L’idolo della sinistra progressista e promotore della “società aperta” ha spostato buona parte del suo patrimonio personale su un ente no-profit per pagare meno tasse. Il finanziare George Soros ha trasferito circa 18 miliardi di dollari della sua fortuna sotto forma di donazione alla Open Society Foundations – rete di fondazioni internazionali fondata dallo stesso magnate e sotto suo il totale controllo. Un’ingente somma di denaro che, come rileva il Wall Street Journal in un editoriale pubblicato nelle scorse ore, non potrà essere tassato dall’Internal Revenue Service, l’agenzia governativa statunitense responsabile della riscossione delle imposte. Una mega donazione, quella di Soros, che aveva già attirato i sospetti di Bloomberg, e su cui ora punta il dito anche l’autorevole quotidiano conservatore di New York.

Il trucco di Soros per pagare meno tasse

Secondo il noto economista Stephen Moore, autore dell’analisi pubblicata sul Wsj, si tratterebbe “della più grande elusione fiscale della storia degli Stati Uniti sui cui nessuno, né a destra né a sinistra, sembra aver sollevato un sopracciglio”. La donazione di Soros, infatti, non verrà mai tassata: “Gran parte della ricchezza che il signor Soros ha trasferito nel corso degli anni alla Open Society Foundationsnon sarà mai tassata – osserva Moore -. Una donazione ‘benefica’ di miliardi di dollari sfugge a qualsiasi imposta in conto capitale e all’imposta patrimoniale”. 





E c’è di più. Grazie a questo “escamotage” legale, sottolinea Moore, il finanziare “può dedurre fino al 20% le donazioni dal suo reddito imponibile per cinque anni”. I donatori, in generale, “possono anche mantenere il controllo del denaro all’interno della fondazione privata per anni o addirittura decenni prima che venga erogato. Poiché la fondazione può impiegare membri della famiglia con stipendi a sei cifre per amministrarla, anche per tutta la vita, il cordone ombelicale tra il donatore e l’ente no-profit non deve mai essere tagliato”. Non è affatto un caso se il figlio di George Soros, Alexander, sia un membro attivo della rete “filantropica” insieme al fratello Jonathan – che ha collaborato con molte realtà finanziate dalla Open Society Foundations come MoveOn.org e la Democracy Alliance.

Una pratica diffusa

Come nota l’esperto, quella di trasferire fondi ad associazioni ed enti no-profit è una pratica molto diffusa negli Stati Uniti. Il Congresso, spiega, “dovrebbe smettere di ignorare questo schema di elusione fiscale. I super ricchi hanno già versato centinaia di miliardi di dollari a fondazioni private, ma la cifra potrebbe presto raggiungere i trilioni di dollari”.

Mark Zuckerberg e Bill Gates sono pronti a emulare Soros: “Zuckerberg ha già annunciato la cessione del 99% delle sue azioni di Facebook, che valgono qualcosa come 70 miliardi di dollari, alla fondazione di famiglia. Bill Gates e Warrenn Buffett hanno trasferito 30 miliardi di dollari ciascuno esentasse alla Fondazione Bill e Melinda Gates. Non metto in discussione il diritto dei miliardari di fare ciò che vogliono con i loro soldi. Sto semplicemente sostenendo che il Congresso non dovrebbe permettere che persone ricche e politicamente influenti utilizzino fondazioni private per sfuggire alla tassazione”, sottolinea l’economista. La “filantropia”, per Soros e i Paperoni americani politicamente “impegnati”, sembra essere un ottimo affare. Sotto tutti i punti di vista.

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