L’egemonia non è soltanto una questione di armi e denaro, ma anche di ingegno e capacità di adattamento. Perché la forza può tornare utile ai fini dell’espansione fisica e dell’effetto paura sull’avversario, ma il segreto per una conquista senza colpo ferire risiede nell’impiego giudizioso del potere morbido (soft power).
Potere morbido può significare molte cose – cinema, letteratura, religione, cooperazione allo sviluppo o umanitarismo –, ma una delle più importanti è indubbiamente l’informazione. Perché chi controlla il flusso delle notizie domina l’opinione pubblica, e dominare un’opinione pubblica equivale a domare una nazione. È per questa ragione che le grandi potenze, in primis Unione Europea e Turchia, stanno tentando di egemonizzare il panorama informativo di una regione pivotale dell’arena mondiale: i Balcani.
L’impronta di Euronews
Euronews non può essere fatto rientrare all’interno di categorie precise e univoche: è un sito web multilingue che produce analisi e commenti sugli avvenimenti internazionali, un canale televisivo che trasmette via cavo e via satellite ed una fonte d’informazione multimediale che si autodescrive come indipendente, neutrale e mossa da un forte europeismo. Euronews è, de facto, il canale informativo ufficioso dell’Unione Europea, della quale diffonde e promuove in tutto il mondo punti di vista, politiche e valori.
La produzione di contenuti in lingua inglese ha aiutato Euronews a trasformarsi in un gigante dell’informazione mondiale, capace di competere con i principali media anglofoni delle due sponde dell’Atlantico, ma nell’ultimo biennio si è assistito ad una rifocalizzazione delle attività sul Vecchio Continente, più nello specifico su Balcani e parte dell’Europa allargata, ovvero il Caucaso meridionale.
L’evento spartiacque è accaduto nel 2018. Quell’anno, per la prima volta, BBC e Radio Free Europe iniziavano a realizzare contenuti informativi in lingua serba – riflesso dell’accresciuto interesse dell’Occidente nei confronti dell’ultimo bastione di Mosca nei Balcani –, incoraggiando Euronews ad accodarsi e ad aumentare la posta in gioco: dal corteggiamento di Belgrado alla “conquista mediatica” dell’intera penisola.
A partire da quel momento, che ha esercitato un effetto euforizzante su Euronews, gran parte della strategia di espansione globale del canale d’informazione paneuropeo è stata concentrata sui mercati di Balcani e Caucaso meridionale. Nel 2019 è stato inaugurato un canale in lingua albanese, nel 2020 è stato il turno di Serbia e Georgia e quest’anno, 2021, è atteso l’approdo in Romania.
In breve, Euronews sta espandendosi nei teatri più sensibili dell’Europa periferica, teatri che, un tempo monopolizzati dagli Stati Uniti con Radio Free Europe, oggi sono al centro del paragrafo informativo della competizione tra grandi potenze. Perché avere un potente megafono con il quale propagare la propria visione del mondo equivale a plasmare percezioni e convinzioni dell’opinione pubblica, perciò Bruxelles sta appaltandosi a Euronews, Mosca a Sputnik e Ankara a TRT e Agenzia Anadolu.
Il grande piano della Turchia
Non sono né l’Ue né la Russia i veri protagonisti del lato mediatico della competizione tra grandi potenze: è la Turchia. Daily Sabah, Agenzia Anadolu e TRT – il canale d’informazione ufficiale dello stato turco che, tra l’altro, è presente ed operativo anche in lingua italiana – nell’ultimo quindicennio hanno contribuito in maniera determinante a erodere lo status di dominanza nel panorama mediatico balcanico dei due colossi storici, BBC e Radio Free Europe.
I Balcani, la cui permeabilità agli instrumenta regni della Sublime Porta è stata testata con l’esportazione en masse di film, telenovele e serie televisive made in Turkey, quest’anno saranno travolti da una rivoluzione mediatica: il lancio di TRT Balkans.
Pensato e progettato “per diventare la più grande fonte digitale di informazioni nella regione”, TRT Balkans verrà lanciato nel corso del 2021 e trasmetterà simultaneamente in inglese, turco, bulgaro, albanese, serbo, croato, bosniaco e macedone. La sede sta venendo costruita a Skopje, capitale della Macedonia del Nord, mentre l’ufficio di coordinamento regionale sarà a Sarajevo, capitale della Bosnia ed Erzegovina.
Il lancio di TRT Balkans permetterà alla Turchia di popolarizzare la propria visione delle relazioni internazionali su una parte considerevole della penisola, già esposta ad un dinamismo para-culturale particolarmente forte che, negli anni recenti, si è manifestato sotto forma di esportazione di prodotti di intrattenimento, cooperazione allo sviluppo e finanziamento ed apertura di centri culturali, scuole coraniche e moschee da Tirana a Sarajevo.