La Germania è in bilico e rischia di compromettere il suo ruolo cardine all’interno dell’Unione europea. Il pannello di controllo del governo tedesco è illuminato da una serie di spie lampeggianti più o meno pericolose. C’è l’allarme derivante dal rallentamento dell’economia, con alcuni settori chiave, come quello automobilistico e manifatturiero, in crisi. C’è la grana rappresentata da Deutsche Bank, il possente istituto bancario che, oltre ad aver perso appeal, deve fare i conti con un oltre 900 milioni di perdite. Ci sono i rapporti con la Banca centrale europa, la quale, per bocca del nuovo presidente, Christine Lagarde, ha tirato le orecchie a Berlino, rea di non spendere quanto necessario per far ripartire l’Eurozona. C’è Bruxelles, che in linea con quanto sostenuto dalla Bce fa notare ai tedeschi che così proprio non va: devono spendere di più e investire, altrimenti tanti saluti al progetto di un’Europa comune. C’è, infine, la situazione politica della Germania, improvvisamente instabile e apparentemente pronta a esplodere da un momento all’altro.
I rischi per la Germania
Secondo quanto riportato dal sito Politico, il governo tedesco rischia di perdere il posto in prima fila che per tanti anni aveva occupato a Bruxelles. Guai se Angela Merkel dovesse portare i democratici cristiani (Cdu) a rompere l’alleanza con i socialdemocratici (Spd): a quel punto sarebbe il disastro più totale. L’ammonimento arriva niente meno che da Gunther Oettinger, il Commissario europeo per il bilancio nonché esponente della Cdu. Il primo effetto di una ipotetica separazione sarebbe infatti la fine dell’attuale esecutivo, formato da una grande coalizione tra la Cdu e l’Spd. Le prossime elezioni generali sono programmate per l’autunno del 2021, eppure le due anime della Germania non vanno più d’accordo su niente. E le tappe potrebbero essere bruciate.
L’importanza di avere un governo forte
“In questo momento ritengo che l’influenza del governo tedesco e del cancelliere tedesco all’interno dell’Unione europea sia davvero impressionante – ha spiegato Oettinger a Politico – Eppure mi chiedo: cosa potrà succedere se dovesse insediarsi un nuovo governo tedesco?”. Il membro della Cdu inizia ad avere dei dubbi sulla tenuta dell’esecutivo tedesco, teme per la dissoluzione del blocco che ha consentito alla Germania di essere la locomotiva d’Europa e ha paura che tutto quanto fatto di buono per il Paese in campo internazionale possa dissolversi in un battito di ali. “Ho il timore che questo livello di autorità e d’influenza non possano essere garantiti dopo l’entrata in vigore di un nuovo governo”, ha aggiunto Oettinger.
I problemi dell’Spd
I dissidi in seno all’attuale governo tedesco derivano da due fattori. Il primo è l’imminente cambio di leadership all’interno dell’Spd. I socialdemocratici eleggeranno entro la fine del mese un nuovo tandem di timonieri, da scegliere tra la coppia formata dal ministro delle Finanze, Olaf Scholz, e Klara Geywitz e il duo Norbert Walter-Borjans e Saskia Esken. I primi vorrebbero proseguire l’avventura con Merkel, i secondi, più spostati a sinistra, potrebbero anche mandare a monte l’attuale alleanza. L’altro problema degno di nota, e sempre riguardante l’Spd, è che il partito è in emorragia di voti e consensi. I sondaggi danno i socialdemocratici ai minimi storici e molti membri spingono affinché l’Spd esca dalla coalizione e prenda una nuova strada per risollevare il capo. In vista di ciò che riserverà il futuro alla Germania (ad esempio Berlino assumerà il Consiglio di turno della presidenza Ue nella seconda metà del 2020) Oettinger spera che a restare in sella possa essere un esecutivo solido: “Avremo molti problemi nella nostra agenda europea. Speriamo che la grande coalizioni continui fino alla fine del mandato”.