Il primo turno delle elezioni presidenziali croate, svoltesi nella giornata di domenica, si è concluso con una conferma ed una sorpresa. I due esponenti dei più importanti partiti del Paese, Zoran Milanovic per il Partito Socialdemocratico ed il Capo di Stato uscente Kolinda Grabar-Kitarovic per l’Unione Democratica Croata (Hdz, centrodestra), hanno infatti raggiunto, come previsto, il ballottaggio ed il candidato progressista è riuscito a piazzarsi al primo posto con il 29,91 per cento dei consensi contro il 26,98 per cento dei voti raccolti dalla Grabar-Kitarovic. La vera sorpresa, però, è Miroslav Skoro, ex cantante folk e candidato indipendente appoggiato dall’ultradestra croata, che è riuscito a conseguire il 24,75 per cento dei suffragi e che è riuscito a sfiorare il ballottaggio. I sondaggi condotti prima del voto, in realtà, ritenevano che Skoro potesse piazzarsi al terzo posto ma piuttosto distante dalla coppia di candidati in testa alle preferenze.

Gli sviluppi nel Paese

Il Presidente della Repubblica, in Croazia, non ha consistenti poteri politici ed è piuttosto un ruolo cerimoniale: il capo di Stato, infatti, rappresenta il Paese all’estero e comanda, formalmente, l’esercito nazionale. A partire dal primo gennaio, però, Zagabria assumerà il controllo semestrale della Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea e pertanto il nuovo Capo di Stato, che verrà scelto in seguito al ballottaggio previsto per il 5 di gennaio, avrà anche questo ruolo aggiuntivo seppur temporaneo. L’affluenza alle urne, rispetto alle precedenti consultazioni svoltesi nel 2014, ha subito una leggera crescita e si è attestata a poco più del 51 per cento degli aventi diritto al voto. L’Unione Democratica Croata controlla, al momento, anche il governo del Paese in coalizione con il Partito Popolare Croato – Liberal Democratici ed esprime il Primo Ministro nella persona di Andrej Plenkovic.

La Grabar-Kitarovic ha visto, nel corso della campagna elettorale, calare il proprio vantaggio nei confronti di Milanovic a causa di una serie di gaffes per finire poi superata dal candidato progressista e quasi raggiunta da Miroslav Skoro. Il Capo di Stato uscente, infatti, si è spinta sempre più a destra per cercare di arginare i voti drenati dalla candidatura del nazionalista che, tra le sue promesse politiche, aveva affermato di voler inviare l’esercito a pattugliare i confini per impedire l’ingresso dei migranti e di graziare un criminale di guerra croato.

Le prospettive

La Grabar-Kitarovic non sembra essere riuscita, dunque, nel suo intento ed ha rischiato grosso ma, forse, potrà tirare un sospiro di sollievo in vista del ballottaggio. Alcuni sondaggi condotti a ridosso delle elezioni, infatti, pronosticavano una sua vittoria di misura in un ipotetico ballottaggio con Milanovic. Sembra piuttosto logico, infatti, che almeno una parte degli elettori di Skoro decidano di supportare il candidato più vicino alle proprie posizioni politiche piuttosto che un esponente progressista. Milanovic, però, ha ancora una possibilità: dovrà mostrarsi aggressivo e convincente nel sostenere le proprie posizioni politiche in vista del secondo turno, senza dunque annacquarle e sperare in un deciso calo dell’affluenza che possa avvantaggiarlo. La Grabar-Kitarovic, che ha condotto l’ultimo comizio della sua campagna nella città di Vukovar, simbolo delle sofferenze croate nel corso della lunga guerra con la Serbia e che ha ricordato il sacrificio dei soldati caduti nel conflitto, darà comunque del filo dan torcere al progressista ed è di certo la favorita in vista del secondo turno.

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