La Germania ha al suo interno una forte concentrazione di potenziali terroristi. Secondo i recenti dati pubblicati di servizi di intelligence di Berlino, sono almeno 1500 i simpatizzanti dell’Isis presenti in territorio tedesco: di questi, almeno 500 sono quelli potenzialmente inclini ad attacchi terroristici nel medio o lungo termine.Un numero che preoccupa molto la cancelliera Angela Merkel e che mette a repentaglio non soltanto la vita di milioni di cittadini tedeschi ed europei, ma soprattutto mette a rischio la tenuta di un sistema sociale, quale quello tedesco, sopravvissuto, almeno fino ad ora, alla crisi delle ondate migratorie che hanno introdotto nel Paese centinaia di migliaia di profughi.La Germania, in particolare il suo governo, sa benissimo che il sistema tedesco, per quanto capace di reggere l’impatto di un numero così elevato di cittadini stranieri,  potrebbe presto risentirne ed innalzare il livello di tensione che già oggi serpeggia in tutto il Paese.La questione purtroppo è estremamente complessa, poiché nello stesso tema rientrano questioni di politica estera, interna e anche di puri e semplici calcoli elettorali, in vista delle elezioni di quest’anno, quando Angela Merkel sfiderà Schulz per un nuovo incarico da primo ministro, ma allo stesso tempo dovrà dimostrare al suo elettorato che il Paese da lei guidato per anni non sta subendo le conseguenze delle sue politiche in tema di immigrazione e di sicurezza. In questo senso, le ultime indiscrezioni sugli accordi tra Turchia Germania e Olanda, che il quotidiano Die Welt ha reso noti una decina di giorni fa, hanno rappresentato, e tuttora rappresentano, un colpo molto forte alla credibilità della politica migratoria proposta da Angela Merkel. Secondo il quotidiano tedesco, nel marzo del 2016 vi fu un incontro a Bruxelles tra Merkel e Davutoglu dove vennero decisi a tavolino i numeri di rifugiati che la l’Europa avrebbe accolto direttamente dalla Turchia: un numero che variava tra i 150mila e i 250mila profughi l’anno.L’indiscrezione, confermata da persone che parteciparono attivamente alla trattativa fra i due primi ministri, ha immediatamente innescato aspre polemiche in Germania, soprattutto perché contemporanea al duro scontro diplomatico fra Ankara e Berlino. Ma ha dall’altro lato colpito un nervo scoperto della politica merkeliana, ovvero quello di come ha risposto alla crisi dei profughi siriani. Per i suoi seguaci, le scelte in questo ambito sono state frutto di una politica tesa a risolvere un reale problema di crisi umanitaria. Per gli oppositori, al contrario, la Merkel è colpevole di aver non solo reso la Germania l’approdo di milioni di profughi, ma anche e soprattutto di aver trasformato il Paese in una base di reclutamento di giovani radicalizzati o, al limite, di aver introdotto nel Paese direttamente dei potenziali terroristi. È così che il problema del terrorismo di matrice islamica, da questione internazionale, diventa anche e soprattutto un problema in ottica elettorale interna, dove ogni partito che si avvicina alle urne ne fa un suo personale utilizzo per muovere quelle percentuali di voti che permettano al proprio candidato di diventare il prossimo cancelliere.Sotto questo profilo, il Partito Socialdemocratico ha appena messo a segno un punto fondamentale nella guerra mediatica fra chi, tra i candidati più forti, potrà garantire al popolo tedesco la sicurezza che sembra iniziare a mancare negli ultimi mesi. Il ministro dell’interno della Bassa Sassonia, il socialdemocratico Boris Pistorius, ha avallato la decisione del tribunale di Gottinga di espellere due sospetti terroristi della città di Gottinga. La novità non è tanto nell’espulsione in sé, chiaramente, ma il fatto che sia la prima volta che in Germania vengono espulsi cittadini stranieri nati in Germania.Non esistendo ancora regole sullo ius soli, il regime vigente per ottenere la cittadinanza tedesca è ancora ancorato nello ius sanguinis. Per questo motivo, il Tribunale sassone, con la conferma del ministro, ha espulso i due cittadini, un nigeriano e un algerino, nel paese dei rispettivi genitori. Si tratta di un unicum in tutta la storia giuridica tedesca: due stranieri nati in Germania espulsi in territori da dove non provengono loro ma le loro famiglie. Il Partito socialdemocratico ha immediatamente colto l’occasione per dimostrarsi più capace dei conservatori nella lotta al terrorismo, e le parole del ministro Pistorius sono state cristalline: “ I fanatici di tutto il mondo – ha detto il ministro –  si troveranno ad affrontare tutta la forza della legge, indipendentemente dal fatto che siano nati qui o no.” Un segnale importante che dimostra ancora una volta come la Germania sia pienamente consapevole del problema del terrorismo internazionale. Un problema di cui, per molti tedeschi, il vero colpevole è Angela Merkel, e che potrebbe essere l’ago della bilancia alle prossime elezioni di autunno 2017.

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