DA STOCCARDA – Non più soltanto industria ed export. La Germania adesso punta a un ruolo di primo piano in Europa, nella Nato e nel mondo, anche da un punto di vista militare.Per approfondire: Perché l’esercito tedesco è il miglior partner della NatoUna svolta storica, come sottolineato in questi giorni dalla stampa tedesca. Berlino rilancia, rompendo indugi e antichi tabù, e sfidando un elettorato in parte ancora contrario a immaginare un impegno militare su vasta scala nella patria del nazismo, della guerra fredda e del muro.“Non dimenticheremo mai da dove veniamo e agiremo sulla base delle lezioni della storia – che insegna anche il fatto che a volte è sbagliato non agire”, ha commentato il ministro della difesa Ursula von der Leyen. Che – supportata in pieno dalla cancelliera Angela Merkel – abbozza un piano ambizioso a tutto tondo per lo sviluppo della sicurezza e dell’esercito.Lo fa pubblicando un Libro bianco di oltre cento pagine, disponibile anche online in tedesco e in inglese, dove si illustrano le future sfide per la sicurezza tedesca e le strategie della Bundeswehr, l’esercito federale, di fronte a un mondo in rapida evoluzione.Un balzo in avanti significativo rispetto al Libro bianco precedente, quello del 2006, dove si parlava della Germania come di un semplice “partner affidabile” nelle missioni internazionali. Ma questo capitava in un’altra epoca, lontana anni luce da quella attuale. Prima della Siria e dell’Ucraina, nonché della rapida affermazione dello Stato Islamico e dell’ondata di paura che si è riversata anche in Europa. Ma anche prima dell’attuale boom nella produzione di armi, che in un solo anno in Germania ha raddoppiato il suo export.Per approfondire: La Germania si apre al mondo multipolare“Il peso economico e politico della Germania implica che è nostro dovere assumerci la responsabilità della sicurezza in Europa, in collaborazione con i nostri partner europei e transatlantici, al fine di difendere i diritti umani, la libertà, la democrazia, lo stato di diritto e la legge internazionale”, scrive la Merkel nell’introduzione al Libro bianco.Berlino investe attualmente solo l’1,2% del suo prodotto interno lordo in spese militari. “Molto rimane da fare”, ha commentato la cancelliera, e in effetti siamo ancora lontani dall’obiettivo del 2% posto dalla Nato. Non mancano spaccature nel suo governo, in particolare con la sinistra della SPD – alleata della Merkel nella grande coalizione – in difficoltà su questo punto e sul boom nell’export di armamenti, cose non facili da digerire per il suo elettorato. Eppure la direzione, per molti aspetti, era già stata tracciata dal governo, che sta portando avanti da tempo una vera e propria rivoluzione nel settore della difesa.Nel 2011 è stato abolito il servizio militare. Truppe tedesche si trovano oggi impegnate in diversi scenari, dall’Afghanistan all’Africa, alle coste turco-cipriote, per un totale di oltre 3.000 uomini. Un drastico cambiamento, se si pensa che solo nel 1994 – durante la crisi dei Balcani – la Germania aveva iniziato a prendere parte in operazioni di peacekeeping, ponendo fine a mezzo secolo di disimpegno seguito alla sconfitta nella seconda guerra mondiale. E già si parla, per il 2017, di un aumento del 7% nelle spese militari.Sempre in questi giorni, il ministro von der Leyen ha anche rilanciato l’idea di una politica comune di difesa da portare avanti a livello europeo. Un vecchio progetto degli anni cinquanta che, secondo quando sostiene il ministro tedesco, era stato finora “paralizzato” dalla Gran Bretagna. E se la Brexit rappresentasse, paradossalmente, una possibilità di rilancio per il progetto europeo?
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