“Se il Canada non ascolta il consiglio e agisce in modo sconsiderato, la Cina adotterà misure di ritorsione risolute ed energiche”, ha tuonato Pechino. Ottawa “non si farà intimidire”, ha risposto il premier canadese Justin Trudeau.

Tensione alle stelle tra Cina e Canada, dopo la decisione di Pechino di espellere la console canadese a Shanghai, Jennifer Lynn Lalonde, in rappresaglia per l’espulsione del diplomatico cinese, Zhao Wei, “colpito” in precedenza dal Canada, con l’accusa di presunte intimidazioni nei confronti di un parlamentare canadese critico verso la Repubblica Popolare Cinese.

La scintilla che ha fatto scoppiare l’incendio è dunque la decisione canadese di dichiarare il diplomatico cinese Zhao Wei “persona non grata”, con l’ordine di lasciare il Paese nel giro di pochi giorni. Una mossa, questa, che ha provocato l’analoga reazione del gigante asiatico.

Questo dissidio segna un significativo deterioramento delle relazioni tra Ottawa e Pechino, a seguito di segnalazioni di ipotetiche interferenze politiche cinesi in Canada, un tema non nuovo e già affrontato negli anni precedenti.

Le accuse del Canada

Il Canada ha accusato la Cina di aver preso di mira il parlamentare dell’opposizione canadese, Michael Chong, e i suoi parenti a Hong Kong, dopo che lo stesso Chong aveva accusato Pechino di violazioni dei diritti umani. Ottawa ha così convocato l’ambasciatore cinese in Canada per ribadire di non tollerare interferenze nei suoi affari.

In un secondo momento, il ministro degli Esteri canadese, Mélanie Joly, ha dichiarato il signor Zhao una “persona non grata”. La Cina ha definito la mossa “senza scrupoli” e ha fatto lo stesso con Lalonde, spiegando che la mossa era una “contromisura reciproca“. “Sappiamo che ci sono ritorsioni, ma non ci faremo intimidire. Continueremo a fare tutto il necessario per proteggere i canadesi dalle interferenze straniere”, ha detto Trudeau, aggiungendo che il suo governo ha considerato che Pechino potrebbe intraprendere ulteriori misure di ritorsione.

Il clima è diventato rovente dopo che il quotidiano Globe and Mail aveva riferito, all’inizio di questo mese, che la Cina aveva cercato informazioni su eventuali parenti di un non meglio specificato legislatore canadese “che potrebbero trovarsi” all’interno dei suoi confini. La mossa potrebbe far parte di uno sforzo per “fare di questo parlamentare un esempio e dissuadere altri” dall’assumere posizioni anti cinesi, ha proseguito il giornale, citando l’agenzia di spionaggio canadese, il Canadian Security Intelligence Service (CSIS).

Tensione tra Ottawa e Pechino

Zhao, il diplomatico cinese espulso da Ottawa, è stato accusato di essere coinvolto nel piano, mentre il parlamentare anonimo potrebbe coincidere con Michael Chong. Il signor Chong, per la cronaca, è stato sanzionato dalla Cina nel 2021 dopo aver guidato una mozione parlamentare canadese che definiva un “genocidio” il trattamento riservato dal paese alla minoranza musulmana uigura nella provincia occidentale dello Xinjiang, un’accusa a lungo respinta dal governo cinese. Unendo tutti i punti, l’esecutivo Trudeau è stato messo sotto pressione per reagire alla supposta intimidazione cinese, e la situazione è degenerata.

Ricordiamo che le relazioni diplomatiche tra i due Paesi sono tese dall’arresto del dirigente di Huawei Technologies, Meng Wanzhou, arrestata in Canada con l’accusa di frode nel 2018, e dal successivo arresto da parte di Pechino di due canadesi con l’accusa di spionaggio. Le tre persone sono stati liberate nel 2021.

“Sulla base di bugie , il governo canadese ha intrapreso azioni sbagliate che danneggiano gravemente i legittimi diritti e interessi del personale diplomatico e consolare cinese. La Cina non lo accetterà mai”, ha intanto dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin

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