autorizzazione all’ingresso nella NATO del Montenegro soltanto dieci giorni fa, il 5 giugno scorso, costituendo il settimo allargamento dell’Alleanza Atlantica dalla sua fondazione, soltanto la Serbia resta l’unico Paese della regione a mantenere una relazione stabilmente amichevole con Mosca.La Macedonia fa già da tempo parte del MAP, il piano d’azione per l’adesione all’Alleanza dal 1999, e risulta da tempo in attesa di aderire al PfP, il Partenariato per la Pace, struttura politica di dialogo e partnership bilaterale tra la NATO ed i singoli stati. L’adesione a tale partenariato era stata negata a Skopje proprio per via delle contese con la Grecia, che dunque ora dovrebbero risolversi: il Ministro degli Esteri macedone Nikola Dimitrov si recherà ad Atene per discutere con la sua controparte greca di queste questioni, e raggiungere un accordo quanto prima.
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