Potrebbe arrivare dalla Germania l’ultima bastonata contro le classi lavoratrici. Mentre la Cancelliera Angela Merkel sta impostando con diverse difficoltà la cosiddetta coalizione Jamaica, ecco che uno dei primi atti governativi di questa grande “intesa” potrebbe essere proprio l’abolizione delle 8 ore lavorative.
Un Consiglio di esperti vuole abolire le 8 ore di lavoro
La proposta è arrivata dal German Council of Economic Experts. Si tratta di un “corpo accademico che suggerisce la politica tedesca in materia di economia politica”, così recita il sito ufficiale di questa particolare organizzazione. In Germania sono conosciuti come i “cinque saggi” dell’economia e ogni anno preparano un report che analizza la salute economica tedesca, facendo delle proposte per migliorarne le condizioni.
Così lo scorso 8 novembre 2017 il Consiglio ha consegnato l’ Annual report 2017/2018 al Governo Merkel. È nello stesso rapporto che si può ravvisare la proposta “shock” di eliminare le 8 ore lavorative. Il Consiglio di questi Esperti economici sostiene che lo standard stabilito per legge sia ormai “antiquato e inadatto ai tempi attuali e il concetto di una normale giornata lavorativa è andato ormai perduto”. Andando più a fondo nella questione gli Esperti sostengono che ormai la digitalizzazione del lavoro sta mano a mano eliminando la figura dell’impiegato che si “alza al mattino e inizia la sua giornata di lavoro in ufficio, che terminerà nel tardo pomeriggio”.
Il lavoratore deve essere più flessibile per il mercato
La parola d’ordine in questo nuovo sistema economico è una sola. Flessibilità. Nel report viene citata più volte, come un mantra. Flessibilità dei lavoratori nei confronti dei propri datori e delle esigenze del mercato. Non è mai il processo inverso. Dal report emerge come “i cinque saggi” siano piuttosto infastiditi da questo “stravagante divieto legislativo” che impone (o almeno imporrebbe) ai datori di lavoro di non utilizzare i propri sottoposti per più di otto ore al giorno. Un’altra “usanza” che i cinque “esperti” di economia ritengono estremamente dannosa è poi la pausa di 30 minuti, obbligatoria dopo sei ore di lavoro.
Tutto questo è ormai “vetusto e superato” scrivono con enfasi gli economisti tedeschi. Il tempo lavorativo dovrà essere adattato alla possibilità di ricezione di chiamate e e-mail con le loro eventuali richieste. In pratica disponibilità illimitata del lavoratore. Così il report si conclude con una fumosa proposta di trasformare il limite giornaliero di 8 ore in un limite settimanale di 48 in Germania.
In questo modo ogni giornata sarà organizzata in base alle esigenze. Poniamo però caso che, per eventuale sovraccarico, il lavoratore possa esaurire le 48 ore già nei primi 3-4 giorni della settimana. Nei restanti giorni cosa potrebbe succedere? Pacca sulla spalla del datore di lavoro e riposo meritato fino al lunedì successivo? Ci sembra molto improbabile.
Quando il buon senso supera qualsiasi nozione di economia
I “cinque saggi”, pur avendo nozioni avanzatissime in numeri, grafici e tabelle, non ne hanno altrettante per quel che riguarda il buon senso. Dove la legge di otto ore parla chiaro, può subentrare infatti proprio il buon senso di datore di lavoro e lavoratore, che possono decidere in maniera più o meno congiunta di non rispettare tale disposizioni per venire incontro a esigenze lavorative. Questa modalità assennata di gestire il lavoro è emersa anche dai dati forniti dall’Ufficio Federale di Statistica della Germania che ha dichiarato come “molti lavoratori tedeschi lavorino già oltre i limiti e talvolta anche nel week end”.
Quella legge delle otto ore, così osteggiata dai “cinque saggi” serve proprio quando le richieste del datore di lavoro diventano insostenibili per il sottoposto. Strano è poi che ai “cinque saggi” sia sfuggito come dopo l’applicazione delle 8 ore standard all’interno dei compartimenti Ford nel 1914, “la produttività sia aumentata” invece che diminuire (prima si lavorava ben oltre le dieci ore). Un altro esempio di come spesso il buon senso superi i dati e la matematica. Inoltre, contrariamente a quanto si pensi, secondo un sondaggio condotto dalla Confederazione delle Unioni sindacali tedesche la maggioranza dei lavoratori ritiene che la digitalizzazione abbia aumentato il “peso” del lavoro, invece che diminuirlo. Ora però il Governo Merkel tenuto insieme dalla coalizione Jamaica, analizzerà il report e le richieste del Consiglio degli Esperti Economici e potrebbe trasformarlo nel primo atto governativo.