Negli Stati Uniti è in corso una vera e propria crisi nazionale causata dal continuo aumento del numero di morti per overdose da medicinali che contengono oppiacei. La campagna elettorale del 2016 che ha portato all’elezione di Trump ha tolto senza dubbio spazio all’argomento nelle colonne delle principali testate americane, che hanno trascurato la questione per parlare di qualsiasi notizia (o presunta tale) riguardasse il nuovo presidente.

Il 12 luglio al Rayburn House Office Building è stata convocata un’udienza per discutere della grave situazione che l’America tutta si trova a dover affrontare. Tra i tanti, hanno partecipato all’incontro – ospitato dal Committee incaricato di seguire la situazione degli oppiacei – i governatori degli stati americani (Kentucky e Virginia) più colpiti dal fardello delle morti per overdose, insieme a un pool di esperti convocati per dare il loro giudizio e fornire consigli su come affrontare questa crisi.

I numeri parlano chiaro: il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) ha stimato che nel 2005 ci sono state 15mila vittime per overdose da medicinali contenenti oppiacei. Dieci anni dopo, nel 2015, il numero di morti è raddoppiato, raggiungendo quota 30mila. Sempre secondo le stime della medesima fonte, nel 2016 i morti provocati dall’utilizzo sconsiderato delle medicine sono stati quasi 60mila. Un numero spaventoso che sembra appartenere a un paese con una guerra civile in corso.

Secondo l’analisi di una compagnia americana che si occupa di monitorare i dati che riguardano il settore della sanità, il numero di persone con un’assicurazione sanitaria fornita da privati (e non dallo stato come per esempio il programma Medicaid) che sono state diagnosticate con un problema di uso degli oppiacei è aumentato di sei volte in quattro anni: dei 205 milioni di lavoratori analizzati nel 2012, 241mila sono stati diagnosticati con un “opioid use disorder”; nel 2016 il numero è salito a 1.4milioni. E questa analisi, come accennato, non prende in considerazione i cittadini che utilizzano sconsideratamente i medicinali ma che hanno un’assicurazione sanitaria coperta dal programma Medicaid.

Il problema non è “solo” il numero incredibile di morti – che tra l’altro continua ad aumentare anno dopo anno – ma anche il danno provocato allo stato americano. Approssimativamente sono 187milioni le persone che non assumono medicinali come indicato sulla prescrizione. Secondo uno studio del Network for Excellence in Health Innovation il costo, per lo stato, dell’uso improprio delle medicine da parte dei cittadini oscilla intorno ai 300miliardi di dollari (ogni anno). I costi causati da coloro che assumendo in maniera sconsiderata le medicine vanno in overdose o hanno comunque bisogno di cure e quindi i costi associati al lavoro degli ospedali (excess of hospitalizations) vale 100miliardi di dollari all’anno.

Senza contare i casi di rapine alle farmacie da parte di bande criminali che vogliono appropriarsi dei medicinali contenenti principi attivi potenzialmente allucinogeni. Un esempio pratico: vengono rubate le medicine contenenti codeina, la quale viene poi isolata e messa in una bottiglia di Sprite per essere pronta all’utilizzo e quindi alla vendita. E questo mercato nero frutta parecchi soldi: questo perché il costo delle medicine “lavorate” per essere utilizzate come droga solitamente equivale a più del quintuplo del loro costo se vendute in una normale farmacia come semplici medicinali.

Per ora il più grande passo in avanti per combattere quella che è considerata come una delle maggiori sfide che deve affrontare il governo degli Stati Uniti è stato il Comprehensive Addiction and Recovery Act (CARA), proposta diventata ufficialmente legge il 22 luglio 2016. Le principali disposizioni contenute in questo documento sono due e il loro peso, per quanto lontano dall’essere insignificante, non basterà a risolvere la questione.

Il primo programma, attualmente in fase di miglioramento, si chiama Prescription Drug Monitoring Programs (PDMP). In poche parole le grandi compagnie farmaceutiche devono installare nuovi programmi sui computer per riuscire a identificare il paziente a cui si sta consegnando la medicina contenente oppiacei. Questo perché oggi, e non è una novità, le medicine in america vengono “date via come caramelle”. Un paziente potrebbe prendere le medicina che desidera in una farmacia, per poi andare in un’altra e acquistarne ancora. Ovviamente, invece, non potrebbe comprare più di una certa quantità. La capacità, per i farmacisti, di controllare a chi stanno effettivamente consegnando un certo medicinale e se il paziente l’abbia già acquistato e quindi non abbia diritto di riceverne ancora, sarebbe senza dubbio un passo in avanti verso la soluzione del problema.

La seconda disposizione prevede invece di facilitare la vendita del Naloxone, medicinale che in America salva molte vite: questo perché se viene somministrato a chi sta morendo per overdose riesce a salvare il paziente o quantomeno a ritardare la morte per overdose in attesa di un’ambulanza. Il problema è che questo medicinale, come il metadone, potrebbe essere utilizzato come droga in quanto contiene un principio attivo molto simile a quello degli oppiacei. Quello che il governo vuole riuscire a fare è riuscire a permettere la vendita anche a chi non soffre di problemi legati all’utilizzo di oppiacei, ma ha per esempio figli che rischiano spesso l’overdose. Per quanto sembri un’idea inutile e anche moralmente discutibile per i non addetti ai lavori, in questo modo una madre con un figlio ad alto rischio di overdose avrebbe la possibilità di acquistare il Naloxone, così da salvarlo nella sfortunata ipotesi che lo dovesse trovare senza sensi.

La crisi degli oppiacei rappresenta un problema a cui forse i media americani dovrebbero concedere più attenzione, nonostante gli articoli su Trump facciano vendere copie al loro giornale. Nel 2016, negli Stati Uniti, le morti per overdose hanno superato le morti causate dagli omicidi con arma da fuoco. A dirlo, tra un articolo su Trump e l’altro, è stato il New York Times .

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.